Il passaggio a sistemi alimentari sostenibili porterebbe benefici per 10 trilioni di dollari all’anno. Lo studio

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Secondo i ricercatori, i sistemi alimentari attuali distruggono più valore di quello che creano a causa dei costi sanitari e ambientali nascosti.

  • Secondo uno studio globale, i sistemi alimentari attuali stanno distruggendo più valore di quello che creano.
  • Questo a causa dei costi nascosti, ambientali (utilizzo di risorse ed emissioni) e sanitari (malnutrizione e obesità), dei modelli di produzione e consumo.
  • Il passaggio a sistemi alimentari più sostenibili porterebbe, invece, benefici tra i 5 e i 10 trilioni di dollari.

Un nuovo rapporto della Food system economics commission (Fsec), redatto da importanti economisti e scienziati, rivela che cambiamenti a livello mondiale nei sistemi alimentari globali potrebbero comportare benefici compresi tra i 5 e i 10 trilioni (mille miliardi) di dollari all’anno.

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I costi ambientali nascosti dell’agricoltura intensiva non sono più sostenibili © iStock

Lo studio, il più ambizioso e completo finora sull’argomento, sottolinea che i sistemi alimentari stanno attualmente distruggendo più valore di quanto ne creino a causa dei costi nascosti ambientali e sociali e che è urgentemente necessaria una revisione delle politiche dei food systems. “Occorre eliminare gradualmente i combustibili fossili, mantenere la natura intatta e trasformare i sistemi alimentari da fonte a serbatoio di gas serra. Il sistema alimentare globale ha in mano il futuro dell’umanità sulla Terra”, ha affermato Johan Rockström, direttore del Potsdam institute for climate impact research e direttore della Fsec.

I due scenari possibili con o senza il passaggio a sistemi alimentari sostenibili

Nel rapporto, gli scienziati forniscono il modello più completo di due possibili scenari futuri per i sistemi alimentari globali: il percorso delle “Tendenze attuali” e il percorso della “Trasformazione del sistema alimentare”. Nel primo, lo studio delinea cosa accadrà entro il 2050 mantenendo le politiche attuali: l’insicurezza alimentare lascerà ancora 640 milioni di persone (compresi 121 milioni di bambini) denutrite in diverse parti del mondo, mentre l’obesità aumenterà del 70 per cento a livello globale. I sistemi alimentari continueranno a causare un terzo delle emissioni globali di gas serra, che contribuiranno a un riscaldamento di 2,7 gradi entro la fine del secolo rispetto ai periodi preindustriali. La produzione alimentare diventerà sempre più vulnerabile ai cambiamenti climatici e agli eventi estremi.

Nel secondo percorso, gli studiosi mostrano che entro il 2050 un cambio di passo nella conduzione dei sistemi alimentari potrebbe portare all’eliminazione della malnutrizione e a salvare complessivamente 174 milioni di vite dalla morte prematura dovuta a malattie croniche legate all’alimentazione. I sistemi alimentari potrebbero diventare serbatoi di carbonio entro il 2040, contribuendo a limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi entro la fine del secolo, proteggendo 1,4 miliardi di ettari di terreno, quasi dimezzando il surplus di azoto proveniente dall’agricoltura convenzionale e invertendo la perdita di biodiversità. Inoltre, 400 milioni di lavoratori agricoli in tutto il mondo potrebbero godere di un reddito sufficiente.

Per la transizione serve disincentivare le monocolture e cambiare la dieta

Secondo le stime, il costo per realizzare questa trasformazione equivarrebbe allo 0,2-0,4 per cento del Pil globale annuo, una cifra bassa rispetto ai benefici multimiliardari che potrebbe portare. Per attuare questa transizione dei sistemi alimentari, lo studio propone uno spostamento dei sussidi e degli incentivi fiscali dalle monocolture su larga scala basate su fertilizzanti, pesticidi e deforestazione verso i piccoli agricoltori che potrebbero condurre le aziende in armonia con l’ambiente.

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L’agricoltura biologica è condotta in armonia con l’ambiente © iStock

Un altro elemento chiave per il passaggio a sistemi alimentari sostenibili è il cambiamento della dieta con un aumento del consumo di cibo vegetale, oltre agli investimenti nelle tecnologie per migliorare l’efficienza e ridurre le emissioni. In tale scenario i costi del cibo aumenterebbero, ma secondo gli studiosi, questo aspetto dovrebbe essere gestito con misure politiche a sostegno delle fasce più deboli della società.

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