Franco Berrino: “Chi si arrabbia muore prima”. L’intervista

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È uno dei massimi esperti di longevità in Italia. Spiega quanto possono servire poche regole, non solo alimentari. Che qui elenca, una per una

Vivere più a lungo e in salute. Rallentando l’invecchiamento con un solo potente antidoto. Non un vaccino né un farmaco o una pozione magica,ma il cibo che mangiamo ogni giorno.
Franco Berrino (e non solo lui) lo sostiene da tempo. Dopo quarant’anni all’Istituto dei tumori di Milano, come direttore del dipartimento di Medicina preventiva e predittiva, l’epidemiologo è diventato un esperto di longevità e nutrizione. Nel suo ultimo libro, Fermare il tempo (Solferino, uscito il 14 novembre) offre tante, semplici, regole per vivere più a lungo e felici.

Dottore, basta davvero mangiare bene per allungarci la vita? «Metà delle gravi malattie croniche potrebbero essere prevenute se avessimo un’alimentazione sana e se mangiassimo il cibo dell’uomo invece che il cibo industriale. Decine di studi
dimostrano che i prodotti molto lavorati fanno ammalare e morire di più. Sono cibi studiati per dare dipendenza, un po’ come le sigarette».

Però le malattie hanno anche una componente genetica. Mangiare in modo sano può non bastare. «Proprio per questo dobbiamo mettere a tavola i cibi giusti, per ridurre la penetranza della predisposizione genetica. Alcune donne hanno i geni che predicono un cancro alla mammella, ma non tutte in realtà si ammalano. Lo stile di vita influenza questa probabilità, anche in chi è predisposto».

Quali sono i primi cibi da eliminare e quelli da introdurre? «Per prima cosa togliere bevande zuccherate, salumi trattati con nitriti, pane bianco e zucchero. E poi aggiungere quotidianamente legumi, frutta a guscio, che non fa ingrassare come si crede, e yogurt che può sostituire il latte. Scegliere carboidrati integrali, evitare farine raffinate (0 e 00) e tutti i cibi ultra-lavorati. Prediligere frutta e verdura, di tutti i tipi, e consumare con moderazione le proteine animali».

E per perdere peso? «Non servono le diete. Tre piccole regole: masticare tantissimo, saltare la cena o cenare presto per avere 14 ore di digiuno, eliminare patate, carni, cereali raffinati e zucchero».

È vero che mangiamo troppe proteine? «Sì e fanno ingrassare, contrariamente a quanto si pensa. Dovrebbero essere meno del 15% delle nostre calorie giornaliere. L’Oms consiglia 0,8 grammi per ogni chilo di peso corporeo, i bambini e chi fa molta attività sportiva possono arrivare a 1,2 grammi».

Si hanno benefici anche se si inizia a cambiare dieta a 50-60 anni? «Certo. Un cinquantenne che modifica stile di vita può guadagnare dieci anni di longevità. A 80 anni si conquistano 4-5 anni. Non è mai troppo tardi».

Chi si arrabbia muore prima? «È così. Soffre soprattutto di cuore. Per questo consiglio la meditazione, anche sette minuti al giorno possono bastare. È noto da tempo che la mente influisca sulle malattie e la meditazione è in grado di spegnere i geni dell’infiammazione».

E chi ha la pancia si ammala di più? «Sì, la circonferenza della vita è indicatore di rischio più della massa corporea e del peso, perché è proprio il grasso dentro l’addome a fare più danni. Le cellule adipose della pancia, così pigiate, ostacolano l’arrivo del sangue e causando infiammazione».

Il cibo biologico è meglio dell’altro? «Fino a poco tempo fa non si sapeva quanto le piccole tracce di sostanze chimiche nei cibi potessero danneggiare l’organismo. Oggi, dopo due studi approfonditi su oltre 100mila persone, possiamo concludere che chi mangia biologico riduce il rischio di ammalarsi di cancro del 25%».

Oltre a cibo e meditazione lei consiglia anche esercizio fisico quotidiano. «Mezzora al giorno può essere sufficiente, va bene anche camminare. L’ideale sarebbero 8 mila passi, 6 mila per gli anziani».

Camperemo fino a 100 anni? «Con i progressi della medicina penso di sì, tra due o tre decenni. L’importante è arrivarci sani».

Lei sostiene che la salute sia anche un dovere. Perché? «Abbiamo diritto all’assistenza sanitaria, ma non abbiamo diritto alla salute, la dobbiamo preservare noi, anche per non pesare sugli altri. È il regalo migliore che possiamo fare ai nostri figli»

Deborah Ameri

Oggi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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