Carlos Tavares lancia delle proposte e dei suggerimenti al governo italiano in vista del “tavolo sviluppo automotive” convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il 6 dicembre prossimo. Innanzitutto, l’ad di Stellantis si è detto disponibile ad aumentare sin da subito le produzioni italiane, ma molto dipende dalla possibilità di avere maggiori incentivi a favore dei consumatori.
Dialogo costruttivo. “Con il governo italiano sono in corso discussioni molto produttive”, ha aggiunto, lanciando poi alcuni consigli: “Noi suggeriamo tre cose e ci tengo a dire che si tratta di suggerimenti e non di richieste. In primo luogo suggerisco di mettere a disposizione misure di sostegno per i veicoli elettrici perché questo ci consentirebbe di produrre più Fiat 500 elettriche a Mirafiori, noi siamo pronti a produrne di più. In secondo luogo abbiamo prodotti iconici come la Panda che possono essere messi in difficoltà da cambi di regolamentazione. Noi possiamo fare di più e più a lungo, ma un cambio di regolamentazione può creare difficoltà. Se si vuole migliorare la produttività bisogna rimuovere gli ostacoli lungo la strada. In terzo luogo, per fronteggiare la concorrenza asiatica e cinese bisogna abbassare i costi come quelli della manodopera e dell’energia”. “L’Europa sta tenendo la porta aperta alla concorrenza asiatica, quindi quello che chiedo anche all’Europa è sostenere la produttività” perché “i costi in Italia sono molto più alti di quelli che devono sostenere in Cina e questo dà loro un vantaggio competitivo”, ha aggiunto il manager. “Quello che chiediamo al governo è di non avere paura del cambiamento, il cambiamento porta verso lo sconosciuto, ma non cambiare è il rischio maggiore, lo status quo è il rischio maggiore. Bisogna agire oggi e non tra cinque anni”.
Piani di emergenza. Tavares ha quindi affrontato il tema dei possibili cambiamenti nella politica europea, anche alla luce dei risultati elettorali in alcuni Paesi come l’Olanda e in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo. “Abbiamo dei contingency plan, dei piani alternativi, se ci fossero cambiamenti di scenario in Europa, anche a livello politico: è importante averli”, ha spiegato l’amministratore delegato. “Può cambiare il contesto e l’opinione pubblica, possono cambiare i gusti dei consumatori. Quando ci sono elezioni libere, bisogna essere preparati a qualunque risultato. Guardando avanti ci sono appuntamenti importanti, come le elezioni europee di giugno, e lo scenario può cambiare oppure no. Noi dobbiamo essere pronti in ogni caso. Il mio compito come ceo è essere pronto. Non proteggo i miei dipendenti con le parole ma con le azioni. Il modo migliore di tutelarli è offrire ai consumatori italiani quello che chiedono”, ha aggiunto. “Per ora no, non vediamo un impatto visibile sul nostro business e, se ci fosse, ci penseremmo”, ha quindi risposto a chi gli chiedeva di un possibile trasferimento della sede legale (oggi ad Amsterdam) dopo la vittoria dell’estrema destra di Geert Wilders. “Siamo pragmatici: non siamo un’azienda dogmatica ma pragmatica”, ha concluso.
