Salute, arriva la ricetta valida un anno per malati cronici

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ROMA. Basta attese infinite al telefono o nello studio del proprio medico di famiglia per farsi prescrivere il solito farmaco che dovremo prendere a vita, per tenere sotto controllo la pressione o per rimanere scoagulati, tanto per fare qualche esempio. Dal prossimo anno per 22 milioni di malati cronici arriva la ricetta dematerializzata e valida per un anno intero. La ricetta online diventa poi la norma per tutti gli assistiti senza andare avanti di proroga in proroga come accaduto fino ad ora, con l’ultima che scade tra l’altro proprio il 31 dicembre prossimo.

Le novità sono contenute nel decreto semplificazioni appena approvato dal Governo, che prevede anche misure per contrastare la cronica carenza di farmaci nelle farmacie. Norme che per essere attuate avranno bisogno di uno o più decreti legislativi, che lo stesso Esecutivo è delegato a varare entro il 31 agosto prossimo, anche se per la ricetta dematerializzata si presuppone si faccia prima, salvo varare entro l’anno in corso una nuova proroga di qualche mese.

Riguardo le ricette di medicinali, queste saranno rese «strutturalmente digitali», facendo diventare così permanente una innovazione introdotta negli anni della pandemia, che ha semplificato la vita a molti pazienti non più costretti a recarsi negli studi medici a prendere il foglio rosa con la prescrizione. La novità è che la dematerializzazione varrà anche per i medicinali di fascia C, ossia quelli non mutuabili, fino a do oggi prescritti sul ricettario bianco.

Ma la vera novità è contenuta nell’articolo 4, che prevede «la ripetibilità illimitata delle prescrizioni farmaceutiche, terapeutiche, riabilitative e di presidi a favore di pazienti cronici e per patologie invalidanti», oltre «all’introduzione a carattere permanente delle prescrizioni farmaceutiche digitali». In pratica, come poi meglio spiegato dallo stesso provvedimento, in un’unica ricetta il medico potrà indicare quante confezioni di un determinato farmaco per una patologia cronica occorrono nell’arco di un anno e con quella l’assistito non sarà più costretto a ritornare a studio per farsi prescrivere una nuova ricetta dallo stesso medico. Il quale, «qualora lo richiedano ragioni di appropriatezza prescrittiva, può sospendere in ogni momento la ripetibilità della prescrizione ovvero modificare la terapia».

Per non lasciare solo il paziente nell’arco di un intero anno un ruolo centrale viene però assegnato al farmacista che dispensa il medicinale. Questi al momento della consegna dovrà informare l’assistito circa la corretta assunzione dei farmaci prescritti e consegnare un numero di confezioni sufficienti a coprire 30 giorni di terapia. Ma il farmacista dovrà anche effettuare un monitoraggio dell’aderenza alla terapia farmacologica. E qualora rilevi delle difficoltà da parte dell’assistito all’assunzione dei farmaci prescritti, dovrà segnalarlo al medico curante per la valutazione di competenza.

Inoltre a tutela della privacy dei pazienti sulla ricetta non sarà più obbligatorio indicare il nome ma sarà sufficiente trascrivere il codice fiscale, qualora lo stesso paziente ne faccia richiesta.

Presenti infine misure per contrastare il fenomeno della carenza di farmaci. L’interruzione di una confezione di un medicinale dovrà essere comunicata dall’azienda produttrice ad Aifa almeno due mesi prima dell’interruzione, ed è rinnovata in caso di prolungamento del periodo di interruzione precedentemente comunicato, fatto salvo il caso di interruzione dovuta a circostanze imprevedibili. Il termine non si applica alle sospensioni della commercializzazione connesse a motivi di sicurezza del prodotto.

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