i medici di base non possono più comunicare i dati

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Aumentano i casi di Covid-19 ma sapere davvero quanti sono i nuovi infetti è difficile perché il tracciamento, seppur non più obbligatorio dalla fine della pandemia, è deficitario dei dati dei medici di famiglia. Lo spiega bene Alberto Chiriatti, vice segretario regionale vicario della Fimmg (Federazione italiana dei medici di famiglia) del Lazio: «Dallo scorso 31 dicembre è terminata la gratuità dei tamponi negli studi dei medici di base, noi come categoria abbiamo chiesto di continuare a farli acquistandoli di nostro ed eventualmente facendoli pagare con le stesse tariffe delle farmacie il punto però è che non possiamo più accedere al portale specifico della Regione». Cosa significa?

IL MECCANISMO

Che se un paziente ha i sintomi da Covid-19 ma non sa se lo ha contratto oppure è “solo” influenza e va dal medico, questo può certo dire a quale virus i sintomi siano riconducibili ma non lo può comunicare. Quindi, nei fatti, è un positivo fantasma. «Attualmente solo le farmacie – prosegue Chiriatti – o gli ospedali, a partire dai pronto soccorso, registrano i casi di positività e li trasmettono alla Regione, per permettere un’analisi pertinente noi medici chiediamo che ci venga riattivato il servizio di trasmissione dati in un periodo come questo dove i casi sono in aumento e c’è il forte sospetto che molti positivi, fra gli autotest a domicilio e quelli che appunto, possiamo fare noi senza trasmetterli, non siano contati».
C’è poi un altro rischio che riguarda la refrattarietà al tampone. Fatta eccezione un recente aumento di test in vista del Natale. Molti infatti pur avendo i sintomi, come raffreddore o febbre, evitano proprio di porsi il problema se testarsi o meno ma questo non solo rischia di portare a una somma di virus – Covid-19 e influenza – ma anche colpire persone che restano fragili e che devono continuare a essere protette.

LE TERAPIE

E poi c’è il discorso terapeutico: benché i due virus siano molto simili, la profilassi per il Covid-19 non è esattamente uguale a quella per l’influenza di stagione e per di più i pazienti con pregresse condizioni richiedono altre attenzioni farmacologiche. Alla fine non è una questione puramente numerica: sapere puntualmente chi sia positivo fra coloro che si sottopongono al tampone in farmacia o in uno studio medico equivale a monitorare l’incidenza di un virus che ancora fa spavento. Attualmente, in base al report della Regione, le occupazioni nei reparti, pur in aumento, resta bassa così come l’incidenza sulle terapie intensive. Ciò significa che pur contraendo il Covid-19 i ricoveri ospedalieri, anche nelle unità più critiche, rimangono sotto controllo per l’efficacia della campagna vaccinale sommata di certo anche all’immunità prodotta dal virus per chi pure con il vaccino l’ha poi contratto. Nulla a che vedere dunque con la situazione dell’anno scorso o addirittura del Natale 2021. I medici ribadiscono anche l’importanza della vaccinazione sia per l’influenza che per il Covid-19. Alcuni ambulatori, ad esempio, da qui a Natale hanno organizzato delle “chiamate libere”: andare in studio dal medico anche senza chiamare e vaccinarsi con un’estensione in alcuni casi anche dell’orario. Un incentivo per cercare di contenere quel “picco” di infezioni atteso fra Natale e Capodanno.
 

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