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diFloriana Rullo
Il parlamentare è indagato per lesioni aggravate. E la Prefettura procederà con la revoca del porto d’armi
Il deputato piemontese di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, dopo la notte di Capodanno avrebbe deciso alla fine di sottoporsi solo allo stub non consegnando però i suoi abiti ai carabinieri. Lo avrebbe fatto alle ore 7.25 del primo gennaio, circa sei ore dopo i fatti. È quanto si legge nel verbale dei carabinieri del nucleo investigativo di Biella. Il prelievo è stato effettuato sulla mano destra e sinistra, sul giubbotto, sul pile e sui jeans indossati da Pozzolo.
I campioni prelevati verranno inviati al Ris di Parma per gli esami. A quanto si apprende, anche la pistola sequestrata verrà inviata allo stesso Ris per le prove di sparo e il confronto con il bossolo repertato. Pozzolo si sarebbe invece rifiutato di consegnare gli abiti indossati nella concitata notte di Capodanno. Secondo fonti interne al partito lo avrebbe fatto per non restare senza indumenti.
Immunità parlamentare
Secondo quanto sostenuto dalla Procura biellese guidata da Teresa Angela Camelio, il politico FdI si è appellato all’immunità parlamentare. Immunità che però, sempre secondo la Procura, non doveva essere eccepita perché non era stato chiesto all’onorevole di sottoporsi a perquisizione personale o domiciliare.
Indagato
Al momento Pozzolo resta l’unico indagato con le accuse di «lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di armi». I magistrati parlano di «atto dovuto». La vittima finora non ha presentato
querela.
È quanto emerge dalle indagini sul deputato proprietario del mini-revolver da cui è partito il colpo che la notte di Capodanno ha ferito a una gamba Luca Campana, 31 anni, genero di un agente della scorta del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, presente al veglione di Rosazza (Biella), in alta Valle Cervo, organizzato dalla sorella Francesca. Dinamica comunque ancora da chiarire perché Pozzolo sostiene di non essere stato lui ad usare l’arma.
Caso politico
Intanto il «pasticciaccio» di Capodanno ha subito acquisito le tinte di un caso politico, con l’opposizione che chiede perché un deputato vada in giro armato e FdI che, a sua volta, pretende spiegazioni su quanto accaduto. Sulla vicenda, il deputato Pd Stefano Graziano, membro della Commissione di Vigilanza Rai, ha dichiarato: «Chiedo ai vertici Rai e ai direttori tg di informare adeguatamente sulla vicenda di Biella. C’è bisogno di chiarezza su una storia che è grave che coinvolge un deputato armato nella notte di capodanno e che vuole sottrarsi al test della polvere da sparo».
Revoca porto d’armi
La Prefettura di Biella procederà con la revoca del porto d’armi per la difesa personale rilasciato al deputato. L’arma è stata comunque già sequestrata la notte dell’1 gennaio all’arrivo dei carabinieri. La decisione della revoca viene presa dalla Prefettura di Biella, dal momento che il deputato vercellese risulta avere preso di recente la residenza a Campiglia Cervo, nel Biellese.
Il veglione alla Pro Loco
Secondo una prima ricostruzione, il deputato vercellese stava mostrando la pistola tascabile ad alcuni partecipanti alla festa di Capodanno nella sede della Pro Loco. Poi sarebbe partito il proiettile che ha ferito il 31enne.
Il deputato si difende: «Confermo che il colpo di pistola – da me detenuta regolarmente – è partito accidentalmente, ma non sono stato io a sparare».
Il testimone: «Era allegro e aveva la pistola in mano»
Versione diversa da quella fornita da un testimone presente alla festa e che ai carabinieri avrebbe raccontato: «Pozzolo era molto allegro e stava mostrando la pistola tenendola nel palmo della mano». «La pistola era molto piccola e stava tutta nel palmo della mano. Sembrava quasi un accendino» spiega ancora il testimone che dice che lo sparo «si è sentito all’improvviso e non abbiamo avuto nemmeno il tempo di chiedere di riporre l’arma, visto peraltro che c’erano anche dei bambini».
Chi è
Emanuele Pozzolo, detto Manny, 38 anni, di professione consulente legale, sposato con Martina e padre di tre figli, due femmine e un maschietto, vanta diversi anni di militanza politica alle spalle ma dopo l’episodio è stato definito «il deputato col revolver».
Sulla Rete si trova anche traccia di sue dichiarazioni sulle armi: è il 2015, strage in Oregon, Pozzolo scrive che «per Obama è sempre colpa delle armi. Eppure io non ho mai visto una pistola sparare da sola». Una sorta di tweet-boomerang visto quanto accaduto a Capodanno.
Manny muove i suoi primo passi in politica a Vercelli. Prima di compiere vent’anni, nel 2004, è eletto consigliere circoscrizionale per la Lega Nord. Ma nel 2009 è Gianluca Buonanno a volerlo fuori dalle fila del Carroccio. Dopo la Lega c’è An, ma già nel 2012 è portavoce provinciale di FdI. Nel 2019 diventa assessore a Vercelli. Convinto no vax, in piena pandemia mette in difficoltà il suo sindaco, Andrea Corsaro, contestando l’obbligo di green pass.
Ma le polemiche politiche non si contano. Tra queste, la pubblicazione sui social di una vignetta sessista, che ironizza sulle capacità delle donne al volante, e l’attacco a un «parassita» per il reddito di cittadinanza (salvo scoprire che si trattava di un invalido).
Nel settembre 2022 viene eletto in Parlamento mantenendo la carica di assessore dalla quale però si dimette dopo il 25 Aprile e le veementi proteste per la presenza a Vercelli di Gad Lerner.
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