Pronto soccorso varesini ancora sotto stress. Regione sospende i ricoveri nelle strutture riabilitative

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È stata un’altra giornata difficile nei pronto soccorso dell’Asst Sette Laghi. In base agli indicatori regionali il Circolo di Varese, il Galmarini di Tradate e il Pia Luvini di Cittiglio hanno lavorato con il massimo grado di sovraffollamento, bollino neo.

Il Galmarni ha registrato 126 accessi ma la situazione è andata migliorando in serata quando piano piano si è trovato il letto ai circa 20 pazienti in attesa dalla sera precedente. Bollino nero fino a questa mattina, 28 dicembre, al Circolo di Varese dove gli accessi sono stati 154: la mattina erano oltre 50 le persone in attesa di un posto letto numero che questa mattina in numero era aumentato, anche se di poco.

Massimo sovraffollamento anche a Cittiglio che ha gestito 70 accessi e nel corso della giornata aveva in attesa di letto tra i 12 e i 17 pazienti mentre questa mattina presto erano 14.

Ha superato la crisi il Confalonieri di Luino che ha avuto momenti di grave sovraffollamento durante le ore centrali della giornata di mercoledì: alla fine sono stati 45 gli accessi con meno di una decina di degenti in attesa di un letto in reparto.

Momenti difficili, infine, all’Ondoli di Angera nelle ore centrali della giornata di ieri: 53 le persone arrivate in PS ma, una volta smaltiti i 10 ricoveri da effettuare nella mattinata, dal tardo pomeriggio, in attesa di ricovero, erano circa un paio.

PICCO INFLUENZALE ENTRO IL 6 GENNAIO

«Nell’ultima settimana più di 150.000 lombardi sono stati colpiti da sindrome influenzale rilevata dai ‘medici sentinella’ distribuiti sul territorio regionale. Purtroppo, in questo periodo di festività, i numeri sono destinati a salire e ci aspettiamo il picco proprio nelle settimane fino al 6 gennaio. Per questo motivo e per arginare l’affollamento nei Pronto Soccorso a cui stiamo assistendo in questi giorni, abbiamo deciso di sospendere in via precauzionale i ricoveri dal domicilio alle strutture che effettuano terapie riabilitative».

SOSPENSIONE DEI RICOVERI DA DOMICILIO ALLE STRUTTURE RIABILITATIVE PER RECUPERARE 7000 LETTI

Lo comunica l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, al termine di una riunione con tutti i Direttori generali delle strutture ospedaliere lombarde: «Si tratta – spiega l’assessore Bertolaso – di circa 7.000 posti letto che potranno essere dedicati a tutti quei pazienti ricoverati nei reparti di Medicina degli ospedali che non necessitano più di cure ospedaliere, ma che non possono ancora rientrare a casa, proprio perché hanno bisogno di riabilitazione. Liberando i letti in ospedale potremmo quindi velocizzare il ricovero in reparto dei pazienti che arrivano in Pronto Soccorso e limitare le lunghe attese».

IN DUE SETTIMANE RADDOPPIATI I CASI DI INFLUENZA

«Certo – aggiunge l’assessore – se i cittadini avessero risposto ai nostri continui appelli alla vaccinazione, avremmo limitato al massimo questa situazione. Se pensiamo che nel giro di due settimane i casi di influenza sono passati da 70.000 a 150.000 e che circa il 70% di questi si reca nei Pronto Soccorso in assenza di filtro sul territorio, capiamo bene che l’immunità sul territorio sia insufficiente e che i virus trovino terreno fertile».

ASTUTI E MAJORINO: “MANCA UNA VERA RETE DI SANITÀ TERRITORIALE”

«La rete territoriale dei servizi sanitari in Regione Lombardia deve essere totalmente ripensata, non è possibile che ogni volta che ci troviamo di fronte a un picco influenzale i pronto soccorso diventino inaccessibili a causa di un sovraffollamento esagerato. Evidentemente, se tante persone non riescono a gestire per tempo influenza e mali di stagione, c’è ancora un grosso problema a monte. Non si può, ogni anno, intervenire in emergenza e tagliare servizi per poterne offrire altri – commentano Samuele Astuti e Pierfrancesco Majorino – Chiediamoci, piuttosto, come mai la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di accessi impropri ai pronto soccorso. Evidentemente manca una vera rete di sanità territoriale – poliambulatori, studi medici associati, assistenza domiciliare – e dunque anche una seria attività di prevenzione. Solo per fare un esempio, la Lombardia è sotto la media nazionale per il numero di over 65 vaccinati contro l’influenza che nel 2022 sono stati addirittura meno rispetto all’inverno precedente. L’OMS indica come soglia raccomandata il 75% e noi siamo ancora fermi al 56%. Non abbiamo mai pensato che il Covid ci potesse rendere migliori ma che almeno riuscisse a migliorare alcuni elementi sostanziali della sanità lombarda, sì. Purtroppo, ci sbagliavamo».




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