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Alla fiaccolata di lunedì pomeriggio, in piazza del Campidoglio a Roma «per Navalny, per la libertà», le sigle politiche e sindacali, senza bandiere, ci saranno tutte. Inclusa la Lega: «Ci saremo, assolutamente sì — risponde a domanda Matteo Salvini — spero che il 2024 sia l’anno della chiusura delle troppe guerre in corso: tra Russia e Ucraina, tra Israele e Palestina. La guerra è sempre morte, l’Italia sia protagonista di pace».
Insorgono dall’opposizione Riccardo Magi di +Europa e Enrico Borghi di Italia viva che accusano la Lega di ipocrisia: «E no, caro Salvini, ricordiamo bene di quando ridevi di Navalny, la fiaccolata non si trasformi nel festival dell’ipocrisia», dice il primo. «Concordo con Magi — aggiunge Borghi — ma il no all’ipocrisia vale tanto per le reticenze e i silenzi imbarazzati di Salvini su Navalny, quanto per Conte che passa le giornate a dire di non inviare più armi in Ucraina».
Il promotore, Carlo Calenda, sospende (temporaneamente?) le ostilità: «L’unità con cui la politica ha aderito è un ottimo segnale. Significa che tutti riconosciamo che la Russia è oggi una dittatura imperialista e pericolosa. E gli italiani, tutti, al di là dell’inclinazione politica, tengono alla democrazia e alla libertà».
Ogni partito ci sarà, quindi, però sarà rappresentato a livelli diversi. Di sicuro né Matteo Salvini né Giuseppe Conte saranno in piazza. Solo per Pd, Verdi, Sinistra e per Noi moderati, oltre che per Azione, ovviamente, ci saranno i leader: Elly Schlein, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Maurizio Lupi. Gli altri partiti ci saranno, ma senza il frontman. La Lega annuncia che sarà rappresentata da due senatori: Simone Billi, eletto nella circoscrizione estero, e Andrea Paganella, in passato a capo della segreteria di Salvini al Viminale. I cinquestelle parteciperanno con i due capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri. Forza Italia, il cui segretario e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sarà a Bruxelles, invia la responsabile Esteri del partito, Deborah Bergamini e il portavoce Raffaele Nevi. Anche Fratelli d’Italia ci sarà, ma dal partito della premier precisano che «comporre la delegazione non è la prima delle nostre preoccupazioni».
Nonostante i trascorsi con l’organizzatore Carlo Calenda, Italia viva aderisce alla fiaccolata. In piazza ci saranno Maria Elena Boschi e Raffaella Paita, mentre il leader Matteo Renzi cercherà di rientrare in tempo a Roma da Latina, dove presenta il suo libro.
Alla fiaccolata alla quale hanno dato la loro adesione Cgil, Cisl, Uil, molte organizzazioni della società civile, parteciperà naturalmente il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il Psi e i Radicali italiani: «Porteremo in piazza la nostra proposta di cambiare il nome di via Gaeta, dove ha sede l’ambasciata della Federazione russa, in via Aleksej Navalny», scrive il segretario Matteo Hallissey. «Speriamo soprattutto ci siano tante persone comuni», dice Filippo Sensi, senatore pd che per primo aveva sollecitato a riempire un piazza e invita tutti a portare un fiore «come fanno in Russia, sfidando i gendarmi di Putin».
È lo stesso senatore dem a sollevare un caso: «Oggi (domenica per chi legge, ndr) una dozzina di persone voleva onorare con fiori la memoria di Navalny a Milano sotto la targa di Anna Politkovskaya. Si sono trovati lì degli agenti che li hanno identificati. Con una interrogazione parlamentare a Piantedosi chiederemo conto di che Paese siamo».
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