«L’intelligenza artificiale? Mi hanno clonato l’identità per vendere un farmaco»

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Tutto esaurito, mercoledì sera 21 febbraio, per l’incontro con Franco Berrino, il guru della vita sana con l’associazione «La Grande Via», fondata nel 2015 con Enrica Bortolazzi. L’appuntamento, all’Auditorium Moscheni di Stezzano, ha dato il via alla nona edizione della rassegna «Tierra! Nuove rotte per un mondo più umano». Moderatore, Angelo Maestroni, professore di Diritto dell’ambiente e Diritto pubblico all’Università degli Studi di Bergamo. 

Laureato in Medicina nel 1969, Berrino si è specializzato in
Anatomia patologica
; dopo un breve periodo di pratica clinica e patologica, si è dedicato all’epidemiologia dei tumori, prima con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro in Africa, poi, dal 1975 al 2014, all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove ha diretto il Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva. Autore e coautore di oltre 400 pubblicazioni scientifiche, è il più importante medico ed epidemiologo italiano per gli studi sulla correlazione tra alimentazione e cancro. L’occasione dell’incontro a Stezzano è stata la presentazione del suo ultimo libro, «Fermare il tempo – Con piccole dosi di cibo e benessere», edito da Solferino.

Dottor Berrino, tre consigli per vivere a lungo e in salute?
«Sono le tre vie su cui si basa la mia associazione. La via del cibo: mangiamo i cibi e non le trasformazioni industriali dei cibi; il movimento: siamo diventati troppo sedentari e ci arruginiamo quando basta una passeggiata di mezzora al giorno per stare bene. E poi c’è la via spirituale. Come diceva Socrate, conoscere e guardare dentro noi stessi è il modo per prenderci cura di noi. Consiglio almeno nove minuti di meditazione al giorno. Quando la insegno, uso un campanello: arrivano i pensieri e lo faccio suonare per liberare la mente. E poi meravigliamoci della bellezza che ci circonda. Se vedo una bella ragazza dico: che meraviglioso agglomerato di 50 mila miliardi di cellule».

Oggi tutto viene demandato all’intelligenza artificiale. Cosa ne pensa?
«Confonde. Hanno clonato la mia identità. Mi sono ritrovato sul web nel mio salotto di casa con la mia voce mentre raccomando l’uso di farmaci che tolgono i trombi dalle arterie. Ho fatto denuncia alla polizia postale, ma non c’è stato modo di bloccare i truffatori perché è un gioco di scatole cinesi. Hanno clonato pure i Beatles e Putin. Come fidarsi? Il mio libro, ad esempio, si basa su ricerche e racchiude quello che ho scritto in 52 articoli pubblicati da Corriere.it».

Nel suo libro la sana alimentazione è una medicina.
«Lo è per molte patologie, come quelle gravi autoimmuni, del cuore e dell’apparato digerente. Il mondo della medicina è drogato dai farmaci. La sanità è la più grande industria, capace di alzare il pil. Ci vogliono malati. E noi, se stiamo bene, andiamo contro gli interessi. Va tenuta la gligemia bassa (sotto gli 85). Se supera i 95 il rischio per alcuni tipi di tumore, come al seno e colon, è doppio».

E quali cibi fanno aumentare il glucosio nel sangue?
«Le farine 0 e 00, super raffinate, che si usano per fare il pane bianco. La farfallina non sarebbe mai tanto stupida da deporci le uova, sceglie la farina integrale. Meglio quelle di grani antichi, come farro monococco che si coltivava diecimila anni fa, senatore Cappelli, Kamut, Timilia».

Cos’altro dobbiamo mangiare?
«Come dice il giornalista americano Michael Pollan, scegliamo il cibo prodotto dalle piante e non dagli impianti. Immaginiamo di andare al suepermercato accompagnati dalla nostra bisnonna. E non mangiamo quello che lei non riconosce o con etichette incomprensibili. Il cibo industriale è avvelenato da emulsionanti, coloranti, aromi, conservanti».

Qual è il veleno peggiore usato nell’agricoltura?
«Il clorpirifos, un potente pesticida usato nei vigneti. Il prosecco è il vino più avvelenato al mondo. Si vendemmia con le mascherine per non inalarlo: ha un’azione ormonale che porta alla sterilità maschile. Meglio evitare lo Spritz».

Quindi meglio il cibo biologico?
«Lo consuma il 10 per cento della popolazione e le ricerche dimostrano che chi mangia bio ha il 25% di probabilità in meno di ammalarsi di certi tipi di tumore».

È nota anche la sua posizione nei confronti dei latticini.
«Quando ero piccolo, la mamma mi preparava il caffelatte. Ma una volta una mucca produceva otto litri di latte al giorno; oggi quaranta-cinquanta, perfino cento. E non hanno mai mangiato l’erba di un prato. Le loro mammelle sono malate. Meglio un formaggio di capre che vivono in montagna».

Spesso parla dei suoi panzerotti antidepressione: come li prepara?
«Sono delle focaccine di farina 2 ripiene di tofu (ricco di triptofano che sostiene il buon umore), noci, datteri; si preparano con acqua e olio».

Si è sempre in tempo per cambiare vita?
«Certo, a quarant’anni si guadagnano dieci anni in più di vita, tra i settanta e gli ottanta, cinque».

Com’è la sua quotidianità?
«Mi alzo alle 7 del mattino e ringrazio, faccio la doccia, pratico yoga, poi faccio colazione, meglio se salata a base di zuppa di miso; pranzo con cereali, verdure e legumi; di giorno svolgo le mie commissioni e spesso salto la cena».

È vegetariano?
«No, a volte, mangio la carne, se rispettabile…».

L’ultima volta?
«Novembre 2023, in Himalaya, zuppa con carne di yak. Anzi, no, era novembre 2022…».

Qual è il suo piatto preferito?
«Riso integrale con gomasio. Mi piacciono anche il purè di fave con la cicoria, le orecchiette con le cime di rapa. Ma cosa c’è di più buono di una pasta e fagioli fatta bene?».

22 febbraio 2024

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