«Per le imprese c’è già vantaggio competitivo»

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«Pedemontana, quanto ci costi». Ma anche: «Pedemontana, quanto ci fai risparmiare». Ieri pomeriggio, 29 dicembre, è stato aperto l’ultimo tratto della Superstrada che collega le province di Treviso e Vicenza, dall’interconnessione con la A27 a Montecchio Sud, 94,5 chilometri che attraversano una porzione di Veneto a densa presenza di aziende e produttività. Tempi di percorrenza rapidissimi per i centri urbani e industriali che si trovano in traiettoria, nonostante pedaggi che arrivano a toccare, da un estremo all’altro, 15 euro e 90 centesimi per un’automobile, più che su qualsiasi altra arteria in tutta la regione. «Ma anche chi all’inizio giurava che non l’avrebbe mai percorsa, proprio a causa degli elevati costi, ora la usa perché, alla fine dei conti, conviene» afferma Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato. 

Tempistiche e costi

«Si risparmia in tempo, in carburante, in smog, in traffico sulla viabilità ordinaria, anche in multe considerato quanti siano gli strumenti di rilevazione che i Comuni hanno installato» evidenzia il presidente delle Camere di Commercio venete Mario Pozza. Plaude anche Confindustria Veneto: «La Spv unisce due territori strategici. Con la quarta corsia della A4, si realizzerà finalmente il corridoio est-ovest da Trieste a Milano».
Ma è davvero così essenziale questa Spv? Google maps aiuta a calcolare, a parità di condizioni di traffico, i tragitti con e senza la Pedemontana. Fra Spresiano e Bassano, così come fra Valdagno e Riese Pio X, il risparmio è di quasi mezz’ora, fra Conegliano e Malo di oltre 40 minuti di guida, 20 per chi da Thiene vuole andare a Treviso. Un taglio di tempi netto. Con, però, dei costi. Perché per andare da Spresiano a Bassano, quei 55 km costano 7 euro a un’auto e 9,60 a un camion; da Valdagno a Riese sono 7,90 per l’auto e 10,90 per il camion su 62 km. Non proprio economica. Il pedaggio della tratta intera, a seconda del tipo mezzo pesante, varia fra 20 e 40 euro. Questo però, secondo Boschetto, non frena le imprese: «Facciamo un esempio concreto – dice -. Un dipendente costa all’azienda, all’ora, 30 euro. Se risparmia mezz’ora di traffico all’andata, e mezz’ora al ritorno, è come se guadagnasse un’ora, a fronte di pedaggi di 10 euro. Il risparmio non è solo in termini economici ma di lavoro effettivo e di immagine. Si evitano le strade più intasate e si possono contenere i costi per il cliente».

 La Spv, continua Boschetto, ha un’importanza strategica: «Ai risultati economici si aggiunge anche una riduzione dell’inquinamento. Il caos del traffico di Padova all’ora di punta costringe i miei collaboratori a fare un’ora di strada per andare poco distante dall’azienda. In un’ora, in autostrada si arriva a Verona. Questa è la differenza». Pozza considera anche la minore usura dei mezzi, fra i benefici: «Ci sono camion che consumano un litro per tre chilometri. Aggiungiamo rallentamenti sulle strade ordinarie, multe, manutenzioni. Non dimentichiamo che si tratta di due aree fortemente industrializzate che hanno bisogno di percorsi agili. Inoltre, la Spv rafforza l’asse verso Est e il Friuli, dove stanno ragionando su un’altra pedemontana. E poi ci sono le Olimpiadi: è un accesso alla A27 senza dover passare per Mestre. Con quest’opera il Veneto diventa più competitivo, permette di raggiungere più luoghi in meno tempo, di evitare altri tratti troppo trafficati e di agevolare il trasporto di merci e persone. Anzi, credo che fra qualche anno sarà addirittura insufficiente, quando sarà chiaro il vantaggio di utilizzarla». 

Veneto e Trentino

Pozza invoca poi lo sbocco a Nord, a Belluno (la prosecuzione della A27), ma si discute con maggiore intensità, da fin troppo tempo, della Valdastico Nord e del difficile rapporto, su questo fronte, fra Veneto e Trentino. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha chiesto che siano le istituzioni a trovare un accordo sulla realizzazione, sulla quale sono i Comuni trentini i più contrari. Sul tavolo della giunta del governatore Maurizio Fugatti c’è un progetto che prevede l’uscita dell’arteria a Rovereto. C’è un coordinamento di comitati «Anti A31», un no ribadito anche dalle opposizioni in consiglio provinciale, del Consiglio delle autonomie e dalle amministrazioni comunali. Fugatti chiede di portare la variante in commissione per poi andare al voto in aula. «Siamo rispettosi, la decisione spetta a Trento – ha detto ieri il presidente del Veneto Luca Zaia -. Per noi lo sviluppo a nord è prioritario, la Spv è pensata anche intersecata alla Valdastico fino al Brennero». Salvini non ha intenzione di mettersi in mezzo. La partita è ancora lunga.

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