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La nuova variante del morbillo suscita preoccupazione: è il momento di alzare l’allarme o mantenere la calma? Scopriamo insieme cosa c’è dietro.
La corsa verso la salute è diventata una maratona dopo il colpo di scena della pandemia, e il nostro radar per il benessere è salito alle stelle, e non è certo un caso. Ogni segnale d’allarme, che sia nazionale o internazionale, risuona con una potenza senza precedenti, tenendoci costantemente sulla corda e spingendoci a reagire con prontezza. Non aiuta certo il fatto che ci troviamo spesso di fronte a segnalazioni di emergenze a livello nazionale e internazionale.
Consideriamo ad esempio la minaccia crescente della resistenza agli antibiotici. Tuttavia, il cuore della questione, almeno per l’Italia, è ora concentrato sull’identificazione di una nuova variante del morbillo, con caratteristiche altamente preoccupanti, soprattutto per quanto riguarda la sua individuazione. Questa variante presenta una sfida significativa poiché sembra influenzare i risultati dei test molecolari utilizzati per la diagnosi. In parole semplici, questi test sembrano essere meno sensibili ed efficaci nel rilevare la presenza del virus. La prospettiva che questa variante possa eludere la nostra capacità di individuarla è concreta e spaventosa.
Il morbillo in mutamento
La situazione si fa ancor più seria guardando al 2024, con cinque casi confermati di questa variante in Italia, tutti nella zona di Milano e dintorni, in Lombardia. Classificata come genotipo D8, al momento questi casi sembrano isolati, senza collegamenti epidemiologici evidenti. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dall’Università degli Studi di Milano insieme all‘Istituto Superiore di Sanità, pubblicato su Eurosurveillance.
Tra i cinque casi, tre hanno viaggiato recentemente in diverse parti del mondo, dall’Uzbekistan alla Thailandia fino al sud Italia. È importante notare che i pazienti che hanno visitato il sud Italia e la Thailandia presentano infezioni da ceppi di morbillo con tre mutazioni, già individuate in uno studio svizzero pubblicato su Eurosurveillance nel febbraio 2024. Questa scoperta ha scatenato una corsa alla ricerca delle mutazioni da parte dell’Università di Milano e del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, poiché il problema sembra concentrarsi in un’area densamente popolata, ai confini con la Svizzera.
La sfida principale ora è di diagnosticare correttamente questa variante. Le mutazioni si concentrano in una parte specifica della nucleoproteina, rendendo i test rapidi meno efficaci. Sebbene la perdita di sensibilità sia considerata lieve, è evidente che il sistema sanitario, i medici e i cittadini devono essere pronti ad affrontare questa nuova minaccia. È necessario aggiornare tempestivamente i test per contrastare efficacemente queste varianti in diffusione.
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