«Ho chiesto, come un qualsiasi cittadino»

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Le dimissioni non ci saranno, e in fondo non se le aspettava nessuno. La ormai nota vicenda della fermata ad personam del Frecciarossa Torino-Salerno a Ciampino — voluta da Francesco Lollobrigida visto che il treno era in forte ritardo e ci teneva a partecipare a una inaugurazione di una scuola a Caivano, raggiunta poi con auto blu — nelle sue conseguenze pratiche si ferma qui. Ma in quelle politiche no.

 Primo, perché il ministro dell’Agricoltura, dopo aver appunto escluso le dimissioni, ha dato la sua disponibilità a riferire in Aula: «Per quanto è di mia competenza farò tutto quello che è necessario. Non sono mai fuggito dal confronto. Sono convinto di aver agito non solo nell’ambito della legalità e della norma ma nell’interesse dello Stato e per rappresentarlo a Caivano.

 Quella discesa dal treno non era per andare in vacanza, ma per andare a fare il mio lavoro. Ho chiesto come qualsiasi cittadino se si potesse fare la cosa, mi hanno detto sì e sono sceso». Ma il secondo elemento politico è più dirompente. Ed è la dissociazione (dopo un giorno di silenzio) della Lega dal comportamento di Lollobrigida, che invece viene difeso da FdI e anche da FI: «Fs ha detto che non c’è stato alcun abuso e per me non c’è nessuno da far dimettere. La vicenda è chiusa e chiarita», dice Antonio Tajani. Il sottosegretario Giovambattista Fazzolari (FdI) ieri ha spiegato: «Finché non vediamo le carte non si può giudicare. Per me non è niente. Non è questione di capire se è opportuno o meno, ma come è andata. Se un treno ha accumulato più di un’ora di ritardo, chiunque può scendere». A chi gli dice che Fazzolari lo ha difeso, replica secco Lollobrigida: «Non c’è niente da difendere».

La Lega invece affonda il coltello, a riprova che in questa fase i rapporti sono piuttosto conflittuali. L’uscita di ieri del capogruppo del Carroccio al Senato Massimiliano Romeo è più di una stilettata: «Il comportamento di Lollobrigida credo sia una cosa che bisogna evitare. Bisogna cercare di evitare di ingenerare polemiche, anche se capisco che ci possono essere delle questioni istituzionali e dei momenti in cui ci sono cose da fare».

  E il caso è manna per l’opposizione. Molto duro il M5S, con Giuseppe Conte: «No, ministro Lollobrigida, nessun normale cittadino può chiedere di far fermare il treno — quando e dove più gli è comodo — e scendere liberamente. Lo sanno bene milioni di pendolari». Il Pd chiama in causa direttamente Salvini: «Abbiamo presentato un’interrogazione per sapere cosa ne pensi il ministro dei Trasporti. C’è il silenzio e a me è sembrata una cosa molto sgradevole. Un abuso di potere? Direi una grandissima caduta di stile», dice Simona Malpezzi. Sarcastico invece il presidente della Campania Vincenzo De Luca: «Registriamo un passaggio continuo di ministri a Caivano e abbiamo trovato una soluzione per accogliere i pellegrini del governo. Abbiamo deciso di installare a Caivano una tenda della protezione civile così li ospitiamo quando vengono in pellegrinaggio». Replica dei ministri: «Caivano conoscerà una stagione di bellezza, nonostante il suo atteggiamento menefreghista».

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