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«Purtroppo il regolamento della nostra struttura non prevede l’accesso di animali di alcun genere», è questa la frase che una donna non vedente si è sentita rispondere da un albergo di Moena, in val di Fassa. La vicenda è stata rilanciata dall’associazione «Vorreiprendereiltreno», una onlus che si occupa di eliminare le barriere architettoniche, sociali e culturali verso le persone che convivono con alcune disabilità. Alle rimostranze della signora che voleva passare le proprie vacanze in montagna, scegliendo il Trentino, la struttura ricettiva ha replicato con un messaggio che non lascia spazio a interpretazioni: «Purtroppo il nostro regolamento, pubblicizzato anche sul nostro sito, non prevede l’accesso di animali di alcun genere in struttura, ragion per cui, per mantenere fede a queste informazioni, anche a tutela degli ospiti che invece ci scelgono proprio per questa clausola ci troviamo costretti, con profondo dispiacere, a non poter derogare».
La denuncia all’associazione
A nulla sono valse le proteste della donna, che ha ricordato ai gestori dell’albergo che in realtà è la legge stessa a garantirle l’accesso alla struttura accompagnata dal suo cane guida. Niente, da Moena sembravano irremovibili dalla loro posizione: il cane nell’albergo non può entrare. Così la donna ha raccontato tutto all’associazione «Vorreiprendereiltreno» che si è messa in contatto con la struttura, facendo presente che le normative non sono derogabili per nessuno e che l’esclusione del cane guida sarebbe stato un gesto discriminatorio. «A quel punto — ricostruisce la donna — sono stata immediatamente richiamata e dall’albergo mi hanno spiegato che avrei potuto tranquillamente procedere con la mia prenotazione». Comprensibilmente alla fine la turista ha preferito scegliere un’altra destinazione: «Mi chiedo però come sia possibile che noi, persone con disabilità, possiamo veder riconosciuti i nostri diritti solo quando una onlus decide di intervenire per difenderli. Sono grata a Vorreiprendereiltreno ma in un mondo civile tutto questo non dovrebbe succedere».
Le scuse
Nel frattempo dal Trentino arrivano delle scuse ufficiali. «Ci dispiace per quanto avvenuto», spiega Gianni Battaiola, presidente dell’Asat, l’associazione che riunisce gli albergatori trentini. «La struttura in questione ha appena cambiato gestione e il direttore non era informato rispetto ad alcune specifiche normative. Quando ha contattato la nostra associazione — sottolinea il presidente Battaiola — ha ricevuto le corrette informazioni e nel momento in cui si è reso conto di aver commesso un errore ha subito richiamato l’ospite». Insomma, l’associazione di categoria ammette l’errore ma ci tiene a precisare che si sarebbe trattato di un caso isolato: «Il Trentino rimane una terra inclusiva, ben venga che la vicenda sia venuta alla luce in modo da stimolare ulteriormente l’attenzione verso questi temi che nel nostro territorio non vengono mai messi in secondo piano».
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