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MILANO – Indicazioni positive dai mercati finanziari dove continuano a pesarsi le parole di banchieri centrali in merito a possibili tagli del costo del denaro. Chiusura in netto rialzo per Tokyo, che guadagna più dell’1% anche grazie all’indebolimento dello yen. Ieri, seduta in rialzo a Wall Street: il Dow Jones ha guadagnato 252,19 punti (+0,55%), archiviando la nona seduta in rialzo consecutiva e un’altra chiusura record; lo S&P 500 ha chiuso in rialzo di 27,84 punti (+0,59%), il Nasdaq ha aggiunto 98,03 punti (+0,66%). Il petrolio Wti ha chiuso in rialzo di 97 centesimi, l’1,34%, a 73,44 dollari al barile, con l’aumento delle tensioni nell’area del Mar Rosso. Borse europee chiudono deboli e miste, Milano a – 0,2%
Borse europee: chiudono deboli e miste
Chiusura debole e contrastata per le principali Borse europee. A Londra l’Ftse 100 cede l’1,04% a 7.717,55 punti, a Parigi il Cac 40 sale dello 0,12% a 7.583,43 e a Francoforte il Dax lima un -0,07% a 16,732.42 punti. Piatta anche Piazza Affari con l’Ftse Mib che scende dello 0,01%.
Milano chiude piatta con il Ftse Mib (-0,01%) a 30.361 punti
La Borsa di Milano chiude piatta con il Ftse Mib (-0,01%) a 30.361 punti. E’ stato soprattutto il risiko delle tlc a imporsi sulla scena dei mercati finanziari: dopo la mossa di iliad su vodafone in italia, infatti, alla vigilia si è registrato il ritorno dello stato spagnolo nel capitale di telefonica. Una mossa che ha confermato l’ormai imminente riassetto del settore a livello europeo. A beneficiarne a piazza affari è tim (+5,8%) che corre guidando l’indice ftse mib (-0,01%), che invece non riesce a superare la parità. Acquisti anche su inwit (+1,3%) e i petroliferi. In fondo deboli i bancari (la peggiore bpm a -1,5%) che ormai vedono allontanarsi la prospettiva che i tassi record durino ancora a lungo. Sul valutario, l’euro sfiora quota 1,1 dollari e scambia con il biglietto verde a 1,0960 (da 1,0979 al closing precedente).
Wall Street debole, Dow Jones -0,22%, Nasdaq su parità
Le Borse europee proseguono caute dopo l’avvio di Wall Street. Sotto i riflettori le indicazioni che arrivano dalle banche centrali sull’ipotesi di un taglio dei tassi d’interesse nel prossimo anno. Resta alta l’attenzione sul fronte della crescita economica anche alla luce delle tensioni geopolitiche. Sul fronte valutario l’euro scende a 1,0964 sul dollaro mentre i titoli di Stato sono in calo, con il Bund tedesco sotto il 2% per la prima volta dopo nove mesi. Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 162 punti, con il rendimento del Btp al 3,59%.
Poco mosso (+0,02%) l’indice Stoxx 600. Sale Londra (+0,8%), con l’inflazione che frena e l’impatto sulle decisioni della Banca d’Inghilterra. In terreno negativo Milano (-0,2%), Madrid e Francoforte (-0,1%), piatta Parigi (-0,06%).
Wall Street debole, Dow Jones -0,22%, Nasdaq su parità
Wall Street debole, Dow Jones -0,22%, Nasdaq su parità
Borse europee: in ordine sparso a metà seduta
Le Borse europee procedono in ordine sparso al giro di boa, mentre gli investitori riflettono sulle preoccupazioni per la debolezza dell’economia e sulle prospettive che le banche centrali inizino a tagliare i tassi di interesse il prossimo anno. I prezzi alla produzione in Germania sono scesi più del previsto il mese scorso, mentre il Gfk continua a mostrare che i consumatori tedeschi rimangono pessimisti. Allo stesso tempo, l’inflazione del Regno Unito ha sorpreso al ribasso. Londra resta maglia rosa a +0,59%, Francoforte lima uno 0,03% mentre Parigi sale dello 0,03% e Madrid perde lo 0,37%. Male anche Milano a -0,35%
Petrolio sostenuto dalle tensioni sul Mar Rosso
I prezzi del petrolio hanno continuato a guadagnare terreno, sostenuti dalle tensioni nel Mar Rosso che potrebbero interrompere le forniture e aumentare il costo del trasporto degli idrocarburi. Il costo di un barile di greggio Brent è in rialzo dell’1,14% a 80,13 dollari. Il suo equivalente statunitense, il WTI, è salito dell’1,31% a 74,91 dollari. Secondo gli analisti, l’aumento dei prezzi continua ad essere alimentato dalle perturbazioni nel Mar Rosso e dall’aumento del rischio geopolitico in Medio Oriente. Gli attacchi sono particolarmente concentrati nei pressi dello strategico stretto di Bab al-Mandeb, che separa la penisola arabica dall’Africa ed è una rotta commerciale cruciale per il trasporto di idrocarburi.
Messina (Intesa): “Siamo a inversione ciclo, taglio tassi nel 2024”
“Sono convinto che ci saranno tagli di tassi nel corso del 2024, ormai credo che la fase di salita dei tassi d’interesse sia terminata. E’ chiaro, ci sono segnali in tutto il mondo che questo sta accadendo, l’inflazione sta scendendo e secondo me anche più rapidamente di quanto oggi sia percepita da parte degli organismi di supervisione monetaria e il 2024 secondo me sarà l’anno della discesa dei tassi. Poi è probabile che possa essere concentrato di più nella seconda parte del 2024, ma io sono convinto che ormai siamo a un’inversione del ciclo dei tassi di interessi certamente”. Lo afferma Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa SanPaolo, a margine dell’Assemblea di Coldiretti.
Milano debole, Borse Ue incerte
Clima incerto sulle Borse europee, con la sola Londra che resta chiaramente in positivo dopo il dato dell’inflazione in Gran Bretagna: il listino della capitale inglese sale dello 0,7%, con Francoforte sulla parità, Parigi in calo dello 0,1% e Amsterdam dello 0,2%. Milano, dopo una partenza lievemente in rialzo, cede lo 0,3%, anche guardando allo spread Btp-Bund che sale a 162 punti base, con il rendimento del prodotto Tesoro al 3,6%. Il gas conferma il rialzo di circa 4% a 34 euro al Megawattora, mentre il petrolio resta piuttosto stabile attorno ai 74 dollari al barile. In Piazza Affari tra i titoli principali spicca sempre Tim, che sale del 4% 0,29 euro dopo le conferme delle partecipazioni al progetto rete da parte di F2i e della Fondazione Crt. Bene anche Inwit che sale di un punto percentuale, mentre appare piuttosto debole il comparto bancario con Banco Bpm in calo dell’1,7% e Bper in ribasso di un punto percentuale. Nel settore industriale qualche vendita su Leonardo, che perde l’1,1%.
Chiusura contrastata in Cina
Chiusura contrastata per i listini azionari cinesi mentre in asia è stata complessivamente una sessione positiva sempre sulla scia della conferma della politica monetaria espansiva da parte della Bank of Japan. Hong Kong ha chiuso le contrattazioni in rialzo dello 0,56% sostenuto dai titoli tecnologici e dell’immobiliare. In particolare Alibaba, che ha nominato Eddie Wu come amministratore delegato delle attività e-commerce domestiche, è salita del 2,6%. L’indice composto della borsa di Shanghai ha invece ceduto l’1,03%: la Banca centrale cinese ha mantenuto invariati i tassi di interesse di riferimento. Guardando agli altri listini, Seul ha guadagnato l’1,78%, mentre la borsa di Sydney ha toccato i massimi da 10 mesi nella previsione di una pausa della stretta monetaria da parte della Reserve bank of Australia.
Milano diventa negativa
A poco più di un’ora dal suono della campanella, Piazza Affari inverte la rotta e diventa negativa. Gli investitori sono già proiettati verso la lunga pausa di Natale. Nonostante l’ottimismo nella prospettiva di un possibile ammorbidimento della politica monetaria, sussiste comunque l’incertezza sul raggiungimento di un accordo sulla riforma del patto di stabilità. L’Ftse Mib segna ora il -0,44%. Sugli scudi resta Tim che corre oltre il 4%, sulle voci di un prossimo pronunciamento del fondo F2i che dovrebbe investire assieme a Kkr circa un miliardo di euro nella rete fissa.
Fila, la controllata indiana fa +77% al debutto
Doms Industries, l’azienda indiana di matite e gomme per cancellare, ha debuttato con un balzo del 77% alla Borsa di Mumbai che l’ha portata a valere 1 miliardo di dollari. La società, controllata dall’italiana Fila che a Piazza Affari guadagna il 3,2% e capitalizza 387 milioni di euro, è stata quotata a 1.400 rupie dopo aver raccolto 12 miliardi di rupie (144 milioni di dollari) dalla vendita di 8,84 milioni di azioni.
Milano in positivo con l’Europa
I primi scambi confermano per l’avvio marginalmente positivo per le Borse europee, con Londra in chiara salute dopo il dato dell’inflazione di novembre migliore delle stime che sale dell’1,5%. In Piazza Affari l’indice Ftse Mib cresce dello 0,1% in un clima comunque incerto. Lo spread Btp-Bund, dopo una partenza in calo, oscilla attorno a quota 160 della chiusura di ieri, mentre il gas conferma il rialzo del 4% a 34 euro al Megawattora. Tra i titoli principali spicca Tim (+3% a 0,29 euro) dopo le conferme delle partecipazioni al progetto rete da parte di F2i e della Fondazione Crt. Bene Iveco, Eni e Saipem che salgono di un punto percentuale. Deboli invece Bper, che cede l’1,6%, e Banco Bpm, in calo del 2,3%.
Future in rialzo per l’Europa
Le Borse europee si avviano a un’apertura in rialzo, sulla scia delle crescenti aspettative che le principali banche centrali abbiano terminato il ciclo di inasprimento monetario e possano iniziare a tagliare i tassi di interesse il prossimo anno. I future dell’EuroStoxx 50 sono saliti dello 0,1% negli scambi pre-mercato, mentre quelli del Ftse 100 sono saliti dello 0,8% e quelli sul Dax dello 0,05%.
Chiusura in netto rialzo per Tokyo
La Borsa di Tokyo conclude la seduta in rialzo, sostenuta dalla debolezza dello yen, dopo le indicazioni della Banca del Giappone sul possibile mantenimento prolungato della politica monetaria ultra espansiva. Il Nikkei segna un aumento dell’1,37% a quota 33.675,94, aggiungendo 456 punti. Sul mercato valutario la divisa nipponica cede terreno sul dollaro a un valore di 143,70 e sull’euro a 157,50.
Germania, fiducia in ripresa
Il sentiment dei consumatori in Germania dovrebbe continuare a salire a gennaio, grazie agli aumenti salariali previsti per compensare l’inflazione, anche se rimane molto basso. Lo rileva l’indice GfK. L’istituto prevede un indice di -25,1 punti a gennaio, in aumento di 2,5 punti rispetto a dicembre, che è stato rivisto leggermente al rialzo a -27,6 punti. Secondo l’istituto, dopo questo miglioramento per il secondo mese consecutivo, le famiglie sembrano vedere “la luce alla fine del tunnel” con l’avvicinarsi delle festività.
L’inflazione del Regno Unito frena più del previsto
Il tasso di inflazione nel Regno Unito è sceso al 3,90% a novembre dal 4,60%, oltre le attese di mercato per un 4,4%.
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