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I due sospettati sono stati fermati nel Gallaratese dai carabinieri del reparto operativo di Varese e da altre componenti dell’Arma delle Compagnie di Busto Arsizio e Gallarate in ausilio all’attività investigativa. Parte della refurtiva di quella che fin dall’inizio sembra essere una rapina finita nel peggiore dei modi sarebbe stata recuperata dai militari. L’attività dell’Arma è ancora in atto.
Uno dei due ragazzi conosceva la vittima
Da quanto emerge da fonti investigative, uno dei due giovani arrestati nella notte conosceva Andrea Bossi. I fermati sono per il momento in custodia dai carabinieri e nelle prossime ore verranno interrogati dal pubblico ministero che ha condotto le indagini, il sostituto procuratore della repubblica di Busto Arsizio Francesca Parola.
Andrea Bossi solo da qualche mese era andato a vivere da solo a Cairate. Era originario del vicino paese di Fagnano Olona dove era cresciuto e dove lavorava come operaio in una ditta metalmeccanica. Era stato il padre del ragazzo, preoccupato per il fatto che il giovane non rispondesse al telefono, a ritrovare il corpo nella tarda mattinata di sabato 27 gennaio. Andrea abitava al secondo e ultimo piano di una palazzina, in compagnia del cane di razza pitbull (lasciato sul balcone). La morte era avvenuta da diverse ore. Il giovane era stato colpito al collo con un unico fendente, che non gli aveva lasciato scampo.
Nell’appartamento c’erano numerosi oggetti preziosi, perché Andrea aveva studiato a lungo da orafo a Valenza e amava circondarsi di gioielli, specie anelli. Forse sono stati proprio questi ad attirare l’attenzione del conoscente e a scatenare la rapina finita in omicidio.
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