«Poi magari li rivendiamo con le app»

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Quali sono stati, quest’anno, i temi più cliccati dai lettori su milano.corriere.it? Il 2023 si conclude: dal 20 dicembre, uno al giorno per 10 giorni, ripubblichiamo alcuni tra gli articoli milanesi e lombardi che hanno suscitato più dibattiti, commenti, condivisioni nella community digitale. Buona lettura!

(Articolo pubblicato il 10 settembre 2023)

Sembra una festa en plein air: migliaia di giovani in coda che fanno amicizia tra loro vociando allegri sotto il sole, per ore. In realtà aspettano: è il popolo di TikTok all’assalto. Ma di cosa?

Ilo 9 settembre in viale Espinasse 99, alla sede della cooperativa «Di mano in mano», è andata in scena l’iniziativa «All you can wear», cioè «tutto ciò che puoi indossare». Alle 8 del mattino erano già duecento in coda, alle 9.30 la fila faceva il giro completo dell’enorme isolato: in migliaia per accaparrarsi al prezzo fisso di 18 euro tutti gli abiti e gli accessori che riuscivano a stipare dentro una borsa fornita all’ingresso. È lo shopping antispreco, bellezza: capi riciclati o pezzi unici confezionati con scampoli e ritagli dalle stiliste di «Tredicim» e della sartoria sociale «Taivé», per un totale di trentacinque bancali di abiti e duemila borse. Stili mescolati, soprattutto vintage.

«Avevamo una strategia per infilarci più avanti in coda, visto che non siamo riuscite ad arrivare all’alba: e cioè pagare cinque euro a qualcuno per fingere di essere amici e stare con loro guadagnando posizioni — ride Masha Sarbash, 18 anni, diplomata al Volta e pronta per iniziare gli studi universitari al Politecnico —. Poi però abbiamo trovato un sacco di gente che conoscevamo sul serio e fingere non è stato necessario. Di questa iniziativa abbiamo saputo la sera prima su TikTok e a quel punto è scattato il passaparola».

L’annuncio all’ultimo minuto funziona. Rimbalza sui social e il gioco è fatto: «Usiamo la tecnica di Marie Kondo per far stare più roba dentro alla borsa: arrotoliamo tutto e dentro le scarpe infiliamo le magliette», spiega Tina Lavazza, 19 anni. I suoi coetanei Michele Bianchi e Daniele Giangregori, ingegneri, paiono amici per la pelle, in realtà si sono conosciuti tre ore prima in coda: «Siamo entrambi originari del Sud e il sole a perpendicolo ci fa un baffo, possiamo resistere più della media — assicura Michele —. Magari compriamo anche qualcosa da rivendere sulla app Vinted». 

Davide Cernuto, informatico, ha 24 anni, l’anno scorso è arrivato nel primo pomeriggio e la merce era già quasi finita: stavolta era tra i primi in coda.
Questione di stile ma anche di coscienza ambientalista, come sottolinea Clara Ventrella che dopo il classico al Beccaria ora si concede un anno sabbatico a lavorare a Madrid e sfoggia pantaloni «thriftati», cioè presi a un mercatino di seconda mano: «Comprare l’usato dà una soddisfazione impagabile». L’anno scorso gli organizzatori hanno calcolato che la vendita «All you can wear» ha permesso di evitare l’emissione di 60 tonnellate di gas serra.

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