[ad_1]
Per la ministra del Turismo Daniela Santanché sarà un mese di marzo caldissimo dal punto di vista giudiziario. Il ciclone rimonta da Milano e dalla Procura che da mesi ha in mano diversi fascicoli che riguardano il politico di Fratelli d’Italia. Domani è prevista un’udienza davanti al Tribunale civile per discutere i contenuti dell’ispezione disposta […]
Per la ministra del Turismo Daniela Santanché sarà un mese di marzo caldissimo dal punto di vista giudiziario. Il ciclone rimonta da Milano e dalla Procura che da mesi ha in mano diversi fascicoli che riguardano il politico di Fratelli d’Italia. Domani è prevista un’udienza davanti al Tribunale civile per discutere i contenuti dell’ispezione disposta dai giudici a dicembre. Si tratta del processo originato da una denuncia di alcuni azionisti di minoranza del gruppo Visibilia. L’indagine civile ha però dato origine alla prima inchiesta penale che riguarda Daniela Santanché. In totale i filoni aperti che riguardano la galassia Visibilia allo stato sono quattro. Il primo e il più vecchio è quello che riguarda Visibilia Editore. Qui la ministra risulta indagata per falso in bilancio e bancarotta. Con lei dei sei iscritti anche il compagno Dimitri Kunz e la sorella Fiorella Garnero. Ma se inizialmente il reato di bancarotta sembrava poter sfumare, ora dopo la relazione ispettiva l’ipotesi di reato è rientrata in modo prepotente. Visto che per quel che risulta oggi a garanzia dei crediti che Visibilia Editore vanta nei confronti di Visibilia srl vi è solo la casa milanese della Santanché. Scrive infatti l’ispettore: “Il vincolo di destinazione sugli immobili della dottoressa Garnero Santanché, giacché trascritto a beneficio della procedura concorsuale di Visibilia s.r.l. in liquidazione sarà opponibile anche a Visibilia Editrice, con la conseguenza che il vincolo di destinazione sugli immobili della Santanché, piuttosto che costituire una garanzia per Visibilia Editrice, in realtà l’ha ridotta”. Questo fascicolo, per quello che si apprende da giorni in Procura a Milano, dovrebbe chiudersi per primo con un avviso di conclusione indagini che prelude a una richiesta di processo da parte dei pm.
Il secondo fronte riguarda invece l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Fino a pochi mesi fa l’indagine era iscritta a modello 44, cioè con capo d’accusa ma senza indagati. Nelle ultime settimane però potrebbe esserci stata un’accelerazione con alcune iscrizioni. L’inchiesta è nata a seguito delle dichiarazioni, rese come testimone, di Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore col ruolo di investor relator officer, ossia di delegata di redigere e gestire le comunicazioni al mercato della società quotata in Borsa. La donna aveva raccontato di aver continuato a lavorare quando, dal marzo 2020 fino a novembre 2021, era invece ufficialmente in cassa integrazione a zero ore nel periodo Covid, fornendo così un particolare che ha portato il procuratore aggiunto Laura Pedio e il pm Maria Gravina ad aprire un’indagine autonoma.
Il terzo fascicolo riguarda il fondo d’investimento Negma con base negli Emirati e alle Isole Vergini. Qui al momento il fascicolo è a modello 44 con l’ipotesi di aggiotaggio. Negma ha finanziato, attraverso la sottoscrizione di un prestito obbligazionario convertibile, Visibilia Editore. L’idea dei pm è fare luce sulla regolarità o meno delle operazioni concluse con una ventina di società italiane in difficoltà, tra cui, oltre Visibilia, anche Ki Group con Bioera, altre società nelle quali Santanché ha avuto un ruolo. Altro obiettivo, in questo filone, è individuare chi effettivamente abbia mosso e muova ancora i fili di questa società di investimento, che non ha i requisiti richiesti dalle norme italiane. In totale Visibilia ha sottoscritto un prestito da 3 milioni a partire dal 2017.
L’ultimo capitolo giudiziario riguarda una ipotesi di bancarotta al momento non ancora iscritta e che riguarda la società Ki Group, già amministrata dalla stessa Santanché. In questo caso l’accusa deriva dal fatto che il Tribunale Fallimentare ha disposto per Ki Group srl la liquidazione giudiziale ovvero il vecchio fallimento. Gli accertamenti in corso riguardano anche la ministra, che aveva quote in Ki Group e che è stata, tra le altre cose, presidente di Bioera, che controllava la srl, fino al febbraio del 2022 (era nel cda dal 2012). Sempre in Bioera figurava, fino a poco tempo fa, come “responsabile delle relazioni con gli investitori” Canio Mazzaro, ex compagno della senatrice di Fdi.
[ad_2]
Source link