La pancia (anche da magri) è collegata a maggior rischio di Alzheimer- Corriere.it

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Quantità più elevate di grasso addominale viscerale nella mezza età sono collegate a maggior rischio di sviluppare Alzheimer secondo una ricerca appena presentata all’incontro annuale della Radiological Society of North America (RSNA).

Obesità e Alzheimer

È noto da alcuni anni che l’obesità è un fattore significativo per la malattia di Alzheimer: è un dato riportato in diverse ricerche. Il peso in eccesso può causare cambiamenti neuronali come l’accumulo della proteina beta-amiloide o la formazione di danni cerebrali generalmente associati alla malattia di Alzheimer.

Quale grasso fa male?

I ricercatori della RSNA, però, per la prima volta hanno collegato un tipo specifico di grasso (quello viscerale) all’accumulo della proteina beta-amiloide in persone cognitivamente normali.
Il grasso viscerale è il grasso che circonda gli organi interni situato in profondità (per questo detto «viscerale») nella pancia e non collocato a livello sottocutaneo. Secondo la ricerca, aumenta il rischio di Alzheimer perché correlato a cambiamenti che avvengono nel cervello fino a 15 anni prima che si manifestino i primi sintomi di perdita di memoria della malattia.

L’esperimento

Per dimostrarlo, i ricercatori hanno analizzato i dati di 54 soggetti cognitivamente sani, di età compresa tra 40 e 60 anni, con un Indice di Massa Corporea (BMI) medio di 32 (che determina un’obesità di primo grado). I partecipanti sono stati sottoposti a misurazioni del glucosio e dell’insulina, nonché a test di tolleranza al glucosio. Il volume del grasso sottocutaneo e del grasso viscerale sono stati misurati utilizzando la risonanza magnetica addominale. La risonanza magnetica cerebrale ha invece misurato lo spessore corticale delle regioni cerebrali che sono solitamente interessate dalla malattia di Alzheimer. Infine, è stata utilizzata la PET (tomografia a emissione di positroni) per esaminare nel cervello la presenza di placche amiloidi e grovigli di tau, proteine che si ritiene interferiscano nella comunicazione tra le cellule cerebrali e sono rilevate in grandi quantità nei cervelli di persone malate di Alzheimer.

Più grasso viscerale, più amiloide

Gli scienziati hanno scoperto che una quota di grasso viscerale più alta (rispetto al grasso sottocutaneo) era associata, nei soggetti presi in esame, a una maggiore concentrazione di amiloide (evidenziata per mezzo della PET) in una zona della corteccia cerebrale nota per essere sede di accumulo di amiloide nell’Alzheimer. Questa relazione era peggiore negli uomini che nelle donne, dato che gli uomini tendono fisiologicamente ad accumulare il grasso nella pancia, mentre le donne lo fanno dopo la menopausa.
I ricercatori hanno anche scoperto che misurazioni più elevate di grasso viscerale erano correlate a un aumento del carico di infiammazione nel cervello.
Semplificando, a parità di indice di massa corporea, quindi di grado di obesità, lo stato del cervello (riguardo all’accumulo di proteine che possono determinare futuro rischio di Alzheimer) era peggiore in persone con maggiore quota di grasso viscerale rispetto al grasso sottocutaneo.

Il meccanismo

«Andando oltre l’indice di massa corporea e caratterizzando meglio la distribuzione anatomica del grasso corporeo sulla risonanza magnetica, ora abbiamo una migliore comprensione del motivo per cui questo fattore può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer», ha affermato l’autore senior dello studio, dottor Cyrus A. Raji, Professore associato di radiologia e neurologia e direttore della risonanza neuromagnetica al Mallinckrodt Institute of Radiology (MIR) presso la Washington University School of Medicine di St. Louis. «Si presuppone che diversi fattori svolgano un ruolo — ha detto il dottor Mahsa Dolatshahi, ricercatore del MIR —: le secrezioni infiammatorie del grasso viscerale, in contrapposizione agli effetti potenzialmente protettivi del grasso sottocutaneo, possono portare all’infiammazione nel cervello, uno dei principali meccanismi che contribuiscono alla malattia di Alzheimer».

I due tipi di grasso

Il grasso sottocutaneo, infatti, che le donne tendono ad accumulare su fianchi e cosce, ha un effetto protettivo nei confronti di infarti e ictus ed è antinfiammatorio a livello cerebrale. Per questo fino alla menopausa le donne soffrono meno rispetto agli uomini di una serie di patologie.
Il grasso viscerale collocato sull’addome è invece pericoloso: riveste gli organi interni (come fegato, cuore e vasi), può produrre sostanze pro-infiammatorie e pro-tumorali e aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, di disfunzioni sessuali, problemi renali e di alcuni tumori.

La pancia è pericolosa anche nei soggetti magri

Per questo il consiglio è quello ritornare al più presto al peso forma se si è in sovrappeso, ma non solo: la pancia è pericolosa anche nei soggetti magri. Un precedente studio pubblicato su JAMA ha scoperto che donne in menopausa con peso normale ma eccesso di grasso addominale avevano un rischio maggiore del 31% per tutte le cause di morte. Il rischio era quasi uguale al gruppo degli obesi. Ecco perché è importante eliminare, per tutti, la pancetta: non è solo un inestetismo, è fonte di numerosi problemi di salute.
La circonferenza addominale ottimale per le donne è inferiore a 80cm, si ha obesità addominale con più di 88 cm; per gli uomini sono 94cm e 102 (Come buttare giù la pancia dopo i 50 anni? Si veda l’articolo sotto, ndr).

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