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Il rischio di un’epidemia di dengue anche in Italia non è un’eventualità così lontana. Con oltre mezzo milione di casi in Brasile e contagi in aumento in varie aree del mondo, cresce l’allerta anche nel nostro Paese.
Il ministero della Salute ha già inviato una circolare agli Uffici di sanità marittima e aerea nella quale si dispone l’innalzamento del livello di sorveglianza, con l’obbligo di disinfettare gli aerei e le merci provenienti dai Paesi dove circola il virus.
Febbre Dengue, l’epidemia si allarga e sale l’allerta negli aeroporti: nuova circolare del ministero (today.it)
Ma “con l’arrivo del caldo e la maggiore circolazione della zanzara tigre che trasmette il virus sarà necessario anche aumentare la vigilanza per individuare tempestivamente i casi e disinfestare le aree verdi circostanti i focolai”, spiega a La Stampa Gianni Rezza, professore di Igiene all’università San Raffaele di Milano, già direttore generale Prevenzione sanitaria del ministero della Salute.
Il possibile ritorno delle “malattie neglette”
“La globalizzazione da un lato e la tropicalizzazione del nostro clima dall’altro non possono più farci sentire al riparo da infezioni che rischiano di diventare endemiche anche da noi, visto che le zanzare con le quali si trasmettono si aggirano nelle nostre case anche d’inverno”, prosegue Rezza, chiarendo i motivi per cui l’Italia rischia di diventare un habitat favorevole alle cosiddette “malattie neglette”, una ventina di patologie, fra cui la dengue, considerate un nemico lontano nella maggior parte dei Paesi occidentali.
“Si chiamano così”, malattie neglette, “non perché siano rare, dato che colpiscono un miliardo e 700 milioni di persone nel mondo e pesano in termini di morti e contagi come i tre ‘big killer’ messi insieme”, ossia “tubercolosi, Hiv e malaria. Ma poiché sono diffuse in Paesi poveri, che non hanno risorse per acquistare farmaci e vaccini, finiscono per essere trascurare anche dalla ricerca. Come hanno però già dimostrato proprio la Dengue e Chikungunya, oggi non possiamo più sentirci al sicuro nemmeno alle nostre latitudini”.
Sul fronte della ricerca “occorre fare di più perché se per la Dengue un vaccino almeno lo abbiamo e per Chikungunya è in fase di approvazione, per molte della ventina di malattie neglette c’è poco o nulla”.
All’Istituto Spallanzani di Roma e nei centri vaccinali specializzati in malattie tropicali è infatti già disponibile il vaccino controDengue, che, però, precisa Rezza “non è per tutti, ma per chi deve intraprendere un viaggio nelle zone dove la malattia è endemica, come Brasile, Argentina, India e Sud Est Asiatico. È raccomandato anche a chi ha già avuto una infezione da Dengue, perché reinfettarsi fa aumentare notevolmente il rischio di malattia grave e di morte”.
“Sperando non sbarchi anche da noi, come già avvenuto a Cipro, la Aedes aegypti – prosegue Gianni Rezza, anche detta “zanzara della febbre gialla” – che è molto più efficiente nel trasmettere il virus della Dengue, che tra il 1927 e il 1928 sconvolse Atene con un’epidemia di grandi dimensioni”.
Cosa è la Dengue e quali sono i sintomi
La dengue è una malattia di origine virale, causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4), trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta.
L’uomo risulta il principale ospite del virus, che può circolare nel sangue della persona infetta per un periodo compreso tra i 2 e i 7 giorni. È proprio questo il lasso di tempo in cui la zanzara, tramite puntura, può trasportarlo da una persona all’altra, ma il rischio di contagio diretto tra esseri umani non sussiste.
I virus portatori di dengue circolano in particolare durante la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico, mentre per l’Europa si tratta si una malattia di importazione, il cui incremento è legato proprio alla globalizzazione, quindi alla maggior circolazione di merci e persone.
La febbre dengue si manifesta solitamente entro 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con una sintomatologia che comprende:
- mal di testa acuti;
- dolori attorno e dietro agli occhi;
- forti dolori muscolari e alle articolazioni;
- nausea e vomito;
- irritazioni della pelle dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre.
La dengue può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi che possono causare veri e propri collassi e, in casi rari, risultare fatali. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini, nei quali quindi può essere diagnosticata in modo più accurato con l’analisi del sangue.
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