l’indagine sui progetti e i trenta subappalti del cantiere Esselunga a Firenze

admin
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Errore di installazione, difetto di fabbricazione o errore nella progettazione. Ruota intorno a queste tre ipotesi l’inchiesta per il crollo di una trave in cemento armato che ha provocato la strage degli operai nell’ex Panificio militare destinato ad ospitare un supermercato Esselunga, alla periferia di Firenze. Mentre i soccorritori continuano senza sosta a scavare tra le macerie alla ricerca dei dispersi – nella notte è stato recuperato il corpo della quarta vittima – gli inquirenti hanno già iniziato ad ascoltare i testimoni. Ieri, fino a tarda sera, negli uffici della Procura sono stati convocati alcuni testimoni. Il primo ad essere ascoltato è stato il direttore dei lavori di una delle ditte impegnate nel cantiere: «È una tragedia enorme — ha detto Edoardo Ciardi — ancora non è chiaro cosa sia successo. Secondo me quello è un cantiere in regola su tutto». Poi, quando le loro condizioni lo consentiranno, toccherà agli operai sopravvissuti raccontare quello che hanno vissuto.

Ad occuparsi del più grosso incidente sul lavoro mai avvenuto a Firenze saranno i pm Francesco Sottosanti e la pm Alessandra Falcone. Hanno aperto un fascicolo in cui ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Al momento non ci sono indagati ma è facile prevedere che presto partiranno i primi avvisi di garanzia visto che il primo passo sarà affidare una consulenza che possa servire a fare chiarezza sulle cause della tragedia. «È spaventoso quello che è accaduto — si lascia sfuggire uno dei primi investigatori ad arrivare nel cantiere — Sicuramente non è stato un evento accidentale, non è possibile che una trave di quella portata possa spezzarsi in questo modo».

Anche sulla dinamica dell’incidente c’è ancora molto da chiarire: sembra, dalle prime testimonianze, che gli operai fossero impegnati a sistemare la trave nella mensola, al quarto piano della struttura, quando all’improvviso la trave ha ceduto, provocando i crolli a cascata del pilone e dei solai degli altri piani. La trave in questione è un prodotto industriale che arriva già finito in cantiere. Per questo sarà il primo ad essere esaminato. Verrà analizzato il materiale utilizzato per realizzarlo e poi verranno fatti gli accertamenti sull’installazione, anche realizzando una comparazione con le altre travi già montate per valutare eventuali differenze nella posa. «Difficile pensare che possano aver montato male la trave — dice Marco Carletti, segretario generale di Fillea Cgil Firenze — Credo sia più presumibile che sia stata progettata male o realizzata con materiali scadenti. E se così fosse, l’incidente non sarebbe legato a una carenza di sicurezza nel cantiere».

Sotto la lente degli inquirenti finirà inevitabilmente la complessa filiera di appalti e subappalti. Bisognerà anche capire se gli operai coinvolti avessero un inquadramento professionale equiparato alla loro mansione nel cantiere. Per questo nelle prossime ore verrà acquisita la documentazione per ricostruire le singole posizione dei lavoratori e per capire se quanto denunciato ieri dai sindacati corrisponde a verità, cioè che molte ditte sono solite inquadrare gli operai con contratti metalmeccanici e non del settore edile. «Questo significa che non hanno avuto quella formazione specifica che serve per lavorare in un cantiere edile», dice Luca Vomero della Feneal Uil. «Se la cosa fosse confermata — ribadisce Daniele Calosi, segretario della Fiom Firenze, Prato e Pistoia — saremmo di fronte a un caso grave: aziende che utilizzano un contratto che ha un costo minore per garantire la possibilità a chi prende il subappalto di risparmiare».

La società committente dei lavori risulta La Villata spa, immobiliare di investimento e sviluppo controllata da Esselunga, con sede a Milano, di cui da un anno è presidente l’ex ministro Angelino Alfano. L’impresa esecutrice dei lavori nel cantiere è l’Aep Attività Edilizie Pavesi srl, con sede a Pieve del Cairo (Pavia). La costruzione del nuovo supermercato, nell’area da 10 mila metri quadrati che un tempo veniva utilizzata per rifornire di generi di prima necessità le strutture militari, sta impegnando oltre 30 aziende in subappalto. Però, scorrendo la lista delle aziende notificate alla Asl dal coordinatore della sicurezza (l’ultima comunicazione telematica risale all’8 febbraio), spuntano 61 nomi: sono tutte le imprese che hanno avuto accesso al cantiere di via Mariti. Ci sono grosse aziende come Vangi che fa movimento terra, la Rdb di Pescara, colosso specializzato nella realizzazione di prefabbricati per grandi superfici di vendita, ma ci sono anche tante piccole ditte individuali, la maggior parte con titolari stranieri.

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