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Il riciclaggio
Nel corso delle investigazioni, è stato ricostruito anche il sistema di riciclaggio internazionale utilizzato dall’organizzazione in molti casi: infatti, i proventi illecitamente ottenuti venivano fatti confluire attraverso un sistema di scatole vuote prevalentemente verso il territorio Bulgaro. Da qui, il denaro veniva inviato su ulteriori conti esteri o monetizzato, per essere poi reintrodotto fisicamente in Italia.
In altri casi, l’organizzazione criminale, per “ripulire” il denaro illecitamente ottenuto e reintrodurlo nei circuiti dell’economia legale nazionale, lo reinvestiva nell’acquisto di diamanti o preziosi ovvero in autovetture di lusso, acquistate in territorio austriaco e poi noleggiate sul territorio reggiano, attraverso società riconducibili all’organizzazione.
L’attività investigativa svolta dalle Fiamme gialle ha consentito di ricostruire il provento derivante dal reato di “emissione di fatture false”, ottenuto dall’associazione a delinquere, per un valore di circa 4.000.000 di euro e l’importo dell’imposta evasa da 69 società, risultate essere le maggiori utilizzatrici delle “fatture false”, per un importo di oltre 6.000.000 di euro.
Frode sul welfare statale
Nel corso delle attività d’indagine, i militari hanno scoperto come il sodalizio criminale abbia posto in essere anche sistemi di frode al welfare statale, mediante la richiesta e la percezione illecita dell’indennità di disoccupazione Naspi per un valore di circa 60.000 euro, mentre continuavano illecitamente a porre in essere le proprie attività criminose ed a gestire il proprio giro d’affari; alcune delle “società cartiere” hanno altresì fatto indebitamente ricorso ai contributi pubblici stanziati durante l’emergenza pandemica da Covid-19, per un importo di circa euro 72.000.
Il patto a tutela dei distretti industriali
«Colgo l’occasione – spiega il comandante regionale Gdf dell’Emilia-Romagna Ivano Maccani – per ringraziare tutte le associazioni di categoria, a cominciare da Confindustria, Confcommercio, Coldiretti, Codacons, le associazioni dei professionisti, gli enti locali, i Sindacati ,le Università, che hanno sottoscritto con noi un patto a tutela dei distretti industriali che sono il nostro petrolio, la nostra vera forza che tutto il mondo ci invidia. La natura dei fenomeni illeciti sempre più insidiosi ed i nuovi scenari investigativi, rende infatti illusorio pensare di farcela da soli. Sviluppare sul territorio un efficace sistema di relazioni e sinergie con coloro che rappresentano i cittadini, gli industriali, i commercianti, gli agricoltori, i professionisti, i lavoratori e coniugare la ricerca scientifica con le strategie investigative, significa non solo mettere le radici nella società civile per conoscere ed affrontare più efficacemente i loro problemi reali, realizzandone le aspettative di sicurezza per il corretto svolgimento dei rapporti economico- sociali, ma anche fare un salto di qualità tramite innovativi strumenti di indagine».
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