A Milano la palestra mentale dei varisti, di Sinner, degli astronauti e dei piloti di F1

admin
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L’ Aia ha iniziato a ottobre una collaborazione con la startup Mental Economy che lavora anche con il fuoriclasse italiano del tennis e sette team di Formula 1: test computerizzati e tecniche specifiche per rendere meglio sotto pressione e non sprecare energie mentali

Il gruppo di varisti dell’Aia lavora da ottobre con la startup che aiuta Jannik Sinner, i piloti e i team di Formula 1, l’astronauta italiano Walter Villadei, pilota della Axiom Mission 3, la nazionale di sci canadese e i manager di varie aziende extra sportive di fama internazionale. Si chiama Mental Economy ed è nata dall’esperienza di Formula Medicine, anche questa creata da Riccardo Ceccarelli, medico dello sport con 30 anni di esperienza in F1. Ieri i 19 varisti (14 ex arbitri e 5 ex guardalinee) erano a Milano, nella “palestra mentale” della Torre Pwc di City Life. Ogni 3 settimane, assistiti da un team di professionisti, svolgono test computerizzati per valutare le loro performance mentali e il dispendio energetico: lo fanno a gruppi di quattro, seduti su poltrone vicine tra di loro, con davanti un grande monitor. Al termine scatta la fase di analisi grazie ai grafici con le performance dei test, a un algoritmo che valuta l’efficienza celebrale, ma soprattutto grazie alle sensazioni provate dai singoli durante esercitazioni che li portano fuori dalla loro “confort zone”.

OBIETTIVO

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Il rapporto di collaborazione tra l’Aia e Mental Economy è nato quando Rocchi è andato a visitare la sede di Viareggio della startup che lavora sull’innovazione dell’allenamento mentale, per gli atleti ormai diventato importante come quello fisico. Gli specialisti di Mental Economy puntano a ottimizzare le risorse degli sportivi (e non) che si rivolgono a loro, insegnano le tecniche per mantenere la calma e il controllo, per gestione le emozioni e per prendere decisioni sotto pressione. La formula chiave è “massima resa mentale con la minor spesa di energie mentali”. Impossibile? No se, attraverso tecniche particolari, si sfruttano al meglio le risorse che ognuno ha all’interno. L’esperienza accumulata in Formula 1, con sette team, e nel mondo delle corse in generale, con circa duecento piloti, ha consentito alla startup italiana di diventare il partner ideale per l’Aia che voleva dare un supporto ai suoi varisti, chiamati a decidere nell’arco di pochi secondi, isolati nel chiuso di una stanza a centinaia e centinaia di chilometri dallo stadio dove si gioca, per giunta vivisezionando “fredde” immagini di un video. Un “mestiere” paragonabile a quello degli uomini che lavorano al muretto dei box in Formula 1, anche loro con cuffia, monitor e tanti dati (assai più che nel calcio…), ma almeno a contatto con la pista.

NUOVI VAR CON I TEST

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I test attuali servono per migliorare le performance sotto pressione dell’attuale squadra di varisti, ma la collaborazione con Mental Economy è destinata ad andare avanti e in futuro saranno utilizzati per selezionare i nuovi innesti della squadra che lavorerà a Lissone: permetteranno a Rocchi di capire se i candidati sono adatti o meno al ruolo perché non è detto che tutti gli ex arbitri e gli ex guardalinee lo siano. La questione infatti è tutta relativa alla pressione: non pensate che sia minore in una stanza, davanti a un monitor e con le cuffie alle orecchie, rispetto al campo, con il fischietto in bocca e migliaia di persone intorno che spesso ti insultano. Con l’aiuto delle giuste tecniche, giudicare in fretta (e bene) un fallo da rigore può essere più semplice. Anche a Lissone.

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