[ad_1]
TRIESTE – Il cadavere di Liliana Resinovich, la sessantatreenne triestina scomparsa da casa il 14 dicembre di due anni fa e trovata morta il 5 gennaio successivo nella boscaglia dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste infilata nei sacchi neri delle immondizie, sarà riesumato per altri accertamenti: una nuova autopsia. L’ipotesi della riesumazione era già stata ventilata nelle scorse settimane, ma ora c’è l’ufficialità della Procura di Trieste.
Il procuratore Antonio De Nicolò ha infatti inviato un comunicato stampa in cui annuncia l’operazione. “Lo scrivente informa che in data odierna il sostituto procuratore della Repubblica Maddalena Chergia, titolare del relativo procedimento, ha disposto con la procedura dell’accertamento tecnico non ripetibile il conferimento, a un collegio di consulenti, dell’incarico di riesumazione della salma della signora Liliana Resinovich, riesumazione che la consulente di questo Ufficio professoressa Cristina Cattaneo ha segnalato come opportuna”.
E ancora: “Il pubblico ministero ha pertanto stabilito, per una data che si colloca verso la fine del presente mese, la convocazione dinnanzi a sé degli esperti chiamati a svolgere tali delicate operazioni, dandone debito avviso ai prossimi congiunti della deceduta e ai rispettivi difensori. Prevedibilmente al formale affidamento dell’incarico farà sollecito seguito l’attività consulenziale prevista”.
La riesumazione è uno degli elementi di indagine più attesi nell’inchiesta “bis” sul mistero di Lilly; un passaggio, questo, funzionale per procedere a una nuova autopsia sulla salma.
Al momento del ritrovamento del corpo, in quel pomeriggio del 5 gennaio di due anni fa, Resinovich era infilata in due sacchi neri dell’immondizia. La testa era avvolta da due sacchetti di nylon.
Il caso resta tuttora nel buio, privo di risposte, rimasto sempre sospeso tra l’ipotesi dell’omicidio e quella del suicidio.
[ad_2]
Source link