Disturbi alimentari, in Piemonte il 5,7% dei casi di tutta Italia. “Servono prevenzione e supporto psicologico” – Lavocedialba.it

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In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, il 15 marzo è stata l’occasione di un focus sul problema dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, fenomeno che ha visto un aumento di quasi il 40%. Oltre all’impatto sulla salute fisica degli individui, i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DAN) — come anoressia, bulimia nervosa e binge eating — coinvolgono anche l’intera sfera psicologica della persona, spesso rimanendo latenti a livello sociale, con conseguente impatto sulla qualità della vita e sulla salute mentale delle persone che ne soffrono.

I dati dell’Osservatorio sui disturbi alimentari

I dati forniti dall’Osservatorio Unobravo sui disturbi dell’alimentazione in Italia evidenzia l’importanza dell’adozione di strategie preventive, tra le quali gioca un ruolo chiave l’intraprendere un percorso volto al benessere psicologico, oltre che fisico. Emerge così che, tra le persone che affermano di non avere un buon rapporto con il cibo e con il proprio corpo, solo il 9,3% sostiene di avere già una diagnosi di disturbo del comportamento alimentare, mentre il restante 90,7% potrebbe essere alla ricerca di supporto psicologico per la prima volta.

La situazione nelle diverse regioni italiane

Dall’Osservatorio Unobravo emerge che la maggior parte delle persone alla ricerca di supporto psicologico per possibili DAN si concentra nelle due regioni più popolose dello Stivale: Lombardia (27,3%) e Lazio (11,1%). Proseguendo, le percentuali più alte si riscontrano in Emilia-Romagna (9,9%) e Veneto (8,9%), seguita da Campania (6,3%), Toscana (5,8%) e Piemonte (5,7%), mentre si scende di qualche punto percentuale nel Sud Italia, con Sicilia e Puglia (entrambe al 4,2%).

Considerando le singole province italiane, invece, la maggiore percentuale di coloro che dichiarano di non avere un buon rapporto con il proprio corpo si trova a Milano (12%), seguita da Roma (9,2%), Bologna (3,6%) e Napoli (3,3%), mentre Torino con il suo 2,2% arriva subito dopo Mantova (3,1%).

Le diagnosi di disturbi del comportamento alimentare

Sul totale del campione, solo il 9,3% sostiene di avere ricevuto una diagnosi di disturbo del comportamento alimentare e il 7,2% afferma che lo stesso sia in fase di miglioramento.

Dal punto di vista geografico, il 30% delle persone che hanno già ricevuto una diagnosi di DAN si concentra in Lombardia, seguono Lazio (12,1%) ed Emilia-Romagna (9%). Tra le province, le concentrazioni più alte sono a Milano (13,8%), Roma (10,2%) e Mantova (3,4%), seguita a poca distanza da Napoli (3,2%).

Donne tra 25 e 32 anni le più colpite

Secondo l’indagine condotta dall’Osservatorio Unobravo, in Italia le persone che sostengono di non avere un buon rapporto con il cibo e con il proprio corpo sono principalmente donne (79,4%) e soggetti con meno di 33 anni (64,5%), con una concentrazione maggiore che si osserva nella fascia tra i 25 e i 32 anni (44,5%).

Le donne in questa fascia d’età sono anche quelle che ricercano maggiormente un supporto psicologico per episodi di possibile binge eating disorder. Tra le persone che esplicitano questo malessere (che rappresentano il 28,1% del totale degli utenti coinvolti nell’analisi) l’82,5% è composto da donne e il 45% di esse ha proprio tra i 25 e i 32 anni.

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