Navalny, lo scontro tra Calenda e Salvini. Poi sì da tutti alla piazza bipartisan

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Una fiaccolata, domani pomeriggio in Campidoglio, per ricordare Aleksei Navalny «come in tutta Europa». La chiamata alle «forze europeiste e democratiche» perché diano vita a un presidio pubblico è di Carlo Calenda. Che riprende una sollecitazione espressa via social dal senatore pd Filippo Sensi: «A quando una grande manifestazione nazionale per dire “Fermare Putin”?». Fratelli d’Italia ci sarà «con una sua delegazione»: lo comunica Giovanni Donzelli. Presente «senza esitazioni», Forza Italia. In serata arriva anche l’adesione della Lega, nonostante, proprio sul caso Navalny, il Carroccio a Calenda prometta querela.

La prima a rispondere è la segretaria del Pd Elly Schlein: «Ci siamo per contrastare un regime che uccide il dissenso e la libertà». Anche per Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa verde, la partecipazione è pressoché scontata: «Ci saremo sempre per protestare contro il regime putiniano». Medesima reazione di +Europa: «Raccogliamo l’invito. Contro la volontà imperialista di Putin abbiamo proposto l’idea di una lista per gli Stati Uniti d’Europa». Benedetto Della Vedova annuncia di aver chiesto il visto per partecipare ai funerali di Navalny. Alla fiaccolata sarà presente anche il M5S.

Il leader di Azione non intende mollare il tema dopo il rovente battibecco con i leghisti, accusati di una reazione tiepida e tardiva alla morte del dissidente russo: «Additare colpevoli mi sembra prematuro e inopportuno — aveva detto il vicesegretario Andrea Crippa — io non so cosa succede in Russia». La Lega, con il segretario Matteo Salvini in testa, aveva poi modulato una posizione più prudente: «La scomparsa di Aleksei Navalny è sconcertante. È doveroso venga fatta piena luce». Ma appunto Calenda ieri ha rincarato le critiche ai leghisti: «Come fanno a dire “non sappiamo chi sia stato”? Salvini non ha detto una parola perché il legame con Putin rimane forte». Per la Lega la misura è colma: «Calenda mente o non sa di cosa parla — scrivono in una nota ricordando il comunicato precedente — questa volta, oltre alla smentita, riceverà una querela».

La contesa peraltro continua per tutto il giorno. Emerge anche l’episodio di Foligno, dove il sindaco leghista Stefano Zuccarini ha concesso, proprio il giorno della morte di Navalny, il patrocinio alla proiezione di un film filoputiniano nella sua città, come racconta il Foglio. I renziani si associano all’accusa di Azione nei confronti dei salviniani: «Salvini — sostiene la deputata di Iv, Isabella Da Monte —, con la posizione molto tiepida sul delitto Navalny, si conferma costante spina nel fianco per maggioranza e governo nella lotta al regime di Putin». Anche qui il botta e risposta è inevitabile: «La nostra posizione è molto chiara», per la deputata del Carroccio Simona Bordonali. «Non prendiamo lezioni da chi è al soldo dell’Arabia Saudita e attacca Salvini per farsi pubblicità».

Eppure anche nella segreteria del Pd, riunita ieri, il tema delle divisioni nella maggioranza, sulla Russia e su Israele come sul terzo mandato, è stato affrontato in termini strategici: «Le nostre sono discussioni, quelle della maggioranza sono divisioni — è stato il ragionamento — e dobbiamo mostrare quanto siano pericolose per il Paese».

Un ulteriore caso tra Italia e Russia nasce poi dall’iniziativa di Lia Quartapelle (Pd): una interrogazione in merito agli «ospiti neofascisti italiani» al ricevimento dell’Ambasciata russa a Roma. Dalla sede diplomatica la reazione è una nota sarcastica: «Non c’è limite alla creatività parlamentare italiana». Quartapelle lamenta la mancata solidarietà dalla maggioranza. Solidarietà che poi arriva anche da parte del presidente della Camera: il leghista Lorenzo Fontana invoca rispetto per «le prerogative di una parlamentare di un Paese libero e democratico».

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