Noci, mandorle & co: fanno veramente bene?

admin
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Nonostante la maggior parte delle linee guida nutrizionali consigli esplicitamente di mangiare tutti i giorni noci, pistacchi o in generale la frutta a guscio, poche persone, soprattutto tra i più giovani, lo fanno. E questo accade perché, come hanno mostrato diverse indagini, otto su dieci temono di ingrassare. Ma quanto c’è di vero in questa diffusa opinione? Per scoprirlo, i ricercatori della Vanderbilt University di Nashville hanno condotto uno studio controllato. Pur essendo sostenuto da associazioni no profit, ma comunque collegate ai produttori*, rispecchia i criteri degli studi effettuati secondo i dettami della scienza (e, peraltro, ne conferma altri analoghi pubblicati negli anni scorsi).

Lo studio sulle noci e la frutta a guscio

Hanno selezionato un’ottantina di giovani di età compresa tra i 22 e i 36 anni, tutti con un indice di massa corporeo compreso tra 24,5 e 34,9, cioè che andava dai limiti superiori della normalità ai grandi obesi, e un fattore di rischio per la sindrome metabolica, che predispone al diabete di tipo 2 e alle malattie cardiovascolari, tra i quali ipertensione, iperglicemia, grasso addominale, livelli troppo alti di colesterolo e simili.

nocciole in un sacco di juta
Chi aveva avuto lo snack con la frutta a guscio aveva avuto una riduzione dei fattori di rischio per la sindrome metabolica del 67% se donna, e del 42% se uomo

Quindi hanno chiesto loro di consumare ogni giorno, per quattro mesi, due volte al giorno, tra le 6 e le 18, uno snack del peso di circa 35 grammi, composto o da un mix di noci macadamia, noci pecan, noci, anacardi crudi non salati, pistacchi, nocciole e mandorle, oppure, per controllo, da pretzel non salati, cracker con farine integrali o raffinate o barrette tipo granola. Lo snack di controllo era simile, per composizione e contenuto in fibre e calorie, proteine e sodio, a quello a base di noci e simili.

Inoltre, hanno chiesto loro di non modificare alcuna abitudine né alimentare né relativa allo stile di vita quale, per esempio, il livello di attività fisica svolta.

I risultati

Alla fine delle 16 settimane di test, il risultato, illustrato su Nutrients, è stato che chi aveva avuto lo snack con i frutti a guscio aveva anche avuto una riduzione dei fattori di rischio per la sindrome metabolica del 67% se donna, e del 42% se uomo. In particolare, le donne avevano visto diminuire soprattutto il grasso addominale, gli uomini i livelli di insulina nel sangue. Inoltre, nessuno aveva acquistato peso, molto probabilmente perché, come dimostrato da ulteriori esami e test, il loro organismo utilizzava le calorie assunte in modo più efficiente rispetto al gruppo di controllo.

Lo studio sembra quindi confermare che i frutti a guscio non solo non fanno ingrassare, ma aiutano a sfruttare al meglio le calorie e, in questo modo, riducono il rischio di malattie del metabolismo. Inoltre, per questo, pur essendo ricchi di oli, non richiedono, se inseriti nella dieta abituale di persone già in sovrappeso, una restrizione calorica. Non ci sono quindi motivi per non seguire le linee guida, e per non abituarsi a mangiare tutti i giorni piccole quantità di noci e simili.

* Come la American Pistachio Growers, che ne riunisce oltre 860, e la International Tree Nut Council Nutrition Research & Education Foundation

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