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Ha aperto al confronto interno per il terzo mandato di sindaci e governatori. E subito dopo si è vista chiudere la porta dalla sua candidata in Sardegna all’ipotesi di un comizio unitario. La segretaria del Pd Elly Schlein ieri mattina ha guidato una intensa direzione del partito, costretta ad alcuni equilibrismi. Nel pomeriggio, dalla Sardegna, ha ricevuto l’alt improvviso: Schlein aveva appena dichiarato di essere disposta a fare il comizio di chiusura della campagna insieme al leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte; ma la candidata della coalizioneAlessandra Todde (M5S) non ha guardato in faccia nessuno, tantomeno il suo leader. «Ho avuto la disponibilità di entrambi — ha detto Todde —. Conte è venuto in questi giorni, la Schlein verrà e ne sono felice. Però questa partita è nostra, dei sardi, e sarà una chiusura sarda. Spero con tutto il cuore che la resistenza inizi dalla Sardegna. Il governo nazionale non si può definire diversamente. Questo è un governo di fascisti e va detto».
In mattinata la segretaria dem era riuscita nel non facile compito di placare gli animi sullo spinoso tema del terzo mandato. In direzione ha annunciato di voler mettere su un gruppo di lavoro all’interno del partito, per discutere di una riforma complessiva degli enti locali, riuscendo con questa mossa a evitare una spaccatura quasi certa prima di giovedì, quando in commissione, al Senato, si discuterà l’emendamento leghista sul terzo mandato.
La segretaria dem ha dato fondo alla sua diplomazia e fatto leva sui contrasti in maggioranza: «Sono spaccati in maniera evidente, soprattutto sul terzo mandato». Insomma, è possibile un «effetto domino» sugli altri temi che dividono la maggioranza, dall’Autonomia al premierato. «Anche al nostro interno — per Schlein — ci sono sensibilità diverse, ma noi siamo abituati a discutere e confrontarci. Affronteremo tutto insieme, gli amministratori locali sono una linfa vitale».
Matteo Ricci, responsabile dei sindaci del Pd, ha preso la palla al balzo su questo tema sul quale con il presidente dell’Anci Antonio Decaro batte da tempo: «Il sì al terzo mandato è una scelta di buon senso, non ci sono limiti per altri livelli istituzionali italiani né per i sindaci in Ue». «Se si estende il terzo mandato ai Comuni con 15 mila abitanti, non si capisce perché si debba evitarlo per gli altri Comuni e i presidenti di Regione», ha ribadito Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna.
Mentre era in corso la direzione, sotto le finestre del Nazareno stavano protestando i giovani del partito. Lamentavano di essere trascurati, che il loro congresso venisse rinviato di continuo. La segretaria dem li ha invitati a salire. E ha spiegato: «Non sta a noi decidere il vostro congresso. Il gruppo dirigente nazionale può accompagnarvi ma non decidiamo le vostre regole».
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