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Nella galleria Ca’ Gulino di Urbino ancora riecheggia il boato del violento impatto tra pullman e ambulanza che nel pomeriggio di mercoledì 27 dicembre si sono scontrati, con il mezzo di soccorso che ha preso fuoco e i quattro occupanti della Croce Rossa che hanno perso la vita. ‘Il Resto del Carlino’ ha raccolto la testimonianza di un accompagnatore che viaggiava a bordo dell’autobus insieme alla scolaresca.
Incidente a Urbino, parla un testimone
A poco più di 24 ore dal terribile incidente, ‘Il Resto del Carlino’ ha potuto raccogliere la testimonianza di Stefano Ruggeri, accompagnatore che viaggiava proprio sul pullman che si è scontrato con l’ambulanza.
A bordo dell’autobus della ditta Canalibus di Monteprandone viaggiavano 47 persone tra bambini di 8 anni e adolescenti di 15, quattro seminaristi, altri maggiorenni, il parroco don Roberto Traini e l’autista Massimo Mariotti di 51 anni.
Poche parole ma forti abbastanza, quelle usate da Stefano Ruggeri per raccontare l’accaduto. L’accompagnatore racconta che tutto si è svolto in una manciata di secondi.
Le sue parole: “Il pullman era appena ripartito dal parcheggio quindi i ragazzi erano tutti svegli e attivi”.
Poi la tragedia: “L’autista ha cercato di avvertire il conducente dell’ambulanza lampeggiando con gli abbaglianti, ma è stata una frazione di secondi”.
Subito dopo l’impatto, tutti i presenti si sono accertati che nessuno si fosse ferito gravemente, dopodiché l’autista ha ordinato di abbandonare il pullman.
Cos’è successo nella galleria
Nelle ore immediatamente successive all’incidente mortale, il sindaco di Urbino Maurizio Gambini ha ipotizzato che a causare la tragedia potrebbe essere stato un sorpasso.
Ipotesi più o meno confermata da ‘Open’, che riporta che l’ambulanza potrebbe aver invaso la corsia sulla quale viaggiava l’autobus. L’impatto sarebbe avvenuto tra il lato sinistro del mezzo di soccorso e quello destro del mezzo sul quale viaggiavano i ragazzi.
Come stanno gli occupanti del pullman
Come racconta l’accompagnatore Stefano Ruggeri, solo l’autista e un seminarista che viaggiava nei posti davanti hanno accusato conseguenze più importanti dopo l’impatto, ma nessuno degli occupanti dell’autobus ha richiesto interventi sanitari di emergenza.
Al contrario, Ruggeri racconta che i ragazzi “hanno subito assunto atteggiamenti da adulti”, dunque non si sarebbe creata alcuna situazione di panico nonostante il fumo e nonostante l’evidente pericolo dovuto alle fiamme.
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