i sintomi e perché i casi saliranno

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Il morbillo è tornato. E di morbillo si muore in Europa, nel 2024. In un solo mese, tra gennaio e inizio febbraio, è in rialzo il numero di Paesi che hanno segnalato casi di contagio, e in due di essi sono stati registrati sette decessi dopo aver contratto la malattia infettiva che colpisce spesso i bambini tra uno e tre anni (e per questo viene detta infantile, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite): sei in Romania e uno in Irlanda. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), lo scorso anno in Europa i casi di morbillo sono aumentati di quasi 45 volte: 42.200 persone, rispetto alle 941 del 2022. L’Oms ritiene che l’aumento dei contagi sia il risultato del minor numero di bambini vaccinati contro la malattia durante gli anni del covid.

Dall’allarme per la situazione attuale si passa subito al monito per l’immediato futuro, perché il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) prevede che i casi di morbillo continueranno ad aumentare nell’Ue nei prossimi mesi. Per tre motivi, soprattutto: in primis per la copertura vaccinale che non è a livelli ottimali, poi per l’elevata probabilità di importazione dei casi da aree ad alta circolazione, infine per il fatto che i prossimi mesi – tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera – rappresentano il picco stagionale del virus, dicono gli esperti.

“Nessuno dovrebbe morire di morbillo – dice Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc -. L’aumento dei casi di morbillo, una malattia altamente contagiosa ma prevenibile con il vaccino, ricorda chiaramente che tutti gli Stati membri dovrebbero massimizzare gli sforzi per raggiungere e mantenere un’elevata copertura vaccinale per tutte le malattie prevenibili con il vaccino”. “I vaccini rappresentano un modo sicuro ed efficace per ridurre il carico sanitario delle malattie infettive ed evitare inutili perdite di vite umane. La tendenza all’aumento dei casi di morbillo in tutta Europa è preoccupante”, sottolinea la commissaria Ue per la salute, Stella Kyriakides.

Morbillo: la situazione in Italia

Come vanno le cose in Italia? Nel 2023 i casi di morbillo sono aumentati anche nel nostro Paese, e la tendenza sta continuando anche nel 2024. Lo affermano i nuovi bollettini pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss), secondo cui l’anno scorso il sistema di sorveglianza ha registrato 43 casi di morbillo, in netta risalita rispetto ai 15 del 2022, mentre nel solo mese di gennaio del 2024 ne sono stati segnalati 27. I dati, però, sono in continuo aggiornamento. E sono in crescita. L’incremento dei casi che si è registrato in Italia è più contenuto rispetto a quello di altri Paesi europei su cui l’Oms ha recentemente lanciato un allarme, ma non va sottovalutato.

Secondo i dati diffusi dall’Iss, nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023 sono stati segnalati 43 casi di morbillo: in particolare, si è osservato un aumento negli ultimi quattro mesi dell’anno, con 32 casi registrati tra settembre e dicembre 2023, rispetto a tre casi nello stesso periodo del 2022. Il 42% dei casi segnalati sono casi importati. A livello regionale, l’incidenza più elevata è stata osservata nella regione Campania. L’età mediana dei casi è 27 anni, ma l’incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto i 5 anni di età. Il 93% dei casi totali era non vaccinato. Inoltre, il 26% dei casi ha riportato una complicanza: quella più frequentemente citata è stata la diarrea, riscontrata in sei casi, seguita dalla polmonite (quattro casi), dall’insufficienza respiratoria (tre casi), dalla cheratocongiuntivite (tre casi) e dall’epatite o aumento delle transaminasi (tre casi).

La tabella dell'Iss sulle complicanze tra i casi di morbillo segnalati-2

Il 2024 è iniziato con un trend non incoraggiante. Dal 1°  gennaio al 31 gennaio sono stati segnalati al sistema di sorveglianza 27 casi di morbillo, di cui 26 confermati in laboratorio, da sette regioni. L’incidenza nazionale è stata pari a 0,5 casi per milione di abitanti. Oltre la metà dei casi è stata segnalata da tre regioni: Lombardia, Toscana e Lazio. L’incidenza più elevata è stata riportata in Toscana (2,4 casi per milione di abitanti), seguita dal Lazio e dalla Campania. Nove dei casi segnalati (33%) sono casi importati.

Fonte Istituto superiore di sanità-2

L’età mediana dei casi registrati nel 2024 è pari a 35 anni (range: 1- 47 anni) e oltre la metà dei casi (6 su 11) ha un’età compresa tra 15 e 39 anni. È stato segnalato anche un caso in un bambino con meno di un anno di età (quindi non idoneo alla vaccinazione). L’incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 15-39 anni (1,08 per milione), seguita dalla fascia 0-4 anni (0,46 per milione).

Le due regioni italiane con una “concentrazione di casi”

Nelle ultime settimane un aumento preoccupante di casi è stato evidenziato in due regioni italiane: la Toscana e il Lazio. Rispetto alla recrudescenza del morbillo in Italia, la Asl Toscana nord ovest ha segnalato una concentrazione di casi nella zona pisana nei comuni di Calci, Cascina, Crespina Lorenzana, Pisa, Fauglia, San Giuliano Terme, Vecchiano, Vicopisano, Orciano.

Il dottor Antonio Gallo, responsabile dell’igiene pubblica di Pisa, ha ricordato “l’importanza della vaccinazione” e ha riferito in una nota che “dopo alcuni anni in cui non era stato registrato nessun caso, oggi si contano diciotto casi residenti nei vari comuni della zona. Di questi, undici sono stati ricoverati e gli altri sette sono rimasti isolati a casa. I pazienti – ha aggiunto – hanno fra 25 e 69 anni, un’età media di 42 anni ed uno soltanto riguarda un bambino di meno di un anno (troppo piccolo per essere protetto dalla vaccinazione) contagiato in un cluster familiare”.

E poi c’è il Lazio. Nei giorni scorsi, i medici di famiglia hanno parlato di un boom di casi registrati tra gli adulti, in particolare trentenni. “Il morbillo è una malattia che non va sottovalutata perché è un virus ‘cattivo’ che porta febbre alta e l’enatema, un rush cutaneo nelle mucose nella faringe, poi arriva l’esantema con le bolle”, ha detto Pierluigi Bartoletti, segretario della federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) di Roma e provincia. Nel Lazio, ha spiegato l’esperto, “c’è un allarme negli adulti, rivediamo casi nei giovani, trentenni non vaccinati. Una situazione a cui noi medici di famiglia non assistevamo da decenni. Quello che consigliamo ai nostri assistiti è di verificare se si è fatta la vaccinazione anti morbillo e nel caso negativo di farla”.

L’alta contagiosità: un caso ne genera 16

“Non è una malattia che va sottovalutata, è estremamente contagiosa per la sua diffusione per via aerea, un caso ne genera 16, molto più del primo Sars-CoV-2. L’unica arma è il vaccino perché non ci sono farmaci efficaci”, ha avvertito Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la società italiana di malattie infettive e tropicali. “Il vaccino si fa al 13esimo mese di vita e poi il richiamo a 5-6 anni. Ora chi sa di non averlo mai fatto, può farlo nella propria Asl e chi non ha avuto il richiamo può comunque farlo”, ha ricordato Andreoni.

I sintomi e chi è più a rischio

I sintomi più comuni con cui la malattia infettiva comincia sono: tosse secca, naso che cola, bruciore agli occhi e la febbre che diventa sempre più alta. Dopo qualche giorno compaiono, in qualsiasi punto all’interno della bocca, punti rossi con centri bianchi o bianco-bluastri che somigliano a granelli di sabbia: sono le cosiddette “macchie di Koplik”. Più raramente, queste macchie possono comparire anche sulla mucosa vaginale o sulla congiuntiva. Sono un segno esclusivo del morbillo, praticamente la sua firma. Le macchie di Koplik scompaiono in genere dopo 24/48 ore, per lasciare il passo ai sintomi e alle manifestazioni tipiche del morbillo.

Questi puntini grandi circa un paio di millimetri, infatti, preannunciano l’arrivo dell’eruzione cutanea (esantema) che “esplode” dopo qualche giorno. L’eruzione cutanea è composta da piccoli puntini rosso vivo piatti che compaiono sul viso all’attaccatura dei capelli e si diffondono man mano verso il basso fino al collo, al tronco, alle braccia, alle gambe e ai piedi, e possono unirsi man mano che si diffondono.

L'eruzione cutanea tipica del morbillo

Non tutti sono a rischio di prendere il morbillo. Sono protetti tutti i vaccinati con due dosi o chi ha già avuto la malattia infettiva. Viceversa non è da considerarsi protetto chi non ha avuto il morbillo (o non lo ricorda), e chi non è vaccinato con due dosi di vaccino. La vaccinazione contro il morbillo in Italia è obbligatoria fino a 16 anni ed è un requisito per frequentare i servizi educativi per l’infanzia: si compone di due dosi che vengono somministrate a un anno d’età e a cinque-sei anni, prima di iniziare la scuola primaria. Queste vaccinazioni possono essere anticipate, su indicazione medica, in un contesto di epidemia, oppure se un bambino incontra un caso di morbillo. Per gli adulti non protetti vengono eseguite due dosi a un mese di distanza.

Il vaccino è efficace e gratis, ma la campagna vaccinale arranca

La vaccinazione rimane lo strumento principale a disposizione per contrastare questa malattia: è molto efficace, è gratuita per tutti ed è raccomandata per i suscettibili di qualsiasi età, adulti e anziani compresi. Eppure la campagna vaccinale contro il morbillo arranca. La domanda di vaccini è diminuita durante la pandemia di covid, ma ora che il peggio sembra essere passato i sistemi sanitari europei, Italia compresa, fanno ancora fatica a riprendere le attività di routine.

Nel 2021 nel nostro Paese la copertura vaccinale era del 92% della popolazione per la prima dose e dell’86% per la seconda, in calo rispettivamente dell’1% e del 3% rispetto al 2018. Bisognerebbe raggiungere almeno il 95% con due dosi, raccomanda l’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), con una copertura “omogenea su tutto il territorio, perché il virus può trovare il modo di diffondersi in sacche di popolazione non protette, portando a focolai anche nei Paesi che lo hanno debellato”.

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