Question time di Meloni alla Camera: “Garantire ai palestinesi uno Stato indipendente”

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La premier risponde a una decina di interrogazioni su temi diversi, dalla sanità al Patto di stabilità e dalla guerra a Gaza alle politiche per il Sud. Sulle privatizzazioni: “Finiti i tempi dei regali miliardari, devono far crescere economia italiana”

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Question time di Giorgia Meloni alla Camera per un confronto a tutto campo, dalla sanità alle privatizzazioni e dall’Ue alla guerra a Gaza. Proprio sul conflitto in Medio Oriente ha dovuto rispondere per la prima domanda, quella di Nicola Fratoianni (Avs), sulle iniziative per un immediato cessate il fuoco nella Striscia e per una soluzione del conflitto in linea con il principio “due popoli, due Stati”. La premier ha ribadito che la posizione del governo è quella di garantire uno Stato indipendente per i palestinesi: “Non condivido il ‘no’ di Netanyahu alla soluzione dei due Stati”. Un’intesa – ha aggiunto – non può però “essere chiesta unilateralmente: il presupposto è il riconoscimento degli interlocutori, di Israele e del diritto degli israeliani a vivere in sicurezza”. E precisa: “Sono un po’ colpita dal fatto che nell’interrogazione non siano stati citati gli eventi che hanno scatenato la crisi e cioè il feroce attacco di Hamas. Questa ambiguità sempre più diffusa in Occidente è il principale ostacolo a una soluzione due popoli e due Stati”. 

Meloni: “Stiamo lavorando per portare minori palestinesi in Italia”

Sempre sulla guerra a Gaza, Meloni ha detto che si deve “lavorare per promuovere una tregua, lavorare al rilascio degli ostaggi, rafforzare l’autorevolezza dell’Autorità nazionale palestinese, che è l’unico interlocutore possibile, coinvolgere gli organismi multilaterali a partire dall’Ue sull’ipotesi di gestione transitoria della Striscia di Gaza e su una seria roadmap per arrivare alla soluzione che condividiamo”. Poi un passaggio sulla tutela della popolazione civile: “Siamo stati i primi ad inviare aiuti a Gaza. Approfitto per annunciarvi che stiamo lavorando per portare minori palestinesi in Italia per essere curati nei nostri ospedali”. 

ROME, ITALY - DECEMBER 17: Italian Prime Minister Giorgia Meloni attends 'Atreju 2023' Conservative Political Festival  on December 17, 2023 in Rome, Italy. Italian Prime Minister Giorgia Meloni's right-wing political party organised a four-day political festival in the Italian capital. (Photo by Franco Origlia/Getty Images)




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“Vogliamo tornare a produrre 1 mln di auto all’anno. Stellantis? Nascita cela acquisizione francese”

Matteo Richetti (AZ-PER-RE) ha chiesto quali sarebbero le iniziative volte a garantire la continuità produttiva e occupazionale presso gli stabilimenti italiani di Stellantis e di Magneti Marelli, nell’ambito del rilancio del comparto automobilistico. “Vogliamo tornare a produrre un milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana. Se si vuole vendere auto sul mercato internazionale pubblicizzandola come gioiello italiano allora quell’auto deve essere prodotta in Italia questa la questione che dobbiamo porre”, ha detto Meloni. “Il gruppo Fiat e i marchi italiani collegati – ha aggiunto –  rappresentano una parte molto importante della storia industriale nazionale, in termini occupazionali e di ricchezza prodotta, un patrimonio economico che merita la massima attenzione, e questo significa anche avere il coraggio di criticare alcune scelte del management e del gruppo quando sono state distanti dall’interesse italiano, come mi è capitato di fare, spesso nell’indifferenza generale”. Il riferimento non è casuale: “Penso allo spostamento della sede legale e fiscale fuori dall’Italia o alla fusione che celava un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano: tanto che oggi nel cda di Fca siede un membro del governo francese, non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengono maggiormente in considerazione le istanze francesi rispetto a quelle italiane”.

The "Stellantis" sign posted at the main entrance of the Fiat Mirafiori building in Turin, Italy, 17 January 2021.
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO




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Privatizzazioni: “Non sono solo metodo per fare cassa ma sviluppo per l’economia”

Tra le file della maggioranza, Barelli (Forza Italia) ha interrogato Meloni sulle politiche del Governo in materia di privatizzazioni di società a partecipazione pubblica. “Il governo lavora alla razionalizzazione delle partecipate dello Stato, da cui si attendono proventi per circa l’1% del Pil (circa 20 miliardi in tre anni). Ma devono considerate anche come fattore di sviluppo dell’economia italiana e non solo come metodo per fare cassa”, ha detto Meloni. Che precisa il metodo che si intende seguire: “Ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e affermarla dove invece è necessaria, come negli asset strategici”. Insomma: “Non si tratta di privatizzare per privatizzare, di dismettere o di svendere”. L’impostazione del governo, ha aggiunto la premier, “è lontana anni luce da quanto visto purtroppo accadere in passato”, quando le privatizzazioni sono state “regali miliardari a qualche ben inserito e fortunato imprenditore”. Nulla a che fare con il mercato libero, secondo Meloni, ma piuttosto una situazione simile a quanto accaduto “con gli oligarchi russi quando si è dissolta l’unione sovietica”.

“Al Patto per la terza età un miliardo di euro per garantire dignità ad anziani”

Molinari (Lega) si è concentrato sulle politiche a favore degli anziani. Meloni, dopo aver definito “una ricchezza per il Paese” i più anziani, ha voluto sottolineare come si stia lavorando “per portare a termine una riforma strutturale delle politiche per la terza età, che è un obiettivo del Pnrr”. Intanto, in Consiglio dei ministri è stato approvato il patto per la terza età. Adesso si guarda al decreto attuativo, che – assicura la premier – “arriverà in Cdm domani” e che “stanzia complessivamente oltre un miliardo di euro per i primi due anni, risorse che servono a garantire all’anziano una vita dignitosa”.

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Stragi naziste: “Doverosi gli indennizzi, ma l’Avvocatura deve verificare i presupposti”

Magi (+Europa) ha chiesto conto delle iniziative in materia di risarcimento dei danni a favore dei familiari delle vittime delle stragi naziste. Meloni ha risposto che “consideriamo doverosi gli indennizzi, lo abbiamo mostrato aumentando nel 2023 il fondo” e che “non può esserci dal governo un intento dilatorio o ostruzionistico”. Ciò non toglie, ha però precisato, “che l’Avvocatura dello Stato debba fare il suo lavoro di verifica sui presupposti per il risarcimento. La completezza del contradditorio non è disattenzione per le vittime ma rispetto della legge. Non c’è nessun intento dilatorio ma un lavoro necessario, usiamo risorse dei cittadini, nel modo più corretto possibile”.

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