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In tempi così difficili, i libri possono offrire un conforto, se non addirittura una #Biblioterapia: questo il titolo della festa de «la Lettura», il supplemento domenicale di cultura del «Corriere», che ha celebrato ieri i suoi dodici anni. Un incontro con i lettori ormai tradizionale, nell’ultima giornata di BookCity Milano, che ha proposto nella Sala Buzzati della Fondazione Corriere un pomeriggio di poesia, scienze e musica, «le anime diverse che rappresentano lo spirito del supplemento», come ha ricordato la giornalista del «Corriere» Alessia Rastelli, che ha condotto l’evento.
«Siamo al dodicesimo compleanno — ha affermato sul palco Ferruccio de Bortoli, presidente della Fondazione Corriere, già direttore del quotidiano nel 2011, quando è nata la nuova «Lettura» — di questa nuova stagione del supplemento, una straordinaria avventura nella cultura di cui tutti abbiamo bisogno». Antonio Troiano, responsabile della Cultura del «Corriere» e de «la Lettura», ha ricordato tre «maestri» scomparsi: «Giulio Nascimbeni, nel centenario della nascita, “signore della terza pagina”, un maestro per tanti di noi; Ranieri Polese, che era arrivato con lui e ne ha raccolto l’eredità , scomparso nel 2021; e Francesco Cevasco, che è mancato a settembre, giornalista di altissimo livello».
Tra gli ospiti, la prima a salire sul palco è stata la neuroscienziata Michela Matteoli, autrice di Il talento del cervello (Sonzogno, 2022), che ha spiegato cosa succede al cervello quando leggiamo, visto che leggere attiva regioni della mente deputate anche ad altre attività , motorie e sensoriali: «à la plasticità del cervello: più lo usiamo e più si rinforza. Ma non solo, con la lettura viviamo davvero un coinvolgimento. Lo scriveva Umberto Eco, i lettori vivono moltissime vite, e il lettore si sente “nel corpo” del protagonista».
«I libri sono una palestra per dialogare con domande che altri si sono posti», ha spiegato il secondo ospite, il poetry slammer Antonio Amadeus Pinnetti, terzo alle finali nazionali di Slam Poetry, che si è lanciato in un’affabulazione e ha coinvolto il pubblico nella scelta dei temi «di cui dovrebbe parlare una poesia», dalla rima con cuore all’elenco dei superpoteri preferiti. Altro affabulatore esilarante, il performer Auroro Borealo, che ha portato sul palco un assaggio dei «Libri brutti» cui è dedicata la sua pagina Instagram, commentando la scelta di titoli come Curarsi con il vino o Come ho sedotto 11 mila donne.
L’autrice di Voltare pagina (Einaudi), Ester Viola, scrittrice e avvocato, ha offerto al pubblico una riflessione su ciò che la letteratura insegna, con esempi come Anna Karenina di Tolstoj, la Recherche di Proust, Open di Agassi e Felici i felici di Yasmina Reza: «I libri insegnano il cambio di prospettiva, il vedere le cose da un altro angolo». Con molta ironia, la scrittrice e dj Chiara Galeazzi, autrice di Poverina (Blackie) in cui racconta la sua vita dopo l’ictus che l’ha colpita, ha scherzato su ciò che i libri non fanno («I libri ci fanno diventare migliori? No») sciorinando le sue idiosincrasie letterarie. E il critico Piero Dorfles, tra l’altro autore di I cento libri che rendono più ricca la nostra vita (Garzanti), ha spiegato perché i libri fanno bene. «Ci fanno entrare nella testa di persone anche molto diverse da noi (pensate a Kafka sulla spiaggia, di Murakami Haruki, storia di un uomo che parla con i gatti): forse non aiutano a stare meglio, ma a capire perché non stiamo bene».
Come ogni anno, il finale della festa de «la Lettura» è stato in musica, con la band Filospada: il tastierista Pierpaolo Alberici e il frontman, autore dei testi e della musica e chitarrista Filippo Spada, hanno proposto brani dal nuovo album Gli ultimi 4 disastri, tra cui Giuseppe Verdi e Notte dopo gli esami, e un inedito con cui si è conclusa la serata. Ieri si è chiusa anche la rassegna BookCity che, fanno sapere gli organizzatori, ha visto la partecipazione di circa 140 mila persone in 1.500 eventi con 3 mila autori, con circa mezzo milione di visualizzazioni sul sito.
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