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«Cosa ‘e pazze!». Vincenzo De Luca urla potentemente nel parapiglia tra agenti della Digos, poliziotti e carabinieri a protezione dei palazzi dei ministeri e una selva di sindaci della Campania, assessori e politici arrivati oggi a Roma per la protesta contro l’autonomia differenziata voluta dal governo di Giorgia Meloni.
Porte chiuse per il presidente della Regione Campania: dopo essersi inutilmente attaccato al telefono e dopo aver sbraitato contro chiunque si ponesse a ostacolare il suo avanzare, De Luca non è stato ricevuto né dal ministero degli Affari regionali guidato da Raffaele Fitto, uno dei bersagli delle sue invettive, né tanto meno a Palazzo Chigi.
Momenti di tensione ancora su via del Corso con centinaia di sindaci del Sud bloccati dalle forze dell’ordine, dopo la manifestazione contro l’autonomia differenziata e per lo sblocco dei fondo di coesione e sviluppo, in piazza Santi Apostoli. Molte fasce tricolori hanno denunciato a mezzo social di esser stati «caricati» dai cordoni delle forze dell’ordine; a quel che si vede i poliziotti respingono e presidiano l’accesso ai palazzi. Dietro il corteo, centinaia di sindaci, soprattutto del Cilenta (Salerno) che urlano «fascisti!» e intonano “Bella Ciao”.
«I veri patrioti siamo noi» si legge su un cartello sventolato da un manifestante. Alla domanda, posta dalla giornalista di La7, su Elly Schlein non presente in piazza, De Luca replica stizzito: «Se è un tema? Non lo so chiedete a chi volete». Assente anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, orientato per la via del dialogo e non per quella della piazza. Al corteo romano presente l’assessore al Turismo del Comune Teresa Armato, più vicina alle posizioni di De Luca.
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