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NARDO’ – Un 52enne iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo e omicidio stradale: arriva una prima svolta all’indomani del tragico incidente sulla pista di proprietà della Porsche “Nardò Technical Center” in cui ha perso la vita Matteo Ottaviano, collaudatore 36enne di Tuglie: si tratta di R.P., di Novoli, che si trovava alla guida della Porsche Panamera, scontratasi in circostanze ancora da chiarire, con la Ducati Panigale su cui era in sella la vittima. A difendere l’uomo l’avvocato Aurelio Elia, mentre a rappresentare legalmente la famiglia del 36enne deceduto c’è l’avvocato Speranza Faenza.
È la decisione assunta dal pubblico ministero, Alessandro Prontera, che sta cercando di far luce sull’accaduto per individuare le responsabilità del caso. Nello specifico, si tratterebbe di un atto dovuto in vista anche del conferimento dell’incarico per l’esame autoptico al medico legale, Roberto Vaglio, già nella giornata di domani, alle 14. Probabile che il professionista verrà affiancato dai consulenti tecnici di parte, ovvero per conto del 52enne indagato e dei familiari della vittima. Subito dopo l’esame autoptico, si procederà alla riconsegna della salma ai familiari per dare degna sepoltura al collaudatore deceduto.
L’iscrizione nel registro degli indagati è solo un primo passo, dunque, per l’inchiesta che dovrà ricostruire i fatti che hanno condotto al tragico evento di ieri nel centro prove del Sud Italia gestito da Porsche Engineering e dove si collaudano nuovi prototipi di veicoli. Come si evince dalle notizie, emerse dopo il sinistro, erano in corso alcuni test lungo l’enorme anello interno alla struttura, quando la moto su cui viaggiava il 36enne e l’auto condotta dal 52enne si sono scontrate. Il centauro ha avuto la peggio a causa dei gravi traumi riportati.
Al momento, non si esclude alcuna ipotesi: ci si domanda, ad esempio, come mai i due mezzi che viaggiavano a velocità differenti si siano trovati sullo stesso tracciato, se ci sia stato un errore tecnico, un problema meccanico o, se all’origine dell’incidente, possa esserci stato un cambio di corsia della moto e se a determinare questa manovra possa essere stato un malore improvviso del centauro, visto che il 36enne era un guidatore esperto. Nulla è da escludere, al momento. Potrebbero dare una mano le informazioni contenute nei filmati contenuti dentro le apparecchiature dei mezzi, che sono stati sequestrati assieme ai cellulari e che potranno fornire ulteriori dettagli sulla dinamica al vaglio del personale della polizia locale di Nardò e degli agenti del commissariato.
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