quali i sintomi e come si cura- Corriere.it

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Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), come ogni stagione invernale, è tornato. Si stima che sia responsabile, ogni anno, di più di 34 milioni di infezioni delle basse vie respiratorie, che per 3 milioni di casi significa ospedalizzazione e per 200.000 bambini, soprattutto nei paesi a basso tenore socio-economico o nei bimbi particolarmente fragili, può essere causa di morte. Pur essendo un agente virale che risulta particolarmente aggressivo nei più piccoli, in particolare durante il primo anno di vita, quest’anno colpisce anche i bambini più grandi. «Nel nostro Pronto Soccorso (ndr Policlinico Umberto I di Roma) abbiamo diversi bambini ricoverati con infezioni respiratorie, che spesso vengono confuse con l’influenza che in realtà non è ancora così diffusa — spiega Fabio Midulla professore di Pediatria alla Sapienza e Responsabile del Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma. — Il Virus che sta girando adesso e che infetta di più è il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) che dà la bronchiolite nei bambini sotto l’anno di età, ma ci sono anche bambini dopo l’anno che hanno forme respiratorie importanti riconducibili al Virus Respiratorio Sinciziale. Rispetto agli anni precedenti assistiamo a un aumento di diffusione anche nei bambini più grandicelli».

I primi sintomi

Di norma l’incubazione dura circa 5 giorni, i primi sintomi sono raffreddore (1-3 giorni), tosse secca e talvolta febbre (nella bronchiolite, nella maggior parte dei casi, non compare febbre alta), poi il bambino può iniziare ad avere scarso appetito. «Se il piccolo inizia a mangiare sensibilmente di meno o smette di mangiare bisogna iniziare a preoccuparsi, potrebbe comparire un problema respiratorio- spiega Midulla. — La cosa più importante da tenere monitorata è l’alimentazione. Un bambino, infatti, non passa dall’avere tosse e/o raffreddore al “respirare male”, prima c’è sempre una diminuzione dell’appetito. La riduzione dell’alimentazione è il primo segno precoce che un bambino può andare incontro a problemi respiratori importanti. Ecco perché, appena un bambino nei primi anni di vita, inizia a mangiare di meno occorre contattare il medico, più è piccolo più occorre essere attenti a cogliere questo banale ma fondamentale segnale. La maggior parte dei bambini che vengono ricoverati da noi non hanno problemi respiratori gravi, ma una grande forma di disidratazione provocata dal fatto che non mangiano e si idratano a sufficienza».

Perché è pericoloso e come si trasmette

Il VRS è il principale agente responsabile della bronchiolite acuta virale, la più frequente patologia infettiva che colpisce – di norma – il bambino nel primo anno di vita (quest’anno anche i più grandicelli) ed è la prima causa di ospedalizzazione nel lattante. A differenza di altri agenti patogeni il VRS non conferisce immunità duratura, dunque lo stesso soggetto può infettarsi più di una volta nel corso della vita. «Questo è il motivo per cui più frequentemente i bambini si infettano stando a contatto con adulti o fratellini che magari hanno un semplice raffreddore. A livello preventivo è fondamentale il monitoraggio in famiglia, che è il luogo dove più spesso girano i virus. Se c’è qualcuno di raffreddato in casa, la cosa importante è, evitare lo stretto contatto, soprattutto con i piccoli di casa, lavarsi bene le mani, adottare tutte quelle semplici regole di precenzione che abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia e che aiutano a ridurre la diffusione del virus, anche quello Sinciziale», spiega Minnuta. La diffusione principale avviene dal contatto diretto attraverso le mani, meno frequentemente la trasmissione è respiratoria. Su alcuni oggetti e superfici infette, come tavoli, giocattoli, maniglie delle porte, il virus può sopravvivere per molte ore, per questo è fondamentale una corretta igiene delle mani, non condividere oggetti potenzialmente contaminati e detergere frequentemente le superfici a rischio.

Lavaggi nasali e paracetamolo in caso di febbre

La bronchiolite, nella maggior parte dei casi lievi e moderati, tende a scomparire da sola. In questo contesto il genitore ha il compito di assicurare una corretta idratazione ed alimentazione del piccolo e provvedere a mantenere pulite e pervie le vie respiratorie, praticando lavaggi nasali più volte al giorno. La terapia con antibiotici, antinfiammatori, cortisonici non è, invece, indicata. Il virus influenzale è meno importante e grave di quello Sinciziale nei bambini «E poi c’è il vaccino influenzale che protegge. In caso di febbre alta, si può ricorrere al paracetamolo sopra i 38,5, non forzare il bambino a mangiare ma assicurarsi che beva molto, se il bambino è allattato al seno incentivare l’allttamento materno ed evitare il fumo passivo», conclude Minnuta.

Come escludere che il bambino abbia il COVID (e non la bronchiolite)?

Anche il SARS-CoV-2 come gli altri agenti respiratori virali può essere causa di bronchiolite nel lattante, molto meno frequentemente del VRS: in caso di sospetto basterà un semplice tampone nasofaringeo per escludere che si tratti di COVID. In ogni caso, che sia una bronchiolite da VRS o un meno frequente caso di bronchiolite da SARS-CoV-2, la profilassi è la stessa e le accortezze nella gestione restano pressoché identiche.

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