«Ci sono dei passi avanti»- Corriere.it

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Olaf Scholz passa rapidamente in rassegna i cinque settori strategici del nuovo Piano d’azione firmato da Italia e Germania, ma la prima cosa che enfatizza è forse quella che più interessa al settore industriale tedesco, quel corridoio meridionale su gas e idrogeno, «con un nuovo gasdotto» che colleghi i due Paesi: per la prima volta in pubblico è chiaro quanto Berlino tenga alla messa a terra di quel Piano Mattei di cui parla e a cui lavora Giorgia Meloni dal primo giorno del suo insediamento.

La premier invece incornicia la firma del Piano, i cui negoziati sono iniziati sotto il governo Draghi, in un quadro più politico, «è un cambio di passo, un salto in avanti nel contesto di relazioni già eccellenti», mentre enfatizza l’inizio di una cooperazione di più alto livello strategico soprattutto nei settori dell’energia e della difesa, contesti «nei quali possiamo ancora di più integrare le nostre economie».

Il terzo incontro

Il faccia a faccia fra la premier e il Cancelliere

tedesco, arrivati al loro terzo incontro bilaterale in un anno, è appena terminato. L’incontro con la stampa precede una sessione plenaria allargata ai membri dei due governi. La firma dell’accordo di cooperazione strategica ha il favore di un momento mediatico dedicato, ma sono almeno due gli argomenti che si affiancano al patto ulteriore, istituzionale e ed economico, fra i due Stati. Scholz ha appena ospitato nel suo studio Meloni per partecipare ad una conference call sul G20, in cui tutti hanno ascoltato le parole di Putin sull’Ucraina. E il messaggio di entrambi, allineato perfettamente sulla crisi in Medio Oriente e sul diritto di Israele di difendersi, ma rispettando il diritto internazionale, è parallelo anche nella risposta al leader russo: se vuole la pace «è semplice, si ritiri», dicono all’unisono.

La franchezza

Ma le domande dei cronisti sono tutte dirette ad avere notizie ulteriori sui negoziati in corso sul nuovo Patto di stabilità e crescita. L’incontro fra i due, a tu per tu, era ritenuto fondamentale dalla nostra diplomazia per avvicinare due posizioni distanti, e le risposte sono eloquenti. Meloni è più che soddisfatta, le due parti, a livello apicale, hanno fatto passi reciproci di avvicinamento: «Penso che la franchezza stia dando i suoi frutti e che una soluzione che arrivi anche dalla nostra interlocuzione personale possa essere efficace».

Meloni ammette che si tratta al momento solo di «passi avanti, giorno dopo giorno, in una trattativa che non è facile, ma noi non stiamo chiedendo di fare una politica di bilancio allegra, abbiamo solo il problema di proteggere i nostri investimenti strategici, gli stessi che ci chiede Bruxelles». Insomma viene chiesta considerazione, un tema che il ministro Giancarlo Giorgetti spiega al suo omologo, puntando alla garanzia che gli investimenti già programmati saranno tenuti in considerazione e che le nuove regole non possano obbligare uno Stato come l’Italia, con uno spazio di bilancio esiguo, a fare politiche anticicliche.

A sorpresa, quando la domanda viene fatta al Cancelliere, la risposta è di grande apertura: «Abbiamo fatto una buona discussione, fra i due governi siamo vicini a una soluzione, possiamo raggiungere un accordo, di sicuro non possiamo costringere nessun Paese (e verrebbe da aggiungere il nostro primo partner economico, ndr) a dei programmi di austerità».

I numeri del debito

Meloni aggiunge che sui numeri è troppo presto, anche perché «non ha senso discuterne se non sappiamo con esattezza il livello di investimenti che saremo in grado di fare senza essere penalizzati», Scholz chiosa che anche lui può dire poco, ma per un’altra ragione, perché i «se ne stanno occupando i due ministri delle Finanze, io non mi occupo di queste cose, ma non siamo mai stati vicini a un accordo come ora e stiamo lavorando con grande pressione».

Infine una domanda sull’acquisizione di Ita Airways da parte di Lufthansa. L’Italia si è lamentata di un approfondimento del dossier troppo certosino da parte della Ue, ma Meloni rivela che siamo agli sgoccioli: «La settimana prossima presenteremo una notifica ufficiale dell’accordo». Scholz: «Vogliamo anche noi un trattamento giusto e veloce da parte di Bruxelles».

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