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Tra arretrati e prima tranche di aumento, questo dicembre i lavoratori bancari italiani potrebbero avere la busta paga più alta di sempre. Va però detto che ancora manca l’equilibrio per definire sia una cosa che l’altra. Il rinnovo del loro contratto sembra arrivato alle battute finali, con un po’ di anticipo ancora rispetto alle previsioni. Abi e i sindacati sono al lavoro sui testi. Tra lunedì e martedì ci saranno altre riunioni tecniche e ristrette tra il presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi, Ilaria Maria Dalla Riva, il direttore generale Giovanni Sabatini e i segretari generali, Lando Maria Sileoni (Fabi), Riccardo Colombani (First), Susy Esposito (Fisac), Fulvio Furlan (Uilca) ed Emilio Contrasto (Unisin). L’obiettivo è avviare la riunione plenaria no stop già il 22 novembre, quindi in anticipo rispetto a quanto previsto originariamente (23 e 24 novembre).
Tranche di aumento e arretrati da definire
Sulla parte economica le parti stanno lavorando per arrivare a una convergenza che, al momento non c’è. A spiazzare le banche è stata la richiesta di arretrati. Del tema non ha mai parlato neppure il ceo e consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che ha fatto aperture sia su aumento – senza però quantificare – che su ripristino base di calcolo piena per il Tfr a fine anno.
I tre punti in discussione ora sono l’aumento di 435 euro, così come è stato indicato per il livello medio di riferimento nella piattaforma sindacale, il ripristino della base di calcolo completa del Tfr e, infine, gli arretrati. Il contratto è infatti scaduto a fine 2022 – la piattaforma sindacale è però arrivata la scorsa primavera – e i sindacati rivendicano un calcolo puntuale, non una cifra forfettaria, per gli arretrati da gennaio a oggi. Questo significa che nella busta paga di dicembre dei bancari dovrebbe esserci una prima tranche di aumento, la più pesante, oltre all’importo degli arretrati di 11 mesi che porterebbe, malcontata, quasi a una mensilità in più, se consideriamo i livelli più bassi. La controparte, però, sembrerebbe più orientata a una prima tranche di aumento alta, con una soluzione equilibrata sugli arretrati. Secondo una riunione del Casl di Abi che si è svolta nelle ultime ore, i gruppi sono al lavoro sul calcolo del costo del contratto, in modo da arrivare con indicazioni precise sulla sua sostenibilità all’inizio della prossima settimana. Il costo, a regime, solo per l’aumento economico, per il sistema sarà di oltre 1,5 miliardi di euro all’anno. A cui andranno poi aggiunti i ritocchi di tutti gli istituti che l’aumento si tira dietro.
La flessibilità: dalla fungibilità alla mobilità
A fronte della definizione dell’aumento su cui si sta discutendo in questi termini, c’è però una contropartita normativa non proprio irrilevante. Il primo aspetto riguarda la fungibilità, soprattutto con riferimento ai quadri, su cui si sta discutendo per tutti e quattro i livelli. È questo un aspetto non di poco conto per le banche, soprattutto per via della chiusura delle filiali e per lo sviluppo della banca digitale che chiede un’organizzazione del lavoro differente. Per le stesse ragioni potrebbe cambiare il limite del raggio chilometrico della mobilità territoriale. In un caso e nell’altro si tratta di due elementi di maggiore flessibilità per consentire le riorganizzazioni dei gruppi, in questa fase di continua trasformazione del settore. Sull’orario di lavoro si sta ragionando non tanto a una sua riduzione a 35 ore, come era stata chiesta in piattaforma, ma al passaggio da 37,5 attuali, alle 37.
La nuova identità del Foc
L’accordo potrebbe segnare anche l’inizio della nuova identità del Foc, il Fondo per l’occupazione che viene finanziato dai lavoratori bancari stessi con un contributo fissato nella misura di una giornata lavorativa annua pro capite, da realizzarsi attraverso la rinuncia di 7,5 ore delle 23 ore di riduzione di orario (Banca ore) per le aree professionali, e per i quadri direttivi ad una giornata di ex festività. I dirigenti versano un ulteriore contributo pari a circa il 4% della loro retribuzione fissa, comunque garantito dall’azienda. Il Foc provvede poi ad erogare un incentivo economico per le nuove assunzioni: dalla sua nascita, nel 2012, ha consentito a oltre 37mila giovani di entrare in banca. Oggi il Foc ha riserve per quasi 120 milioni di euro e le parti stanno ragionando sul loro utilizzo per coprire le eventuali perdite retributive e contributive dei lavoratori senior che andranno volontariamente in part time, all’avvicinarsi della loro scelta di andare in prepensionamento attraverso il Fondo di solidarietà: questo creerebbe sinergie tra i due Fondi e garantirebbe la tenuta sociale del settore, che ha sempre sostenuto le uscite di tasca propria, senza il ricorso agli ammortizzatori sociali e alle Finanze pubbliche. Sulla formazione, infine, considerato che è uno strumento fondamentale per affrontare i cambiamenti futuri, si sta ragionando su come accelerare i processi autorizzativi dei fondi.
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