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Scoppia la bufera nella politica italiana dopo le dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini sulla morte di Alexei Navalny. Il ministro e segretario della Lega ha commentato la notizia della morte in carcere in circostanze non ancora chiarite del più grande oppositore politico del regime di Vladimir Putin, sottolineando che “bisogna fare chiarezza, ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi”.
La bufera politica
Una posizione che ha scatenato la reazione della politica non solo in Italia e che segna la differenza all’interno della stessa maggioranza.
“Non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato la sua morte”, è stata la replica alle dichiarazioni di Matteo Salvini da parte di fonti della Commissione europea. Da Bruxelles hanno tenuto a ricordare che gli Stati membri “sono stati molto chiari” in una “dichiarazione a 27, concordata anche dall’Italia”, e che per l’Unione europea “è molto chiaro chi è responsabile di questa morte, forse la raccomandazione per i membri del governo è di leggere cosa i loro governi stanno adottando”.
La fiaccolata in memoria di Alexei Navalny a Roma
Le dichiarazioni su Navalny
Le risposte più dure contro le dichiarazioni di Matteo Salvini su Navalny sono però arrivate dai partiti di opposizione. Carlo Calenda ha fatto riferimento ai “rapporti della Lega con la Russia”, lanciando l’ultimatum: “Se Salvini non smentirà pubblicamente il rinnovo dell’accordo con il partito di Putin Russia Unita, Azione presenterà una mozione di sfiducia contro il ministro“.
Mentre Riccardo Magi di +Europa, ha definito Salvini “un troll di Putin senza vergogna” e dal Pd, Lia Quartapelle ha accusato il leader della Lega di “fare da avvocato” al presidente russo.
La vicenda della morte dell’oppositore politico è interpretata da punti di vista diversi all’interno dello stesso Governo: se per Fratelli d’Italia non ci sono dubbi sulla responsabilità di Putin, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato di “gulag” per Navalny, dicendo che “la sua morte se non è stata provocata direttamente, lo è stata in maniera indiretta”.
Il patto tra Salvini e Putin secondo Travaglio
Le parole di Matteo Salvini sono state commentate in Tv anche da Marco Travaglio, che non ha mancato di sottolineare i rapporti tra il vicepremier e il presidente russo: “Se Salvini e la sua Lega non avessero fatto un patto con il partito di Putin nel 2017, che non è mai stato disdettato, quello che ha detto non sarebbe particolarmente scandaloso” ha detto il direttore de Il Fatto Quotidiano, ospite a Otto e mezzo.
Per il giornalista non ci sono dubbi che “la responsabilità morale e politica della detenzione ingiusta del trattamento inumano che ha subito in questi anni Navalny” sia di Putin.
“Se sia un omicidio o se sia una morte per cause chiamiamole ‘naturali’” precisa Travaglio “e se l’ordine sia partito da Putin, questo non lo si può dire”. “Le istituzioni dovrebbero basarsi su qualcosa di più concreto – è la sottolineatura – il dramma è che le indagini le fa una magistratura non indipendente come quella russa e l’autopsia non è probante perché non sappiamo se sarà ritoccata o taroccata”.
“Il problema di Salvini è che qualunque cosa dica sulla Russia è viziata da questo clamoroso conflitto di interessi che ha per i suoi trascorsi putitiniani – sottolinea il giornalista – quindi anche quando dice delle cose ragionevoli, non può essere preso sul serio proprio perché c’è sempre il sospetto che lo faccia perché ha qualche legame che non riesce a recidere”.
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