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Dopo lo scambio di accuse di ieri e l’annuncio della Lega della volontà di querelare Carlo Calenda, quest’ultimo rilancia nelle sue accuse su un Carroccio filo-Putin: “Sì, lo penso. Oggi meno apertamente di prima per puro calcolo politico. Da parlamentare europeo Matteo Salvini diceva che avrebbe dato indietro due Sergio Mattarella per mezzo Vladimir Putin e indossava la maglietta con la sua faccia”. Il leader di Azione, intervistato dal Corriere della Sera, ha lanciato una manifestazione per Alexey Navalny domani in Campidoglio alla quale hanno aderito tutti i partiti (compreso la Lega).
Calenda ricorda inoltre le parole del vice segretario leghista Crippa su Navalny: “‘Aspettiamo’, ‘capiamo’. Era detenuto oltre il circolo polare artico, è stato portato a fare una passeggiata a meno 50 gradi. Cosa dobbiamo aspettare ancora per capire il pericolo?”, si domanda, sottolineando che “se Donald Trump vince e si sgancia dalla Nato, si può arrivare a un confronto diretto. Per scongiurarlo è urgente dotarci di un esercito europeo, di un miglior coordinamento della difesa europea. E invece vedo una non comprensione. Giorgia Meloni ha mantenuto una linea diritta. Ma i fiancheggiatori inconsapevoli di Putin dilagano, talvolta ammantati da bandiere della pace”.
Calenda non se la prende solo con la Lega: “C’è chi, magari in buona fede, chiede la pace ma non spiega come. La si dovrebbe raggiungere attraverso il disarmo dell’Ucraina? Quella non è una pace, è una resa”. Poi annuncia: “Nel secondo anniversario dell’invasione da parte di un dittatore sanguinario io sarò a Kiev con gli ucraini. Lì è il fronte dove ci si batte per la libertà dell’Europa. Spero che dopo l’omicidio di Navalny quella di Maurizio Landini diventi una manifestazione per la libertà, contro la dittatura di Putin e a supporto dell’Ucraina. L’unico mezzo per evitare il conflitto è investire sulla difesa con uno scudo antimissile europeo e una forza di reazione rapida. Nominare un Commissario alla difesa Ue e fare debito europeo per rafforzarci. Ma nessuno vuole alzare la spesa per gli armamenti. Però, da Pietro il Grande in poi, la Russia è stata aggressiva in Europa per nascondere le fragilità interne, reprimendo il dissenso con violenza. Va contenuta e lo stanno facendo gli ucraini, dandoci il tempo di organizzarci. Così – assicura l’ex ministro – si ferma Putin”.
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