Il vademecum per mangiare a Natale senza cadere nella trappola del senso di colpa

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Secondo una indagine di Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, nelle settimane che precedono le feste il 48% degli italiani riduce considerevolmente le porzioni dei propri pasti, convinti che questo possa essere di aiuto per non mettere su qualche chilo di troppo. Verdure a pranzo e zuppe a cena. Niente dolci e carboidrati. Insomma, chi è particolarmente attento alla linea rischia di vivere queste giornate di festa come un momento di grandi rinunce, incapace di gestire gli aperitivi con gli amici, i pranzi e i cenoni con la famiglia. “Durante il periodo natalizio il pensiero va dai biglietti del treno da acquistare per tornare a casa, ai regali da fare trovare sotto l’albero, ma in verità la maggiore preoccupazione è come riuscire fronteggiare le abbuffate natalizie”, spiega Sara Bertelli, psichiatra e presidente di Nutrimente Onlus Milano. Oltre a ciò c’è l’incontro con le famiglie d’origine e il ritrovarsi tutti attorno alla tavola imbandita e le dinamiche relazionali non sono sempre facili da gestire. E con queste premesse, godersi il momento sembra difficile se non addirittura impossibile. Spesso l’ansia prima di sedersi a tavola, e il senso di colpa quando la si lascia, si sostituiscono alla gioia della condivisione e del ritrovarsi.

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Foto di Ambitious Studio* – Rick Barrett su Unsplash

Tuttavia, godersi le feste senza cadere nella trappola dei sensi di colpa per aver ecceduto con panettone & Co., per avere lasciato in standby la palestra per qualche giorno e senza il pensiero fisso di dover smaltire qualche chilo di troppo (che con ogni probabilità non avremo nemmeno accumulato) è possibile. Lo spiega, qui di seguito, la psichiattra, che ha stilato un prontuario da mandare a memoria. E ora, buone Feste!

Non arrivare a tavola affamati

Evitate i digiuni in previsione dei cenoni. Nutrirsi durante l’arco della giornata, magari preferendo frutta e verdura, eviterà di arrivare a tavola “senza vederci più dalla fame” , cosa che aumenterebbe solo il rischio di mangiare più di quello che vorremmo.

Pensare a sè

Esporsi al giudizio degli altri a un anno di distanza può comportare valutazioni poco piacevoli. È necessario recuperare le risorse positive e alimentare il proprio valore a prescindere dal giudizio di amici e parenti sulla quantità di cibo che consumeremo o sull’aspetto fisico. Evitare di farsi influenzare dal pensiero degli altri e focalizzarsi sul proprio benessere.

Approccio positivo

Non pensare a quanto sia calorico il cibo che si sta consumando e a quanto tempo sarà necessario per smaltirlo. Cercate di concentrarvi sull’aspetto di convivialità che quel pasto rappresenta, una occasione per rallentare e godersi la compagnia delle persone care.

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Evitare divieti eccessivi

Si può resistere a tutto tranne che alle tentazioni, scriveva Oscar Wilde. Se amiamo particolarmente una pietanza e temiamo di esagerare, imporci di non mangiarla non solo aumenterà la voglia, ma ci farà rischiare di mangiarne il doppio aumentando la frustrazione. Tutto può essere concesso in dosi adeguate.

Parola d’ordine: moderazione

Un pranzo di Natale non è una corsa di 100 metri, ma una maratona. Assaggiamo tutto, ma in quantità moderate. Gustiamo lentamente quello che abbiamo nel piatto: mangiare è un’esperienza che procura un benessere maggiore se coinvolge i 5 sensi, e soprattutto, ascoltiamo il nostro stomaco e misuriamo la sazietà.

A tavola niente stress

Quando siamo stressati tendiamo a mangiare di più e più velocemente. Le festività spesso si accompagnano a tensioni familiari, a volte può essere stressante semplicemente il fuoco di domande su lavoro, vita e partner da parte dei parenti che non vediamo durante il resto dell’anno. Cerchiamo di viverla come una manifestazione di interesse nei nostri confronti piuttosto che un modo per minare la nostra serenità. A volta cambiare la prospettiva e adottarne una più positiva aiuta!

Evitare commenti sul cibo

Vietato commentare quello che si sta mangiando o le porzioni dei commensali, ognuno deve sentirsi libero di consumare quello che si sente. Si è a tavola per condividere il momento e la festa, non per giudicare quello che si mangia.

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