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Confermata la condanna di Pfizer Italia, branch di Pfizer Inc, la maggiore industria farmaceutica mondiale, per abuso di posizione dominante nel mercato delle “prostaglandine”, per la cura del glaucoma. La Cassazione ha avallato la sentenza con la quale la Corte d’Appello aveva stabilito, a carico del colosso statunitense, un risarcimento di oltre 13 milioni di euro in favore del ministero della Salute e del Mes per aver ritardato, di sette mesi, l’accesso dei farmaci generici nel mercato italiano, nonostante fossero già disponibili e di costo sensibilmente più contenuto.
I costi sostenuti dal servizio sanitario nazionale
Nel mirino dei giudici, Consiglio di Stato compreso, era finita la strategia messa in atto da Pfizer a difesa del farmaco Xalatan, leader del mercato per il trattamento della patologia e prodotto di punta dell’azienda, contenente il principio attivo latanoprost, il cui brevetto sarebbe scaduto a settembre 2009. Una dead line che l’azienda statunitense avrebbe aggirato chiedendo un brevetto divisionale e un certificato di protezione complementare. Ad avviso della società ricorrente solo un modo di tutelare il proprio legittimo diritto di privativa. Di parere diverso i giudici secondo i quali il fine era di escludere i concorrenti. Nel risarcimento sono dunque entrati i maggiori costi sostenuti dal Servizio sanitario nazionale da ottobre 2009 al maggio 2010, tenuto a rimborsare un farmaco compreso in fascia “A” al posto di quelli della stessa categoria terapeutica ma generici.
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