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di Francesca Marsili
Sportelli bancari chiusi, le Marche fanalino di coda in Italia con un meno 6,7% nel raffronto tra il 2023 e il 2022. Il dato, elaborato dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della fondazione Fiba di First Cisl (su dati Bankitalia) mostra come la nostra regione sia quella che ha accusato una flessione più pronunciata rispetto al resto d’Italia per quanto riguarda il numero di sportelli chiusi sul territorio. Un triste primato, che stacca in negativo di quasi 3 punti percentuali la media nazionale del meno 3,9% rispetto all’anno precedente.
Seguono Abruzzo e Lombardia con un meno 5,1%, e la Sicilia e la Calabria, rispettivamente con un calo del 5 e 4,2%. Quello della desertificazione bancaria (riduzione e, in diversi casi, la scomparsa di banche di riferimento sul territorio), è un fenomeno che in Italia ha raggiunto numeri allarmanti, ancor più nella nostra regione dove aumenta il numero di persone che non possono accedere ai servizi bancari nel comune di residenza. Inevitabilmente il fenomeno impatta più pesantemente sugli anziani. Dall’analisi emerge che sono 76mila i marchigiani residenti in comuni che non registrano la presenza di alcuna banca, 21.400 in più rispetto agli ultimi 12 mesi, il 78% di essi è stato privato dell’accesso agli sportelli bancari nel corso dell’ultimo anno. 136mila marchigiani risiedono invece in comuni che hanno un solo sportello bancario e che a breve rischiano di trovarsi tagliati fuori dai servizi bancari. Ma non sono solo le persone a subire le conseguenze dell’abbandono dei territori da parte delle banche. Anche per molte piccole imprese marchigiane, e più in generale italiane, la chiusura delle filiali rappresenta un problema rilevante.
I dati evidenziano che 5.700 imprese marchigiane hanno sede in comuni che non vedono la presenza di alcuna banca, 1.400 in più rispetto agli ultimi 12 mesi, il 77% delle quali ha visto abbandonare il loro comune dell’ultimo anno. Sono oltre 11mila invece le attività marchigiane che hanno sede in comuni dove si registra la presenza di un unico sportello bancario.
Passiamo all’incidenza della desertificazione nei comuni della nostra regione: Il 31,5% non ha sportelli bancari. 12 comuni sono stati abbandonati negli ultimi 12 mesi, e il fenomeno potrebbe esplodere, superando la metà del territorio: i comuni con un solo sportello sono quasi un quarto del totale. A livello nazionale sono 3.300 i comuni senza filiali bancarie. Entrando nella lista della dei primi dodici comuni marchigiani privi di sportelli, in ordine decrescente per popolosità, al primo posto c’è Castelbellino, in provincia di Ancona, con quasi 5mila abitanti; subito dietro Montelupone con 3.400 residenti, Esanatoglia, con quasi 2mila residenti. Nella lista dei comuni con un solo sportello, e quindi a rischio, sempre in ordine decrescete per numero di abitanti, al primo posto c’è Folignano (quasi 9mila abitanti). Il quarto spetta a Pollenza, con oltre 6mila abitanti: qui è stata recentemente chiusa la banca in centro storico, l’unica rimasta è a Casette Verdini.
«La finalità dell’Osservatorio – viene sottolineato nel report – è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sulle conseguenze che la desertificazione bancaria comporta. Negli ultimi anni il problema si è perfino aggravato, senza che il ricorso sempre più spinto al digitale riuscisse a tamponare le falle apertesi nel frattempo».
«La corsa alla chiusura degli sportelli non si è fermata nemmeno nel 2023, anzi promette di registrare nel 2024 un’ulteriore accelerazione in base all’attuazione dei piani d’impresa delle banche. L’aumento del numero dei comuni desertificati ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale – ha sottolineato il segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani -. Nonostante tutti i proclami sulla sostenibilità sociale – ha aggiunto – le banche italiane stanno privando dell’accesso a un servizio essenziale milioni di persone. A pagare il prezzo più pesante sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione, che hanno scarse competenze digitali. Il basso livello di utilizzo dell’internet banking rispetto alla media Ue ci dice una cosa semplice: le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, non dalla diffusione del digitale».
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