sostegno a un post antisemita su X, nuova fuga di investitori pubblicitari

admin
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L’ultima mossa di Elon Musk non fa ben sperare per le sorti del suo social. X, l’ex Twitter, è in balia delle follie del suo proprietario che questa volta ha fatto parlare di sé sostenendo un post che accusa la comunità ebraica di odiare le persone bianche. Appoggiare la causa antisemita in meno di 24 ore gli è costata la scesa in picchiata del 3,8 per cento delle azioni della sua casa automobilistica Tesla, oltre a essere costata la fuga di Ibm. Il colosso dell’informatica ha infatti deciso di togliere tutta la pubblicità da X annunciandolo in una nota pubblicata dal Financial Times affermando di stare analizzando una situazione ritenuta «inaccettabile» nei confronti della quale «ha tolleranza zero». Il costo? 1 milione di dollari di investimento pubblicitario andati in fumo.

Emblematico è che ad avere la spunta blu sia l’account anonimo @breakingbaht, The artist formerly known, che ha risposto a un post che criticava l’uso dell’hashtag a sostegno di Hitler sostenendo che: «Le comunità ebraiche hanno usato contro i bianchi lo stesso odio dialettico che chiedono venga smesso di essere usato contro di loro». Frasi che hanno la eco delle teorie del complotto e della sostituzione etnica fatte proprie dai suprematisti bianchi per attaccare le politiche migratorie nel nome del capro espiatorio individuato nella élite ebraica. Musk ha avuto la brillante idea di commentare con un lapidario: «Hai detto la pura verità». A dir poco inequivocabile.

Musk non è nuovo all’associazione con l’antisemitismo e islamofobia. Infatti, sin dall’inizio del conflitto tra Gaza e Israele la piattaforma X è stata accusata da varie parti di favorire la diffusione di contenuti di questo tipo. Dopo un controllo condotto dal New York Times, è emerso che l’hashtag #deathtomuslim (a morte i musulmani) sia stato utilizzato dagli utenti oltre 10 mila volte, mentre #hitlerwasright (Hitler aveva ragione, affermazione che è costata la sospensione a una docente di H Farm di Treviso) ha raggiunto 46 mila condivisioni in un solo mese. Grande successo anche a tutti i contenuti che in generale negano l’Olocausto o invitano a godere dello spettacolo fornito «da ebrei e musulmani che si ammazzano tra di loro»: hanno oltre 24 milioni di visualizzazioni e restano impuniti senza che nessuno si premuri di rimuoverli. 

Gli stessi dipendenti di X hanno raccontato di aver ricevuto diverse chiamate di spiegazioni sulla condotta del patron di Tesla. In una nota firmata dall’amministratrice delegata Linda Yaccarino e divulgata giovedì si legge che «X è una piattaforma per tutti» e che «ogni forma di discriminazione deve essere fermata». Ha aggiunto che la politica contro l’antisemitismo della società è sempre stata chiara ribadendolo in un post su X.

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