Omicidio Carol Maltesi, condannato all’ergastolo l’ex fidanzato Davide Fontana. La zia della vittima: «Deve pagare»

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diAndrea Camurani

Nella sentenza di primo grado della Corte d’assise l’uomo era stato condannato a 30 anni. La Corte d’assise d’appello ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e della crudeltà

Dopo aver parlato in aula al mattino per rendere spontanee dichiarazioni e chiedere scusa per quanto fatto, nel pomeriggio di mercoledì dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano è arrivato il verdetto per Davide Fontana: ergastolo. L’ex bancario, che compirà 45 anni il prossimo 5 aprile, è accusato di aver ucciso la 26enne Carol Maltesi l’11 gennaio 2022 a Rescaldina (Milano) e di averne occultato il cadavere facendolo a pezzi

La Corte ha accolto le richieste del sostituto procuratore generale Massimo Gaballo, vale a dire il carcere a vita per l’imputato, dopo che il pubblico ministero aveva impugnato la sentenza di primo grado pronunciata dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio, che aveva riconosciuto la colpevolezza di Fontana condannandolo però a 24 anni per l’omicidio volontario della ragazza e ad altri 10 per l’occultamento del cadavere, una pena finale che secondo quanto dispone la legge non poteva superare i 30 anni.

 Con la sentenza dei giudici di Milano invece per Fontana la fine pena è «mai»; sono infatti state riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, che erano cadute in primo grado. «Sono felice perché deve pagare, nessuno ha diritto di togliere la vita a un’altra persona», ha commentato Anna, zia di Carol Maltesi. «Ci speravamo, a maggior ragione dopo quanto sentito stamattina con la difesa che ha buttato fango su mia nipote e sulla sua tomba» ha aggiunto la donna, in lacrime, dicendo poi che bisognerebbe «inasprire le sentenze perché dobbiamo fermare i femminicidi: non si uccide per amore. Chi uccide non ama. Il condannato non è una persona ignorante, ma colta. Per 70 giorni se l’è tenuta lì, lui sapeva benissimo che il papà viveva in Olanda e che la madre era invalida a casa. Sapeva che nessuno sarebbe andato a cercarla. Oggi è un giorno di giustizia per mia nipote, per mia sorella, per tutti».

«È stata fatta giustizia – ha detto Manuela Scalia, legale del padre di Carol Maltesi – . Siamo contenti per i familiari, hanno sofferto tantissimo, questo non riporta in vita la persona amata, però da un punto di vista psicologico è una piccola briciola che li aiuta ad andare avanti. Non potranno più avere la mamma, la figlia, ma è qualcosa davanti a un crimine così efferato. Ci ha toccato profondamente questa storia, personalmente l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle e ci sono stati dei momenti in cui anche per noi è stato pesante», ha concluso.

La giornata si era aperta con alcune dichiarazioni rese in aula dall’imputato: «Ripenso a ciò che ho commesso e provo grande sofferenza. Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alla mie azioni e per questo ho chiesto aiuto alle istituzioni», ha detto l’uomo di fronte alla Corte. «Vorrei chiedere ancora scusa a tutti» e in particolare «ai genitori di Carol» e al figlio. «Non so se potrò mai essere perdonato per ciò che ho fatto. Darei davvero la mia vita per tornare indietro. Passerò il resto dei miei giorni a cercare di aiutare gli altri». Le motivazioni verranno rese note fra 30 giorni.

La Corte inoltre ha condannato Fontana a risarcire con 168mila euro la madre (in primo grado il risarcimento era stato di 50mila euro) di Carol Maltesi e con 180mila euro il figlio di 7 anni della donna uccisa.

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21 febbraio 2024 ( modifica il 21 febbraio 2024 | 18:17)

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