FAO sull’Agenda 2030: bisogna lavorare sui dati

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Stagnazione o addirittura regressione. Con questi due termini l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) descrive lo stato attuale di molti dei progressi realizzati verso gli obiettivi legati all’alimentazione e all’agricoltura nel cammino verso l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Una tendenza che non fa che aggravare le sfide correlate all’eliminazione della povertà e della fame, al miglioramento della salute e della nutrizione, e alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Queste sono le conclusioni tratte da un recente rapporto rilasciato dalla FAO intitolato Tracking progress on food and agriculture-related SDG indicators 2023 che invita i leader di tutto il mondo a lavorare sui dati per orientare le loro decisioni e stabilire le priorità. Questa è l’unica via per impegnarsi concretamente ad invertire le attuali difficoltà in cui versano gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), porre fine alla fame e all’insicurezza alimentare oltre che garantire l’agricoltura sostenibile.

Sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile: un sogno che sembra affievolirsi

La verità su cui fa luce il rapporto della FAO è questa: anche prima del 2020, il mondo era distante dal raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs), ma gli impatti di numerosi shock globali che si sono succeduti negli ultimi anni hanno notevolmente rallentato, se non addirittura invertito, il progresso verso molti di questi obiettivi. Questi eventi includono la persistenza degli effetti della pandemia di COVID-19, le conseguenze dei conflitti armati su scala mondiale, l’accelerazione dell’inflazione e l’aggravarsi della crisi climatica.

Uno degli aspetti particolarmente critici si concentra sullo stato degli indicatori OSS relativi all’alimentazione e all’agricoltura, di cui la FAO è una delle principali custodi tra le agenzie delle Nazioni Unite. Nel 2022, il 9,2% della popolazione mondiale ha sofferto di fame cronica, rispetto al 7,9% del 2015 (secondo le recenti stime della FAO, nel 2022 la fame ha colpito tra 691 e 783 milioni di persone in tutto il mondo).

A ciò si aggiunge il fatto che gli investimenti nell’agricoltura sono in declino, e non si registrano miglioramenti nella preservazione delle risorse genetiche animali, mentre le aree forestali continuano a diminuire globalmente. Ci sono pochi segnali positivi e tra questi figurano: la tutela delle risorse fitogenetiche, l’efficiente utilizzo dell’acqua e l’adozione di strumenti per contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.

FAO si pronuncia sull’Agenda 2030 in materia di agricoltura e alimentazione

Il documento della FAO esamina una serie di indicatori relativi a otto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, adottati durante il Vertice delle Nazioni Unite a New York nel 2015 (1, 2, 5, 6, 10, 12, 14 e 15).

Uno degli aspetti salienti riguarda la diffusione della denutrizione a livello globale che si mantiene significativamente al di sopra dei livelli pre-COVID, con un aumento dell’insicurezza alimentare dal 25,3% della popolazione mondiale nel 2019 al 29,6% nel 2022.

Gli indicatori OSS relativi alla malnutrizione dipingono un quadro eterogeneo. Nonostante una riduzione nei ritardi di crescita, scesi dal 26,3% nel 2012 al 22,3% nel 2022, tale diminuzione percentuale è ancora lontana dall’obiettivo globale. Nel 2022, il 6,8% dei bambini sotto i 5 anni soffre di deperimento, mentre la prevalenza dell’obesità infantile, attestata al 5,6%, si è stabilizzata nell’ultimo decennio.

Nel 2021, la percentuale di paesi con prezzi dei generi alimentari da moderati ad anormalmente elevati si è ridotta al 21,5%, rispetto al picco record del 48% registrato nel 2020. Tuttavia, il dato persiste al di sopra della media del periodo 2015–2019 (15,2%), a causa degli aumenti continui nei costi di produzione e trasporto, principalmente dovuti all’incremento dei prezzi dei fertilizzanti e dell’energia.

Secondo i dati provenienti da 22 paesi, le perdite agricole legate alle catastrofi naturali hanno raggiunto i 19,3 miliardi di dollari nel 2021. Nel medesimo anno, le perdite alimentari nelle aziende agricole, dalle fasi di raccolta a trasporto, stoccaggio, vendita all’ingrosso e lavorazione, rappresentavano il 13,2% a livello globale, rispetto al 13% nel 2016.

In un terzo dei paesi esaminati, meno del 50% delle donne e degli uomini impegnati nell’agricoltura possiedono diritti di proprietà o di utilizzo sicuro dei terreni. Tra i proprietari terrieri, la percentuale di uomini è almeno il doppio rispetto a quella delle donne in quasi la metà dei paesi.

Il mondo è ancora lontano dal raggiungere l’obiettivo di preservare la diversità genetica delle risorse genetiche vegetali e animali a scopo alimentare e agricolo, sia nei campi che nelle banche genetiche. Similmente, nonostante il loro contributo alla sicurezza alimentare e alla nutrizione globale, le risorse ittiche sono in diminuzione su scala mondiale, minacciate dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento, da una gestione inadeguata e da fattori come la pesca illegale.

Nonostante un rallentamento nella diminuzione delle aree forestali globali rispetto ai decenni precedenti, il degrado del suolo rimane una preoccupazione critica, con la perdita annuale di almeno 100 milioni di ettari di terreni sani e produttivi tra il 2015 e il 2019.

Agenda 2030, FAO: come ritornare sulla strada giusta per lo sviluppo sostenibile

In conclusione, la prospettiva di un mondo privo di fame e malnutrizione, insieme a un’agricoltura sostenibile, resta un obiettivo ancora alla nostra portata e non invalicabile, continua la FAO. Tuttavia, per realizzare gli obiettivi OSS nel campo dell’alimentazione e dell’agricoltura, è essenziale perseguire immediatamente azioni coordinate e individuare urgenti soluzioni politiche che possano eliminare le radicate disuguaglianze, trasformare i sistemi agroalimentari, investire in pratiche agricole sostenibili e potenziare la resilienza agli shock improvvisi.

Un elemento chiave per avanzare è il potenziamento delle capacità di far parlare i dati. Nonostante gli sforzi atti a migliorare la solidità dei dati e dei sistemi statistici per il monitoraggio degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, vi sono ancora lacune significative. Per sostenere un cambiamento effettivo, è cruciale accelerare gli investimenti nella generazione di dati, soprattutto nei paesi meno sviluppati.

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