IbuProPflege, un rimedio alla penuria di personale

admin
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Si è tenuta mercoledì in tutta la Svizzera una giornata d’azione organizzata dal sindacato UNIA per chiedere misure immediate contro la penuria di personale sanitario in Svizzera. Infermieri sono scesi in piazza in nove città svizzere – Basilea, Berna, Coira, Delémont, Neuchâtel, Olten, San Gallo, Winterthur e Zurigo – per protestare contro le cattive condizioni di lavoro e il finanziamento insufficiente concesso alla sanità.

Con flash mob, discorsi e stand informativi, gli operatori sanitari hanno presentato i loro “rimedi”. Durante l’azione, hanno distribuito un “farmaco” chiamato IbuProPflege (tradotto in italiano come IbuProCure), un nome che sfrutta un gioco di parole per enfatizzare la sua efficacia contro la carenza di personale sanitario e per garantire cure di qualità, evocando l’immagine del noto antiinfiammatorio.

“Denunciamo la carenza di personale nel settore dell’assistenza”, ha detto Claudia Catellani, segretaria di UNIA. La sindacalista deplora il fatto che il personale sanitario sia sommerso dalle scartoffie e non abbia più il tempo di occuparsi dei pazienti. “Il personale è sotto pressione e stanco”.

Oltre 15’000 posti sono attualmente vacanti e 300 infermieri abbandonano la professione ogni mese. La situazione nel settore sanitario diventa sempre più precaria e questo nonostante il popolo svizzero abbia approvato alla fine di novembre 2021 l’iniziativa “Per cure infermieristiche forti”.

UNIA sostiene che debbano essere implementate in maniera tempestiva cinque misure. In primo luogo, devono esserci “aumenti salariali significativi per lo stesso tasso di occupazione, o una riduzione del tempo di lavoro per uno stesso stipendio”. Contemporaneamente, “supplementi e crediti di tempo esistenti devono essere aumentati in modo sostanziale e devono essere introdotti supplementi per le modifiche a breve termine dell’orario di lavoro”. Il sindacato richiede inoltre “almeno cinque settimane di ferie fino a 49 anni, sei settimane a partire dai 50 anni e sette settimane dai 60 anni”. UNIA pretende infine che vengano registrati gli orari di lavoro e supplementi per la custodia dei figli.

La scarsità di personale comporta per coloro che restano operativi un sovraccarico di lavoro, stress e turni di lavoro dannosi per la salute: “È un circolo vizioso”. Tale crisi si ripercuote sull’intero sistema sanitario svizzero e in particolare le cure a lungo termine, sottolinea la nota. A causa dell’evoluzione demografica, entro il 2040, saranno necessari 54’000 posti letto in più nelle case di cura e ulteriori 35’000 assistenti, e ciò senza considerare coloro che lasciano la professione. UNIA è quindi particolarmente preoccupata per la carenza di personale in queste strutture.

Più in generale, il sindacato chiede un “finanziamento equo delle cure”, che garantisca una copertura di base indipendentemente dal fatto che i letti siano occupati o meno. Il sistema non deve essere eccessivamente finanziato dalle casse malattia, deve meglio indennizzare le prestazioni di cura, basandosi su criteri di qualità e premettere una migliore attribuzione dei posti, nonché una formazione continua a tutti i livelli.

Le prime misure per rispondere alle preoccupazioni del personale curante sono state proposte dal Consiglio federale: in consultazione fino a giovedì, non sono state apparentemente contestate. La Confederazione metterà a disposizione 470 milioni di franchi su otto anni a partire dal 2024 per la formazione di infermieri. I Cantoni dovranno contribuire con una somma equivalente.

In questo modo, il Consiglio federale intende rispondere al crescente bisogno nel settore. Applica inoltre una parte importante dell’iniziativa popolare sulle cure infermieristiche approvata nel novembre del 2021.

È prevista una seconda fase, che pare essere più controversa in Parlamento: il governo vuole migliorare le condizioni di lavoro del personale infermieristico per ridurre il numero di partenze precoci dalla professione. Presenterà un progetto di legge nella primavera del 2024.

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