Filippo Turetta «aveva pianificato qualcosa, magari non di ucciderla ma di andarsene con lei»- Corriere.it

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La laurea dopo qualche giorno, la vicina partenza per Reggio Emilia, il sogno di frequentare la scuola di disegno che si stava per realizzare. Quel sabato doveva essere un giorno bello, di preparativi per la festa, le scarpe giuste da comprare. «Ma Filippo non voleva il distacco», sospira Elena, la sorella di Giulia che non vedeva bene quel rapporto con l’ex. E così, dopo il panino preso insieme al McDonald’s di Marghera alle 8 di sera, le paure del giovane universitario sono diventate anche le paure di Giulia.

Il piano

«L’ipotesi è che aveva pianificato qualcosa, magari non di ucciderla ma di andarsene con lei», scrivono gli investigatori che stanno lavorando al caso. Alle 22.43 di sabato Elena riceve un messaggio: «Mi ha chiesto un consiglio per le scarpe ma non ha più risposto». Chiedeva sempre qualche consiglio a sua sorella. Il punto di discordia era Filippo. «Non uscire più con lui». «Mi dispiace lasciarlo da solo, dice che la sua vita non ha più senso senza di me». E così usciva anche dopo che l’aveva lasciato, come quel sabato.

La lite

La discussione fra i due si fa accesa al parcheggio accanto alla casa di Giulia, nel centro di Vigonovo. «Lasciami! Mi fai male!», la sente urlare un vicino affacciato alla finestra. È l’inizio della fine. Filippo riesce a caricarla in macchina, fa pochi chilometri e infila una strada deserta della zona industriale di Fossò, fermandosi davanti allo stabilimento della Christian Dior, dove c’è qualcuno che li guarda: l’occhio di una telecamera di videosorveglianza. Seppure un po’annebbiato e traballante, l’occhio registra in bianco e nero una scena sempre più cruenta: i due litigano animatamente all’interno dell’auto, muovono le mani, poi Filippo sembra colpirla, uno schiaffo o un pugno. Lei scende dall’auto, scappa, lui che la insegue, la prende per il cappuccio del giaccone, impugna qualcosa, forse un coltello, e la colpisce violentemente. Giulia cade a terra, sanguinante ed esanime. Filippo si guarda intorno, la prende per i piedi, la trascina fino al retro della Punto, apre il portabagagli e, magrolino ma energico, trova la forza di sollevarla e gettarla dentro.

La folle fuga

E da lì parte la grande, folle fuga di questo studente universitario che tutti ricordano buono e rispettoso. «Non si sa se la ragazza sia morta prima o durante il tragitto o dove è stata rinvenuta», prosegue l’investigatore. Certo è che Giulia non si è più ripresa. Il viaggio ha una meta: lago di Barcis, uno specchio d’acqua artificiale nel cuore della Valcellina. Posto che lui conosce perché da quelle parti era andato a fare trekking. Sono 120 chilometri e un’oretta e mezza di macchina, se si fa il percorso più breve. Ma lui evita le autostrade e sceglie le provinciali, meno trafficate. Dopo un’oretta, a mezzanotte e tre quarti, la Grande Punto nera viene ripresa da una telecamera del Comune di Zero Branco, nel Trevigiano. Prosegue verso il Friuli e intorno alle due di notte passa a Caneva, vicino a Sacile. E fin qui, più o meno, gli orari tornano a una velocità medio bassa. Significa che probabilmente Filippo non si è mai fermato. Nessuna anomalia fino a Piancavallo, a oltre mille metri di quota, dove arriva alle tre di notte.

Il lago

La stranezza viene dopo. Perché il sistema di rilevamento targhe di Palafavera, in val Zoldana, registra il suo passaggio alle 7.37 del mattino. Troppo tardi. Quasi cinque ore quando normalmente se ne impiegano due. Il motivo? «Doveva liberarsi del corpo di Giulia», hanno pensato subito i carabinieri che indagavano e così si sono messi a perlustrare l’area. Fra le due località ma molto più vicino a Piancavallo, c’è il lago di Barcis, dove sapevano che lui era stato. E lì uomini dell’Arma, carabinieri e Vigili del Fuoco hanno preso a battere palmo a palmo la montagna. Fino a scoprire il corpo senza vita della ragazza. «È andato in auto fino a un certo punto, poi l’ha trascinato in un dirupo nascondendola molto bene con un paio di sacchetti neri», conclude l’investigatore. Ventidue anni, la laurea, il corso di disegno, il sogno da fumettista. Le paure di Filippo che non voleva il distacco sono diventate calci, pugni e coltellate. E per Giulia è stata la fine.

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