SESTO POTERE: L’ALIMENTAZIONE – InformArezzo

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di Prof. Dott. Flavio Di Gregorio

Il grande sogno dell’Uomo e’ di avere il dominio assoluto della sua specie e della Natura ovvero essere Onnipotente.

Questo famelico desiderio di potere e controllo di massa ha portato nei secoli l’umano a conquistare sconfinati imperi, ad imporre sanguinose rivoluzioni, a stermini di popolazioni, a creare volute crisi finanziari e sociali per trarre benefici, persino a tramutare brillanti scoperte in armi di distruzione anziché’ utilizzarle per il progresso sociale della nostra specie.

In tempi più’ recenti l’uomo ha trovato una nuova strada incontaminata per accedere al dominio del pianeta, senza versare una goccia di sangue, saziando così’ la sua avida sete di potere globale, attingendo alla fonte della più’ diffusa abitudine umana: l’Alimentazione, il VI potere.

In nome di nobili scopi umanitari questa forma di dominio si è’ insediata a fine anni ‘50 del secolo scorso mutando la sua azione nel tempo, adattandosi al progresso tecnologico, modificando e sottoponendo il genere umano al consumo di alimenti che progressivamente ne hanno cambiato la dieta.

Cosi’ per dare “Benessere a Tutti” si e’ sviluppato un mercato di alimenti di massa contenenti anche molecole nocive per il nostro organismo come coloranti artificiali, emulsionanti, addensanti, conservanti, sostanze tossiche provenienti dalla globalizzazione del commercio, dal trattamento chimico delle coltivazioni, dai mangimi e dai farmaci utilizzati negli allevamenti ipernintesivi.

Tutto si e’ svolto per anni in modo libero e selvaggio senza mai porsi dubbi sulla salute altrui ne su danni ambientali arrecati al pianeta, pur di far guadagno.

Nel tempo sono state dimostrate scientificamente correlazioni tra alcune di queste molecole nocive aggiunte negli alimenti e l’insorgenza di specifiche patologie.

Quando queste criticità’ sono state divulgate mediante studi scientifici, per cui l’uomo e’ ricorso ai ripari eliminando dall’alimento qelle sostanze tossiche oppure se tollerate in quantita’ ridotte, dichiarandole onestamente nell’etichetta, ma utilizzando disonesti caratteri di scrittura infinitesimali, illeggibili,  affinché’ l’informazione potesse essere sottovalutata dal consumatore.

Oggi il mercato e’ invaso da prodotti di lavorazione industriale che hanno sostituito molti cibi della tradizione rurale del nostro Paese, semplici e sani, taluni oramai dimenticati, minando da dentro il piatto la salutare Dieta Mediterranea, oramai per lo più’ abbandonata.

Costruiti nei sapori, altamente gustosi tanto da non poterne fare a meno e poco costosi, questi alimenti industriali vengono spinti da decenni da martellanti ed accattivanti pubblicità’, atte a creare quel senso di privilegio nel possederli in dispensa e quella frenesia di consumarli in quantità, complici promozioni commerciali mirate al mondo dei bambini, per collezionare più’ pupazzetti in regalo.

Si e’ giunti così’ a non poter fare a meno di una categoria “divina” di alimenti, diffusi a livello planetario, intoccabili da generazioni, ma che lasciano molti dubbi nutrizionali, dietetici e per la salute del nostro organismo.

L’invasione progressiva ed il predominio degli alimenti industriali sulle nostre tavole, ha sancito il ruolo del Supermercato come primo centro di riferimento alimentare soprattutto nelle grandi città.

Con la loro vasta scelta di vegetali insipidi, salumi e formaggi dal sapore costruito e di piatti pronti da asporto hanno ridotto anche la voglia di cucinare da parte consumatore seriale. 

L’iperconsumo di questi prodotti, con conseguente Iperalimentazione, ha abbassato l’attenzione del compratore nel valutare le quantità’ di sale e zuccheri aggiunti presenti in questi alimenti, nel loro alto contenuto di grassi animali, con il risultato della maggiore insorgenza delle cosiddette Malattie del “Benessere”.

Sono quindi aumentate malattie dismetaboliche, in particolare obesità’ e diabete alimentare di tipo 2, cardio-vascolari, degenerative neurologiche, cancro, senza dimenticare i crescenti casi di patologie su base autoimmune e di antibiotico resistenze.

Nel tempo comunque molti Supermercati hanno diversificato la loro proposta commerciale capendo le problematiche dietetiche, salutistiche ed ambientali.

Quindi sono stati immessi negli scaffali percentuali più’ o meno significative di alimenti di aziende del territorio, artigianali, Bio, e maggiori offerte di prodotti DOP ed IGP italiani.

Il secondo segnale di VI potere per la conquista globale e’ stato sancito dalla nascita dei cosiddetti grani “moderni”, nuova super razza ideata in Italia, sfruttando per la prima volta l’azione diretta agenti esterni mutageni, quali radiazioni ionizzanti, per creare ibridi in campo, la guerra insegna. 

Da frumenti diploidi siamo passati a tetra ed esaploidi con aliene caratteristiche fenotipiche e nutrizionali.

Le finalità’ erano sempre nobili, avere maggiore produttivita’ e resistenza agli agenti infestanti per sfamare anche i Paesi può’ popolosi e sottosviluppati, creando al tempo stesso un brand dominante.

Ma la spinta verso il globale consumo di farine e pasta a base questi grani, diventato nel tempo eccessivo, ha provocato un evidente aumento delle intolleranze ed allergie al glutine in tutto il pianeta, ed una maggiore diffusione delle aflatossine, di natura fungina, che contaminano il frumento soprattutto di provenienza extra nazionale.

Anche in questo settore ci sono stati dei cambiamenti produttivi negli ultimi due decenni grazie ad appassionati e giovani imprenditori, sensibili al rispetto dell’ambiente e alla salute dell’uomo, che sono tornati a coltivare “grani antichi” quali Il Senatore Cappelli, Tumminia, Solina, Gentil Rosso, l’Ardito ecc. fornendo  biodiverse varietà’ di farine a fornai e pastai.

Questi prodotti, a ridotta quantità’ di glutine, sono presenti anche nei Supermercati, spesso a marchio di grandi aziende industriali italiane che hanno a loro volta diversificato l’offerta.

La successiva espressione del Sesto Potere è nata negli anni ‘90 del secolo scorso mediante l’immissione in commercio di prodotti alimentare OGM di cui attualmente quattro multinazionali si spartiscono il mercato mondiale quali Bayern (Monsanto), la Dupont (Corteva Agriscience),  ChemChina e BASF.

I prodotti OGM sono mutati geneticamente attraverso tecniche di ingegneria molecolare, con creazione di aliene specie vegetali che presentano migliori rese, maggiore resistenza agli infestanti, maggiore tolleranza agli erbicidi, adattabilità’ ambientale e allungamento della durata di conservazione.

In questi processi vi e’ anche la possibilità’ di introdurre geni che aumentino il contenuto in vitamine, minerali o altri nutrienti essenziali con produzione di piante utilizzate anche per specifici farmaci e vaccini.

Utilizzati con il nobile scopo di sfamare sopratutto il continente asiatico, in forte crescita demografica ed economica, stanno generando ingenti guadagni.

I maggiori prodotti coltivati sono mais (utilizzato nei cereali per colazione ed olio di semi), soia (Tofu, olio di semi, margarina), farro, colza (olio di semi, margarina), riso, cotone, pomodori, melanzane, zucche, zucchine, zucchero da barbabietole e canna, papaya.

Molti di questi prodotti oramai hanno sostituito in elevate percentuali i loro simili naturali.

La presenza di OGM negli alimenti può variare in base alle legislazioni e alle normative di diversi paesi, in Italia vietata la produzione per legge, ma talvolta possono venir importati all’insaputa del consumatore in quanto contenuti in cibi provenienti da altri Paesi come Cina e USA.

Il divieto e’ giustificato in quanto gli OGM sono considerati dei bioinquinanti perché’ possono trasferire nuove sequenze geniche a piante naturali coltivate nelle vicinanze attraverso il polline, distruggendo piante autoctone secolari.

Inoltre si possono sviluppare dei nuovi virus ibridi in queste piantagioni con conseguenti resistenze organiche.

In letteratura scientifica, soprattutto medica, non esistano lavori “seri” che comprovino benefici o meno da parte degli OGM per la salute del nostro organismo, e questo lascia molti interrogativi sul loro consumo, soprattutto per quanto concerne la nascita di nuove proteine e loro interazione con la nostra flora batterica intestinale e sistema immunitario.

L’ultima invenzione alimentare del nuovo millennio e’ già’ presente in tavola negli USA, Singapore ed Israele.

E’ veramente sorprendente ed assomiglia più’ che ad una scoperta ad un delirio di onnipotenza umana: la Carne Artificiale, il VII Potere.

Attualmente il suo principale limite e’ l’alto costo, ma per poco tempo.

Se nel 2013 il primo hamburger prodotto in laboratorio era costato 300mila dollari, tre anni dopo il prezzo di mercato di una polpetta prodotta dalla Memphis Meat era sceso a 20mila dollari alla libbra (un po’ meno di mezzo chilo). 

All’inizio del 2021 la Future Meat Technologies ha annunciato di essere riuscita a realizzare un petto di pollo da 160 grammi a soli 4 quattro dollari. Secondo un’analisi della società McKinsey, entro il 2030 la carne sintetica arriverà a costare tanto quanto quella animale “vera”.

Barclays stima che il giro d’affari possa arrivare a valere sino a 450 miliardi di dollari nel 2040, ossia il 20% del mercato globale della carne.

Concludendo, l’alimentazione non corretta che stiamo subendo da diversi decenni, basata su cibi costruiti e non naturali comporta un danno organico stocastico, cioè’ cronico, che si manifesta nel tempo, quindi scarsamente dimostrabile, ma capace di far sviluppare nel corso degli anni al nostro organismo una serie di patologie, comprese quelle su base autoimmune.

E’ giunto il tempo si rifletta seriamente se seguire o meno questa evoluzione alimentare imposta, che non sembra ne Sana né Ecosostenibile ne Responsabile e che genera elevati guadagni al ristretto numero di multinazionali che gestiscono il VI potere.

Diamo valore ai mercati agroalimentari a KM 0, sostenuti da agricoltori ed allevatori spesso di giovane età, nuovi imprenditori a cui sono cari i temi del rispetto ambientale, il benessere animale e la salute umana.

Possibilmente cerchiamo di consumare prodotti da agricoltura biologica e biodinamica, DOP, IGP e tutti gli altri che sono controllati da rigidi disciplinari.

Soprattutto torniamo a cucinare e a gestire in prima persona gli alimenti che consumiamo, abolendo gli sprechi e favorendo il loro riciclo in cucina.

Dimostriamo di essere nutrizionisti di noi stessi e non dei semplici polli di batteria.

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