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Individuato un meccanismo cellulare con cui l’attivit fisica aerobica migliora la salute del fegato grasso; essenziale trovare la dose giusta di movimento per s
Muoversi salva il fegato. Letteralmente: l’esercizio fisico aerobico migliora le condizioni del fegato grasso, la malattia epatica pi diffusa al mondo di cui oggi soffre un adulto su tre. Il beneficio c’ indipendentemente dagli effetti del moto sulla bilancia: anche se il peso non scende, l’attivit fisica ha effetti positivi sui mitocondri, le piccole centrali energetiche delle cellule, e riduce gli accumuli di grasso nel fegato. Lo ha dimostrato uno studio sui topolini pubblicato di recente sulla rivista Metabolism
e lo confermano anche gli studi sull’uomo.
Movimento e mitocondri
Il nuovo studio sugli animali prende le mosse dalle nuove conoscenze sulla steatosi epatica non alcolica, recentemente rinominata malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica proprio per sottolineare quanto sia strettamente correlata a problemi metabolici come obesit e diabete. Come spiega Anna Ludovica Fracanzani, docente di Medicina interna dell’Universit degli Studi di Milano, la ricerca ha studiato i meccanismi con cui si sviluppa il danno epatico, valutando il ruolo delle alterazioni del metabolismo del glucosio e dei lipidi e pi di recente il metabolismo dei mitocondri. Si scoperto che la funzione epatica si riduce gradualmente a causa della disfunzione mitocondriale, che rende il fegato non pi in grado di trasferire le gocce lipidiche in eccesso al di fuori dell’organo: una delle caratteristiche della malattia del fegato grasso proprio la grande concentrazione di goccioline lipidiche che si accumulano nelle cellule epatiche. L’obiettivo, quindi, trovare un modo con cui regolare la funzione mitocondriale per curare la steatosi. Nel nuovo studio condotto sugli animali si dimostrato che uno dei mezzi per riuscirci potrebbe essere proprio il movimento perch, come sottolinea Fracanzani, l’esercizio aerobico ha mostrato effetti benefici perch riduce le interazioni tra goccioline lipidiche e mitocondri e aiuta a metabolizzare i grassi, diminuendo cos le dimensioni delle goccioline lipidiche e quindi l’entit della steatosi.
Nell’uomo
La ricerca fornisce risposte in merito ai meccanismi con cui l’attivit fisica cura il fegato grasso, confermando quanto stato osservato anche nell’uomo: L’esercizio fisico riduce la steatosi e la fibrosi epatica indotti dalla dieta e l’effetto sulla steatosi evidente indipendentemente dalla perdita di peso che si pu ottenere — sintetizza Fracanzani —. Anche chi normopeso infatti pu avere il fegato grasso a causa di scelte alimentari scorrette e l’esercizio fisico perci fondamentale. Inoltre con un’attivit vigorosa si riduce anche la gravit della malattia e il rischio di mortalit per tutte le cause, cardiovascolari, epatiche e oncologiche, che pi elevato negli adulti con steatosi. Per questo oggi a tutti i pazienti con steatosi epatica si raccomandano almeno 150 minuti a settimana di attivit fisica moderata o 75 minuti a settimana a intensit vigorosa: la “dose” e le raccomandazioni vanno per calate nel singolo caso, perch chi molto sedentario potrebbe spaventarsi e gettare la spugna di fronte a indicazioni simili. L’importante capire che non ci sono alibi: chiunque, in ogni et o condizione, pu fare moto, anche soltanto camminando. L’attivit fisica indispensabile per il benessere del fegato, per prevenire e per trattare la steatosi epatica: per questo cambiare lo stile di vita, assieme alla dieta e all’esercizio fisico, rimane la pietra miliare del trattamento di questa patologia, conclude l’esperta.
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17 febbraio 2024 (modifica il 17 febbraio 2024 | 08:51)
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