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Dalle parole ai fatti. Lo scorso 24 gennaio il sindaco di New York, Eric Adams, nel corso del consueto discorso annuale, lanciò un’accusa pubblica ai social media. Definiti dallo stesso primo cittadino delle «tossine ambientali», a meno di un mese di distanza nel corso di una conferenza, ecco l’annuncio dell’avvio di una vera causa legale. I motivi per cui è stata intentata sono, secondo l’amministrazione di Nyc, i danni provocati alla salute mentale dei più giovani. «È giunto il momento di ritenerli responsabili di aver alimentato la crisi nazionale della salute mentale giovanile, e questo è il primo passo», ha affermato Eric Adams dal proprio profilo su X.
La città di New York ha sporto denuncia contro TikTok, Meta, Snap e Alphabet. La conferma arriva dallo stesso sindaco, in un comunicato condiviso lo scorso mercoledì. Insieme alla Big Apple, anche il Dipartimento dell’Istruzione di New York e dalla New York City Health and Hospital Corporation. Questo è solo uno degli ultimi atti che vedono le piattaforme dover presenziare al banco degli imputati. Poche settimane fa le stesse sono comparse al Senato degli Stati Uniti, dove sono state accusate di avere le mani «sporche di sangue».
La causa
I capi di accusa sono tre e prevedono negligenza, negligenza grave e disturbo alla quiete pubblica. I social sarebbero infatti responsabili di aver manipolato i più giovani e aver intenzionalmente creato in loro una dipendenza tale per cui la loro attenzione venisse mantenuta sui social media. Le parti che hanno intentato causa richiedono un processo con giuria, che possa portare ad un cambio nella condotta di queste aziende, a cui dovranno anche seguire sanzioni pecuniarie.
I motivi delle richieste sono stati spiegati nel corso della conferenza stampa indetta dal primo cittadino newyorkese. La condotta delle società ha rappresentato non solo una crisi per la Grande Mela, ma anche un onere finanziario. Questo perché quanto causato dalle società si riversa sugli ospedali, nelle scuole e in altre comunità. Il sindaco Adams descrive gli adolescenti di New York costantemente disperati, incollati agli schermi dei telefoni e afflitti da una condotta scolastica negativa. Inoltre, mancano di abilità sociali a causa della dipendenza dai social media.
Le parole del sindaco
«La nostra città è costruita sull’innovazione e sulla tecnologia, ma molte piattaforme di social media finiscono per mettere in pericolo la salute mentale dei nostri figli, promuovendo la dipendenza e incoraggiando comportamenti non sicuri», ha riferito il Adams, che prosegue: «Stiamo intraprendendo azioni coraggiose per conto di milioni di newyorkesi per ritenere queste aziende responsabili del loro ruolo in questa crisi, e stiamo sviluppando il nostro lavoro per affrontare questo pericolo per la salute pubblica».
E ancora: «Questa causa e il piano d’azione fanno parte di una resa dei conti più ampia che plasmerà la vita dei nostri giovani, della nostra città e della nostra società negli anni a venire». Laddove legislazione e burocrazia hanno il passo lento, ci pensano dunque i distretti scolastici, i gruppi di genitori e le città stesse a prendere l’iniziativa, i quali affermano che i giovani sono stati danneggiati dai social media.
La risposta dei social media
Di diverso avviso le piattaforme interessate. Andy Stone, portavoce di Meta, ha affermato che: «Vogliamo che gli adolescenti abbiano esperienze online sicure e adatte all’età, e disponiamo di oltre 30 strumenti e funzionalità per supportare loro e i loro genitori. Abbiamo trascorso un decennio lavorando su questi problemi e assumendo persone che hanno dedicato le loro carriere per garantire la sicurezza e il sostegno dei giovani online».
Alle sue parole seguono quelle di José Castañeda, portavoce di Google. «Offrire ai giovani un’esperienza online più sicura e più sana è sempre stato fondamentale per il nostro lavoro. In collaborazione con esperti di salute mentale e genitorialità, abbiamo creato servizi e politiche per dare ai giovani un’esperienza più sana e sicura online. Esperienze appropriate e controlli solidi da parte dei genitori. Le accuse contenute in questa denuncia semplicemente non sono vere».
I precedenti
Vero o no, non c’è giorno che i social non siano ritenuti colpevoli della condizione faticosa in cui versano i giovani statunitensi, secondo le parole del sindaco Adams. Difficile non ricordare le scuse di Zuckerberg che hanno avuto luogo all’inizio del mese al Senato degli Stati Uniti. Inoltre, la città di New York è, per quanto grande, più circoscritta dei 40 Stati Usa che hanno fatto causa a Meta per via di Instagram, adducendo i medesimi motivi.
A questa si aggiunge la causa che vede Meta accusata di violare una legge federale, raccogliendo dati dei minori. Nuovo processo in vista, dunque. Porterà a qualcosa di concreto questo “primo passo” menzionato dal sindaco Adams, o ad un semplice “forte messaggio”, come quello auspicato dal senatore Dick Durbin? Intanto, come riporta il Washington Post, il Kids Online Safety Act trova nuovi sostenitori al Senato, ma è ancora incerta l’approvazione della Camera degli Stati Uniti.
17 febbraio 2024
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