«Nel 2024 prenderemo meno pillole. Ma ora attenti alle malattie del nuovo clima»- Corriere.it

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di Marco Imarisio

Il professore: «Covid? Non ce ne libereremo, ci sarà sempre come l’influenza. Ma sta diventando endemico, per cui l’impatto sarà probabilmente minore». E sui vaccini: «L’mRna comincia a dare risultati interessanti contro i tumori. E uno studio recente ribadisce che non c’è correlazione con le morti improvvise»

Professor Remuzzi che 2024 sarà, per la medicina e per la nostra salute?

«Chi come me ha fede nel progresso e nella scienza, non può che essere ottimista. Qualche esempio. Dipenderemo sempre meno da pillole o compresse. I farmaci si stanno trasformando in anticorpi, la base dell’immunoterapia, che oggi si possono creare in maniera più semplice. Diventeranno sempre più specifici, e potranno persino trattare le malattie croniche».

Come i tumori?

«Anche. E poi vanno menzionate le CAR T, una terapia innovativa che ha cominciato a svilupparsi qualche anno fa nella ricerca sulla leucemia linfatica acuta. Modificazione genetica in laboratorio dei linfociti, che vengono poi reintrodotti nel corpo del paziente, trasformandosi in cellule che riconoscono quelle tumorali e le distruggono. Verrà usata sempre più per linfomi, mieloma multiplo e anche malattie autoimmuni, come il lupus, ma presto grazie alla terapia genica ci sarà la possibilità che sia il paziente stesso a fabbricarsi le CAR T che gli servono, senza dover ricorrere al prelievo e alla manipolazione dei linfociti».

Effetti negativi?

«Esistono, ma sono relativamente modesti e c’è il modo di controllarli. Il principale è la febbre alta, legata alla distruzione delle cellule».

Sarà l’anno in cui finalmente ci libereremo dal Covid?

«Ma no. Ci sarà sempre, come l’influenza, e dobbiamo accettare questa realtà. Ma sta diventando endemico. E dovrà adattarsi ad un ambiente in cui non si trova a suo agio, per cui l’impatto probabilmente sarà minore».

Vaccinati per sempre?

«Dovremo farlo ancora a lungo. I vaccini Rna-messaggero per il Covid durano poco. Ma ora alcuni gruppi giapponesi utilizzano già una nuova tecnologia per cui l’Rna si amplifica da solo, creando sequenze più lunghe che circolano nel corpo per un periodo molto più prolungato. Questo metodo è stato approvato a novembre. Occorre studiare a fondo gli eventuali effetti negativi, dei quali sappiamo ancora poco. Ma questa tecnica avrà ben presto applicazioni molto ampie, dall’influenza ai vaccini per il cancro, e un giorno potrebbe essere usata per insegnare al nostro organismo a produrre lui stesso proteine terapeutiche».

Quale potrebbe essere la novità più importante dell’anno che verrà?

«Forse, la capacità di spegnere i geni mutati espressi dal fegato che possono causare gravi malattie, a volte anche fatali. Ci arriveremo attraverso interventi di terapia genica per i quali sono già cominciate le sperimentazioni nell’uomo. In particolare, è estremamente affascinante la possibilità di operare sul Rna del fegato per curare una malattia del cuore come la cardiomiopatia associata a una forma ereditaria di amiloidosi, ovvero la crescita di proteine anomale che causano disfunzioni organiche, molto rara ma altrettanto grave. Per chi soffre di tali patologie, il 2024 sarà un buon anno».

Ci sarà pure qualche scoperta recente che la lascia perplesso?

«Science ha scelto Ozempic come la svolta scientifica del 2023. Si tratta di semaglutide, un principio attivo utilizzato per il trattamento del diabete e per lo scompenso cardiaco associato a obesità. Non andrebbe usata per dimagrire, e invece per quest’ultima indicazione c’è letteralmente una corsa, da parte di persone che vogliono perdere peso con una pastiglia. Ma il farmaco sta trasformando l’economia della Danimarca: Novo Nordisk, l’azienda che lo produce, è valutata ormai quasi 400 miliardi di dollari e contribuisce in modo sostanziale al PIL nazionale. Nel 2024 vedremo come finirà con questo farmaco che tutti vorrebbero. Sul quale io ho molti dubbi, per usare un gentile eufemismo».

A suo avviso, in questo caso gli effetti negativi supererebbero i benefici?

«Assolutamente sì. Ci sono problemi importanti a carico del tratto gastrointestinale, come evidenziato da uno studio appena uscito sul giornale dell’Associazione dei medici americani. In casi rari si può arrivare persino alla paralisi dello stomaco, ci sono manifestazioni di pancreatite acuta piuttosto frequenti, così come delle colecistiti. Tutto questo si può accettare, visti i benefici nel campo del diabete e dello scompenso di cuore. Ma dal mio punto di vista, si tratta di rischi non accettabili per una semplice perdita di peso».

Come si spiega questa nuova ondata di scetticismo verso i vaccini?

«Le spiegazioni possono essere tante. Ma è semplicemente sbagliato. L’unico modo per combattere il Covid è il vaccino. Non ti protegge completamente dal contrarre l’infezione, ma dalla gravità della malattia. E in un futuro molto vicino il ringraziamento dovuto agli studiosi che lo hanno creato sarà ancora più grande».

Verrà utilizzato anche in altri campi?

«La tecnica del Rna-messaggero comincia a dare risultati interessanti contro i tumori. La si sta sperimentando nelle fasi avanzate del melanoma, in certi tumori del cervello e in alcuni del polmone. Ricordiamo che l’uso del Rna-messaggero è nato nell’ambito della ricerca contro il cancro. Poi è arrivata l’emergenza del Covid, e questi vaccini hanno risparmiato 20 milioni di morti, solo nel 2021. A parte l’acqua potabile, nulla era stato capace di tanto per il genere umano. Ora si sta ritornando allo studio dei tumori, con una tecnologia molto migliorata».

Per cosa invece ci dovremmo preoccupare?

«Bisogna stare sempre più attenti al rapporto tra malattie e cambiamenti climatici, che sono responsabili dell’insorgenza di molte patologie. Malaria, dengue, Ebola, SARS, Zika e altre infezioni causano milioni di morti ogni anno e ci sono quasi trecento condizioni patologiche aggravate dal cambio del clima».

E allora perché si dichiara ottimista?

«Le rispondo con la storia di Halidou Tinto, direttore di una clinica del Burkina Faso dove da oltre dieci anni si sperimentano cure e vaccini contro la malaria. Lo scorso ottobre, sua figlia di sei anni si è ammalata. È stata ricoverata per una settimana, in condizioni molto gravi. Ma quello stesso mese, un nuovo vaccino contro la malaria, al quale aveva lavorato anche Tinto, è stato approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. È solo il secondo, contro una piaga secolare. La bambina nel frattempo è guarita. E noi abbiamo un’arma in più per fare fronte a queste malattie che sempre più di frequente, a causa del clima, arrivano da noi».

Morale?

«L’uomo ha risorse straordinarie. Ma bisogna che la gente e i governi credano di più nella ricerca e nell’importanza di finanziarla. Da una parte gli scettici per partito preso, dall’altra la fiducia nella scienza, che dobbiamo alimentare sempre più, evitando derive pseudoscientifiche».

Tipo le morti improvvise «dovute al vaccino»?

«Uno studio appena pubblicato dimostra che non c’è associazione tra vaccino e morte improvvisa. Alcuni media hanno grande responsabilità nel diffondere credenze che poi vengono smentite dai dati».

Il 2024 sarà ancora un anno di guerra.

«Ho letto di recente su
Lancet
l’intervento di un medico che lavora a Gaza in un ospedale. “Non ho un posto dove andare”, diceva. Le guerre portano povertà, e la povertà è la prima causa di malattia. Per quel che riguarda l’Italia, il mio cruccio maggiore è la difficoltà a far capire quanto prezioso sia il Servizio Sanitario Nazionale per il benessere di un Paese. Come per la guerra, anche un Servizio Sanitario Nazionale debole è causa di malattia e morte».

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28 dicembre 2023 (modifica il 28 dicembre 2023 | 07:25)

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